16/09/2012
La spianata dove si è svolto l'Angelus del Papa (Reuters).
Perché tanti orrori? Perché tanti morti? Non ha avuto
esitazioni Benedetto XVI all’Angelus di oggi, proclamato a Beirut quasi alla
conclusione del suo viaggio in Libano, a chiedere alla comunità internazionale
e ai Paesi arabi di impegnarsi per promuovere la pace per la Siria e nei Paesi orientali.
“Voi conoscete bene la tragedia dei conflitti e della violenza che genera tante
sofferenze – ha incalzato il Papa. Purtroppo il fragore delle armi continua a
farsi sentire, come pure il grido delle vedove e degli orfani! La violenza e
l`odio invadono la vita, e le donne e i bambini ne sono le prime vittime”.
Alla
comunità internazionale e ai Paesi arabi paralizzati dai veti incrociati delle superpotenze
e da interessi regionali il Papa ha chiesto “soluzioni praticabili che
rispettino la dignità di ogni persona umana, i suoi diritti e la sua religione”
che sono, in effetti, anche i principi per cui hanno lottato i giovani della
primavera araba.
Ma il Papa ha indicato al mondo mediorientale l’elemento che
manca alla sua primavera per non scivolare lentamente nell’inverno: la volontà
di trovare strade di riconciliazione, le uniche capaci di generare autentici
processi di pace. "Cari fratelli e sorelle – ha detto ai 350 mila fedeli radunati
per la Messa al
City Center Waterfront di Beirut, un vasto piazzale che si apre tra il mare e
il centro della città costruito con materiali di risulta, compresi i resti
degli edifici distrutti dalla guerra civile che ha insanguinato il Libano per
15 anni - prego particolarmente il Signore di dare a questa regione del Medio
Oriente dei servitori della pace e della riconciliazione, perché tutti possano
vivere pacificamente e con dignità”.
Per i cristiani, che ha messo in guardia da
un uso politico della fede guardando a “Cristo come liberatore umano” questa è
“una testimonianza essenziale che debbono dare qui, in collaborazione con tutte
le persone di buona volontà.Chi vuole costruire la pace deve smettere di vedere
nell`altro un male da eliminare” ha insistito Benedetto XVI, con lo sguardo a
Damasco e il pensiero a Gerusalemme dove da 64 anni ormai si dispera di trovare
il bandolo dei rapporti aggrovigliati tra israeliani e palestinesi. “Non è
facile - ha detto il Papa - vedere nell`altro una persona da rispettare e da
amare, eppure bisogna farlo, se si desidera costruire la pace, se si vuole la
fraternità".
“In questa regione che ne ha visto gli atti e raccolto le
parole - ha concluso il Papa consegnando consegnato l'esortazione Ecclesia in
Medio Oriente ai patriarchi e agli arcivescovi dei paesi mediorientali,
compresi Turchia e Iran - il Vangelo continui a risuonare come 2000 anni fa e
sia vissuto oggi e sempre!".
Chiara Santomiero