Monti, appuntamento al centro

Ora che ha le mani libere in politica il premier uscente potrebbe guidare un gruppo di liste dei moderati, da Casini a Montezemolo, Da Riccardi e Olivero a Letta e Fioroni.

09/12/2012
Da sinistra: Angelino Alfano, Mario Monti e Andrea Riccardi alla Camera (Ansa).
Da sinistra: Angelino Alfano, Mario Monti e Andrea Riccardi alla Camera (Ansa).

Ora Mario Monti è libero di decidere. Non è più quel premier “super partes” tenuto a camminare in equilibrio sul filo di quella “strana” maggioranza che univa il Centrodestra e il Centrosinistra, con esclusione della Lega Nord. Ora il premier uscente ci sta pensando. “Inimmaginabile che torni alla Bocconi”, chiosa il direttore del Corriere della sera Ferruccio De Bortoli, amico e sostenitore del professore. E allora tutti si chiedono cosa farà, esaurita l’esperienza del Governo dei tecnici. La prima ipotesi, per il senatore a vita Mario Monti, è quella del Quirinale, un approdo che sembra quasi naturale per il “civil servant” che ci ha tirati fuori dalla palude dei conti pubblici restituendo prestigio internazionale all’immagine del Paese.


Naturalmente non è detto che anche il futuro Parlamento la pensi così. Ma chi gli sta vicino asserisce che a Monti preme, più ancora che il Colle, la salvezza di questo Paese. E allora la strada giusta potrebbe essere la ridiscesa in campo “politica”. Come? Per esempio a capo di un “rassemblement” di liste moderate centriste. Monti è già senatore a vita, ha fatto osservare il capo dello Stato Napolitano, non ha bisogno di una lista. Ma non è detto che l’operazione, a questo punto, non si possa fare egualmente. Tornando in campo da politico, Monti potrebbe dedicarsi non solo al completamento della tenuta dei conti pubblici e al resto delle riforme economiche che non ha ancora fatto, ma anche a quella serie di provvedimenti (non solo economici) che non ha mai potuto attuare per paura di perdere il sostegno della maggioranza. Ad esempio, la legge che istituisce la cittadinanza italiana anche per i minori figli di stranieri nati nel nostro Paese, avversata dal Centrodestra.

I montiani sono galvanizzati dalla possibilità che il professore possa ritornare alla testa delle forze centriste. C’è l’Udc di Pier Ferdinando Casini, che ha sempre considerato l’operato di Monti come stella polare. E c’è soprattutto il Movimento “Verso la Terza Repubblica” di Montezemolo, del ministro Andrea Riccardi, del presidente delle Acli Olivero e del segretario della Cisl Bonani che ora sperano che Monti accetti di mettersi alla testa del movimento di centro moderato. Ma ci sono anche segmenti del Centrodestra ed esponenti del Pdl critici nei confronti del Cavaliere come l’ex ministro Frattini. Persino nel Pd non sono pochi coloro che da sempre vedono di buon occhio un ritorno di Monti in veste politica, così da giocare il potenziale accumulato in questo mese di governo, come Enrico Letta, Giuseppe Fioroni, o ancora il liberal Enrico Morando. Anche loro potrebbero mollare gli ormeggi per dedicarsi al “progetto Monti-bis”.

Francesco Anfossi
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Postato da martinporres il 10/12/2012 17:24

Per giogo. Ti ricordi i governi Prodi e le frange lunatiche?

Postato da DOR1955 il 10/12/2012 16:54

Vista la situazione forse sarebbe il caso che Monti seguisse il consiglio di Bersani e cioè di starsene lontano da autocandidature o farsi candidare da personaggi "nuovi" tipo Casini o perlomeno amletici (o ambigui?) tipo Montezemolo. Se vuole mantenere credibilità (non da parte mia, visto i disastri interni che ha provocato all'Italia, alias - 600.000 posti lavoro e aumento del debito di 95 ML di Euro in un anno) da parte di coloro che gli credono, l'unica cosa che potrebbe fare sarebbe, al massimo, di aspirare al Quirinale. E comunque, a riguardo dei mercati che sembrano improvvisamente impazziti perchè Berlusconi ha deciso di ricandidarsi, è segno evidente che gli speculatori avevano in Monti un punto di riferimento preciso e la "scusa Berlusconi" è solo una scusa. Tanto più che "mister B"" alle prossime elezioni non avrà oltre il 16-18% dei voti e pertanto, finalmente, si autodistruggerà. Il problema che vedo è che qualunque, governo ci sarà, indipendentemente dal Presidente del Consiglio, stante la legge elettorale attuale (che nessuno ha voluto veramente cambiare, diciamoci la verità) sarà molto difficile avere una maggioranza stabile e in grado di tirarci fuori dalla brutta situazione economica in cui ci troviamo.

Postato da giogo il 10/12/2012 13:10

Martinporres oramai i cattocomunisti non mangian più bambini da tempo...rammento che il Bersani fu un buon amministratore regionale e un bravo ministro nel governo Prodi...rammento le lenzuolate poi in parte eliminate del bunga-governo...mbè per quanto riguarda il centro carità cristiana invoca perdona loro Signore!! Saluti

Postato da Mykros il 10/12/2012 08:32

Visto che sino ad oggi i voti contano uguale per tutti, ricchi e poveri, una coalizione che proponga Monti quale Presidente del Consiglio non ha la minima possibilità di vincere. Quelli che lui ha impoverito sono molti di più rispetto ai pochi (banchieri ed altro) che ha salvato.

Postato da Franco Salis il 10/12/2012 08:22

Il contributo del cardinale Scola e la situazione politica che si è venuta a creare quasi improvvisamente, mi inducono a commentare il primo, ma tenendo presente il secondo. Se si agirà di conseguenza si avrà un risultato certo, in cui tutti i soggetti Bersani, ohimè Casini ,chiesa saranno soddisfatti. Quest’ultima non pretenda di godere di oligopolio e guarentigie varie e si metta al servizio dello stato come un qualsiasi altro “ente intermedio”. L’opposizione sarà assicurata dalla lega (chi è costei?) Vendola, Di Pietro e gli irriducibili del fuggitivo che finalmente, dopo sonora sconfitta, fuggirà definitivamente per evitare la galera. Ho sotto gli occhi lo scritto del cardinale Scola (Avvenire 06.12.2012)”solennità dell’ordinazione di Sant’Ambrogio etc. etc. La lettura per me, non agevole, l’Autore ha una grande capacità di sintesi e riesce a dire “tante cose profonde, ma non altrettanto convincenti” in “poche parole”. A questo punto, ritrovandolo interessante ho fatto ricorso a alle mie seppure limitate capacità di analisi per venirne a capo. Lo scritto, parte dall’editto di Milano del 313, si conclude con la dichiarazione del vat.II “dignitatis Humanae a significare l’inizio della libertà religiosa e il suo sviluppo e avvitamento con la “laicità dello stato” . Anzi ha evidenziato come questi due concetti si siano avvitati fra loro nel corso della storia contribuendo così a non distinguerli nella giusta maniera. In verità il cardinale dice e non dice quando si tratta di errori della gerarchia e attribuisce le responsabilità a ad una non meglio precisata “indebita commistione tra potere politico e la religione” Quasi che i responsabili di questa commistione non abbiano avuto un nome e un cognome e una discendenza. Dimentica del tutto “ La falsa donazione di Costantino” di Lorenzo Valla e le argomentazioni incontrovertibili che costui ha addotto. L’Autore cita studiosi che, essendo della stessa area culturale o dottrinale e con dichiarata funzione “apologetica” , sfuggono ai rigorosi criteri di analisi storica. Più precisamente G. Lombardi, scrive su il Timone” in copertina stanno scritte le finalità: “ Per dare voce alle ragioni della fede cattolica, Per promuovere la cultura che nasce dalla fede Per difendere la Chiesa e il Papa dalle contestazioni e dalle menzogne”( al Papa non sono mai state avanzate contestazioni o menzogne ma solo precise e documentate accuse, ed è sfuggito alla giusta pena, avvalendosi della dignità di capo di stato). N. Lobkowicz scrive invece su Oasis che se non ho capito male, è una “creatura” del cardinale che vorrebbe trapiantare a Londra e i signori Briam J Grim Fincte che hanno dimostrato una cosa banale:” là dove c’è restrizione della libertà religiosa ,c’è conflitto”. E’ vero, ma i conflitti sono prodotti anche e soprattutto da una mal intesa inculturazione che porta alla conversione coatta di fatto quando non con forza bruta, che sarebbe troppo lungo richiamare, resto comunque a disposizione. Le conclusioni di questi signori, avendo avuto accesso ad una sola fonte o aver selezionato una sola fonte, hanno validità soggettiva e non oggettiva. Né si possono invocare i titoli accademici, quelli sono come il sigaro di Cavour che non si nega neppure agli austriaci. La legittimità morale della apologetica è molto dubbia, sia perché insinua che la chiesa sia “attaccata” sia perché il Risorto ha ordinato: “non dite a nessuno di avermi visto”. Se il cardinale avesse letto altre fonti,(ma le ha lette, altro che se le ha lette) avrebbe con me convenuto che l’editto di Costantino segna la fine del cristianesimo. Dopo, fino a oggi vi è stata solo gestione del potere per il potere a cui è estraneo a Gesù(Il mio regno non è di questo mondo ). La ricerca storica segue criteri ben precisi e ormai consolidati. Il Papa non perde occasione di ricordarli, ma allo stesso tempo aggiunge che la ricerca ha bisogno della capacità “retta interpretazione” dono di Dio( vedasi il concetto di “giusto” nel discorso alla Bundestag di Berlino, e il maggior grado di razionalità nel giusto processo a Galileo). Che ne dice il cardinale del clima al tempo del feroce assassinio di Ipazia avvenuto nel 415 ? Ahi, scusate avevo dimenticato che Scola in quanto cardinale ha il dono di trascendere la storia! Ne consegue che gli apologeti saltano la ricerca e si appropriano della presunta verità spacciandola come unica. Dio non ha dato il dono della “retta interpretazione” al Papa o ai cardinali, ma al contrario, come ha detto Gesù, :” Ti lodo e ti ringrazio, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai saggi e agli intelligenti, e le hai fatte conoscere ai piccoli ( MT 11, 25)”. Il problema del rapporto libertà religiosa e laicità, (di problema si tratta giacché lo stesso Autore parla di “nodi da sciogliere” toglie o disturba il sonno della gerarchia, perché vedono che l’azione dello Spirito (altro che i fantasiosi attacchi alla chiesa) le sta togliendo il terreno sotto ai piedi e ad azione conclusa, finalmente la chiesa potrà essere quella che è .Io chiamo “servizio alla chiesa” quello che gli apologeti chiamano “attacchi”. Quando cioè la Chiesa alleggerita dagli “appetiti” di cui parla S. Juan de la Crux,(riferiti agli uomini, non alla chiesa) nella sua “Salita del monte Carmelo”( che bella la canciones: en una noche oscura), quando avrà “venduto tutto e dato ai poveri” anziché crearne dei nuovi con un sistema di finanza che abborrisce, ma gestisce , allora anche la gerarchia potrà far parte del popolo di Dio da cui si è staccata. Perché solo allora si identificherà come Sposa di Cristo, solo allora sarà “incorruttibile” (vedi discorso del Papa in onore dell’Immacolata (Avvenire 6.12.12). Per il momento essendo “casta et meretrix”(tanto per stare in argomento di sant’Ambrogio) è in vendita al miglior offerente che trova tra i potenti e non tra il popolo, con buona pace dell’interpretazione preziosa di Enrico del Covolo in Oss. Rom. Del 24.06.1999.Ecco, anche di queste cose bisognerà tener conto nella preparazione delle liste. AJò

Postato da Rodolfo Vialba il 10/12/2012 07:58

Delle dimissioni di Monti non sono eccessivamente preoccupato per tre ragioni: perché fanno parte delle regole del gioco democratico, perché sono indicative dell'alto livello di dignità istituzionale e personale delle scelte di Monti e perché rendono evidenti le strumentali ragioni di Berlusconi che le ha provocate e la sua mancanza di senso dello Stato e delle istituzioni. Le prossime elezioni rappresentano l'occasione democraticamente offerta al Paese per decidere di mettere definitivamente fine al bipolarismo e al berlusconismo ed eleggere un governo che, diversamente da Berlusconi e dal centrodestra, del bene comune e del bene del Paese ne faccia la priorità del suo programma e della sua azione e sia in grado, dunque, di dare risposte credibili al declino economico, alla crescita dei senza lavoro, all’indebitamento e al welfare Chissà mai che le elezioni consentano il formarsi di una maggioranza parlamentare e di governo che, isolando l'avventuriero Berlusconi e la sua corte di servi e lecchini, Lega compresa, porti l'Italia ad essere un Paese normale, europeista e in grado di guardare con fiducia al futuro! Non ci vorrebbe poi molto per realizzare questo obiettivo: basta una maggioranza parlamentare di centro sinistra, oggi possibile (PD, SEL, e le forze politiche di centro, UdC compresa nonostante ciò che dice Vendola, molto bravo a far vincere Berlusconi), che esprime con Bersani e Monti sia il Presidente del Consiglio che quello della Repubblica. E' un sogno? No per l’impresentabilità di questo centrodestra. No, se gli italiani, al momento del voto, si ricorderanno chi è stato è e cosa ha fatto Berlusconi, che è come dire, citando lo slogan della pubblicità anti AIDS “se lo conosci lo eviti”. E gli italiani, purtroppo, l’hanno conosciuto molto bene.

Postato da martinporres il 09/12/2012 17:42

Dipende se per governare si deve appoggiare su Bersani e quanto questo dura. Se non prende voti in Italia non si parlerà più di centro per molto tempo.

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