Bregantini: lavoratori, non merci

Riforma, il monito di monsignor Bregantini, presidente della Commissione Lavoro della Cei: "I licenziamenti economici rischiano di generare un clima di paura in tutto il Paese"

22/03/2012
Il premier Mario Monti con il ministro del Lavoro Elsa Fornero.
Il premier Mario Monti con il ministro del Lavoro Elsa Fornero.

Monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano e presidente della Commissione Lavoro, giustizia e pace della Conferenza episcopale italiana, docente di Storia della Chiesa con una lunga esperienza di operaio in fabbrica negli anni della giovinezza, continua a porsi una domanda. “Con questa riforma la precarietà sarà vinta? O resteremo comunque in un clima di precarietà? O addirittura l’aumenteremo?”

- E ha trovato la risposta, monsignor Bregantini?
“Non entro tanto nel merito tecnico. Ma sulla questione in atto mi permetto di fare tre rilievi critici. Il primo è il dispiacere che provo nel vedere la Cgil lasciata fuori da questa riforma. Un fatto che viene quasi dato come scontato, quasi che il primo sindacato italiano per numero di iscritti non sia una cosa preziosa per una riforma del lavoro. Dietro questa fetta di sindacato c’è tutto un mondo importante, cruciale, da coinvolgere per camminare verso il futuro. Altrimenti c’è il rischio che questa parte sociale, con i suoi milioni di iscritti, resti disillusa, arrabbiata, ripiegata su atteggiamenti difensivi, su un passato che non c’è più. Lasciare fuori la Cgil sarebbe una perdita di speranza notevole, un grave errore”.
- Il secondo rilievo?
“Ci voleva un po' più di tempo per mettere in atto una riforma così importante. Non era necessaria questa fretta così evidente. La questione è chiusa, è stato detto da parte del premier Mario Monti. Si poteva dire: la questione è posta, ora dialoghiamo, nelle fabbriche, negli uffici, in Parlamento, nella società civile, ovunque perché il lavoro è il tema cruciale del nostro Paese. Ma c’è un terzo rilievo, forse il più importante e profondo”
 - E quale?
 “Bisogna chiedersi, davanti alla questione dei licenziamenti, chiamati elegantemente, con un eufemismo, “flessibilità in uscita”, se il lavoratore è persona o merce. E’ la grande istanza dell’enciclica sociale Rerum Novarum. La questione di fondo. Il lavoratore non è una merce. Non lo si può trattare come un prodotto da dismettere, da eliminare per motivi di bilancio, perché resta invenduto in magazzino. Leone XIII lo scrisse nella pietra miliare del cattolicesimo sociale, emanata nel 1891, più di un secolo fa. E’ un po’ come nella questione della domenica derubricata a giorno lavorativo. In politica ormai  l’aspetto tecnico sta diventando prevalente sull’aspetto etico”.
- Del resto questo è un governo espressamente di tecnici...
 “Se con Berlusconi la questione centrale era legata al profitto, oggi c’è l’aspetto tecnico che domina ogni questione politica. Ma alla fine tra profitto e aspetto tecnico si crea una sintonia eccessiva. L’aspetto etico nella politica è necessario. E invece non è più tenuto in considerazione”.
- Il Capo dello Stato ha invitato il Paese a riflettere sul fatto che non abbiamo più risorse e che l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è solo un aspetto della riforma.
 “La tematica di fondo dell’articolo 18 dovrebbe coprire tutti i lavoratori, non solo quelli con più di 15 dipendenti, già garantiti. Va estesa come valori di dignità e difesa come normativa. Ma più in generale, come sollecita il Capo dello Stato, riflettendo sulla riforma decisa dal governo nel suo complesso mi chiedo: diminuirà o aumenterà il precariato dei nostri ragazzi? Riusciremo ad attrarre capitali ed investimenti dall'estero solo perché è più facile licenziare?  Sarà snellita la burocrazia? Daremo con questa riforma più vigore all’esperienza imprenditoriale? Ma non vorremmo nemmeno che la cosa fosse schiacciata su questi temi, perché ripeto, al centro di tutto ci deve essere la dignità dell’uomo e della famiglia”. 
 - Ci sono aspetti che ritiene positivi in questa riforma?
 “Siamo contenti che i licenziamenti discriminatori vengano contemplati per tutti, anche nelle aziende con meno di 15 dipendenti. Questo è un discorso molto positivo. Anche la triplice distinzione dei licenziamenti in discriminatori, economici e disciplinari  è molto saggia.
Che ne pensa dei licenziamenti economici? Se passa la riforma del governo qualunque lavoratore del privato potrà essere licenziato per la sola motivazione che l’azienda è in crisi o che non serve più la mansione cui era addetto…
“E’ preziosa la distinzione, ho detto. Ma la modalità con cui è ipotizzato il licenziamento economico potrebbe rivelarsi infausta. Ho letto che nemmeno il giudice può intervenire. Siccome siamo in una fase di paura generalizzata è facilissimo che si arrivi a questo in tutto il Paese”.
Teme che nelle aziende e nelle famiglie ci sia un’ondata di terrore per paura di vedersi lasciati in una strada per motivazioni economiche o organizzative dai datori di lavoro? “Temo questo. Una siepe protettiva sui licenziamenti economici bisognava metterla. Rivolgo un appello a livello parlamentare e a livello di riflessione culturale perché si possa creare una rete di diritti e di protezioni più solida. Del resto, di fondo, come ho scritto nella mia diocesi in occasione di San Giuseppe, siamo molto riconoscenti al ministro Fornero e al premier Monti e ai sindacati per questo dibattito che ha riportato al centro il lavoro. Ci hanno ridato la consapevolezza che il lavoro è un dono. Ma c’è una parola chiave che deve rientrare: dignità. Per i nostri giovani e per i loro padri che temono di essere licenziati per motivi economici. Dobbiamo puntare su questo più che sulle paure. Capisco che la declinazione di questi temi in una norma non è facile. Ma  è la dignità che attrae gli investimenti”.  

Francesco Anfossi
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Postato da folgore il 15/04/2012 18:50

Ma i dipendenti del Sindacato hanno la tutela dell'articolo 18? Risposta nell'articolo 4 della Legge 11 maggio 1990, n. 108 (http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1763751&codiciTestate=1) Per la cronaca v'era il VI Governo Andreotti.

Postato da folgore il 25/03/2012 21:41

Anni or sono la stessa strada della riforma dell'articolo 18 era stata intrapresa dal Berlusconi (e da questo vedete come anche ora il PDL sia della stessa idea del Ministro Fornero). Levata di scudi (anche di tanti lettori di F.C.). Ora magari gli stessi applaudono la riforma e non si avvedono che alla fine è la stessa del Berlusconi. Come cambia il tempo, e non solo quello atmosferico.

Postato da Franco Salis il 24/03/2012 21:00

@ DOR1955 il 24/03/2012 13.07, solo alcune precisazioni: ho sempre sostenuto che i fatti sono quelli che sono e su quelli puoi esprimere liberamente il tuo pensiero. Se si adattano i fatti al proprio pensiero allora si cade nella disonestà intellettuale. Puoi avere la cortesia di dirmi quando “ho criticato” la gerarchia senza aver fatto chiaro riferimento a precise scelte, decisioni? Citami una sola volta su penso mille che io abbia criticato la gerarchia senza aver fatto riferimento a un documento o atto o pronunciamento ben documentato della gerarchia. Ti prego dimmene una sola. Le citazioni bibliche, non sono estrapolate e interpretate a mio piacimento, fra l’altro non lo saprei fare, ma appropriate. Se tu la pensi diversamente, non fa niente, è un tuo giudizio, che NON implica mancanza di rispetto. Che significa “aver rispetto per il pensiero altrui” consentire sempre e in ogni caso? il dissentire è mancanza di rispetto? Io ho sempre detto che una volta che scrivo mi sottopongo automaticamente alla critica di chi legge. Se non voglio essere criticato, non scrivo. Anzi ho anche ribadito più volte che “l’attacco”, non mi turba forse proprio perché non pecco di “superbia”. Il peccato di superbia si consuma quando ti accrediti virtù che siano frutto esclusivo della tua personalità, negandone l’origine da Dio. Se ho ottenuto il dono di rilevare certe incongruenze e non le evidenzio e non ne faccio partecipi gli altri,(il tono e lo stile è una altra cosa) potrei veramente peccare di superbia , perché non valorizzo e quasi disprezzo il dono ricevuto. Il vescovo Brigantini ha usato espressioni che ormai fanno parte del patrimonio culturale di ogni cristiano, quindi perdono efficacia. Diverso è il discorso che il cardinale Angelo Scola, ma è solo filmato, non lo posso analizzare, però per averlo sentito più volte, posso dire che è di un certo spessore e dimostra la grandissima capacità di comunicare( il tono, le pause, il gesticolare, l’eleganza nel voltare la pagina di appunti e la sua faccia, il riferimento alla sua esperienza di cl, queste sono abilità di rilievo, ma bisogna vedere che uso ne fa). Mica ho detto che Brigantini ha detto “sciocchezze” no, ha riportato valutazioni che sono contenute dei documenti che ho citato, punto. Mi chiedi se conosco lo SPSS? No, sino a poco fa che l’ho cercato in rete. Ebbene? non ho intenzione di apprenderlo, non sono e non voglio essere matematico . So come si imposta una indagine sociologica, ma non saprei applicarla, mi metto a ridere quando vedo certi risultati proiettati nel futuro, per esempio sullo sviluppo demografico. Come spesso leggo a (s-)proposito di sviluppo demografico mondiale. Dici “ qualcuno potrebbe essere molto più "bravo" di te”, ti rispondo “moltissimi”, non qualcuno, ma ciò non mi esime da dare il mio contributo, ma sempre documentato. Un ultima cosa: io ho detto di essere “quasi vecchio” e non “vecchio” proprio per non suscitare scrupoli di coscienza e dire “ma lascialo perdere quello lì, poveretto, che lo dice lui stesso che è vecchio. Dici “Risparmiaci le tue "lezioni" e le tue "bacchettate", NO quello che tu intendi per “lezioni e bacchettate” non te lo posso promettere, spiacente. Non sono “cabbu di vermentinu” (= non sono testa annebbiata dal consumo di vermentino, ottimo solo quello sardo) perché non posso più bere, se non 20 cc nelle feste comandate. Comunque se mi vieni a trovare, ti prenoto una bottiglia di Torruga della cantina Argiolas.Ciao

Postato da DOR1955 il 24/03/2012 16:01

Chiedo scusa ai lettori di questa testata; mi sono sempre dimenticato di scrivere (sia a riguardo di questo articolo, che di altri correlati) una cosa che ritengo molto importante relativamente al tema lavoro. Al famoso "tavolo negoziale" per arrivare a questa riforma (buona o cattiva che sia lo vedremo con il tempo, ne ho già parlato) mi sembra sia stato scritto da più parti abbiano partecipato tutte le così dette "forze sociali". Probabilmente i nostri governanti e i nostri "giornalai" (visto che un giornalista dovrebbe ben sapere distinguere la natura delle cose) non hanno mai considerato come "forza sociale" i 2.400.000 disoccupati ufficiali (più quelli non ufficiali e le loro famiglie), che potrebbero essere almeno 6-7 milioni di persone in totale. Molto più degli iscritti ai singoli sindacati e alle varie confindustrie-artigiani-commercianti-ecc. Penso allora che, indipendentemente la modifica relativa al mondo del lavoro sia giusta, equa e efficace, lasciare fuori il 10-12% della popolazione italiana sia quantomeno poco democratico e di conseguenza contrario a ogni morale Cristiana. Dimenticavo, siamo governati da decenni da sedicenti cattolici. Ipocriti all'ennesima potenza.

Postato da DOR1955 il 24/03/2012 13:07

Franco Salis, hai detto che sei "vecchio" e si vede, anzi, si legge in tutti i commenti che scrivi. Risparmiaci le tue "lezioni" e le tue "bacchettate"; hai da tempo finito di fare l'insegnante e in Italia non abbiamo bisogno neppure di fondamentalisti (visto che spesso dalla Bibbia estrapoli solo quello che ti fa comodo). Impara (ma non lo farai mai, visto che sei "vecchio") a rispettare il pensiero altrui; se io vado sul sicuro su quanto dico è perchè ci credo, ma anche perchè mi informo e sono in grado di elaborare dati e analizzarli (contrariamente a quanto tu presumi). Conosci SPSS?. Lo sai usare? Ecco, quando avrai imparato a farlo, e solo dopo, potrai dirmi che non capisco nulla di statistica e dati. Ti chiedo comunque scusa per questo mio non usuale modo di esprimermi, ma tu mi sembri molto "testardo" e, nonostante tanti lettori critichino i tuoi commenti, insisti a voler avere, sempre e comunque, ragione. Nascondendoti dietro al fatto che sei "vecchio" e "professore di lettere in pensione". E il tuo attaccare, a prescindere, sempre e comunque le gerarchie ecclesiastiche (che non sono Santi e, quando è palese, non mi esimo dal farlo anch'io) forse è la miglior prova che nella tua testa hai troppi preconcetti, e, permettermi di dirtelo, un pizzico di "superbia". Lo sai che la "superbia" è la genesi del male?. Rifletti anche se "sei studiato". E non trattare gli altri come tuoi alunni; qualcuno potrebbe essere molto più "bravo" di te. Ti saluto in veneto, visto che tu ti diletti a farlo in sardo (amo la Sardegna): "Ciao, stame ben e non beare massa". (Ciao, stammi bene e non bere troppo).

Postato da Libero Leo il 24/03/2012 12:24

Forse sarei perfettamente d’accordo con mons. Bregantini: 1) Se avessi avuto una esperienza lavorativa molti anni fa come operaio, magari aderente alla CGIL. 2) Se non avessi mai lavorato come imprenditore con la viva responsabilità di assicurare il lavoro ai collaboratori non per un solo anno, ma per molti anni. 3) Se non tenessi presente la globalizzazione, che ci mette in competizione con paesi in cui si lavora molto più produttivamente. 4) Se non mi rendessi conto che ormai dobbiamo considerarci tutti precari e che l’Italia stessa è precaria e rischia il fallimento, a causa soprattutto di una diffusa cultura del lavoro ormai superata perchè ancora basata sulla lotta di classe, piuttosto che su un vero spirito di collaborazione e cooperazione tra tutti i lavoratori, dall’operaio all’imprenditore. 5) Se considerassi i lavoratori come titolari di diritti ed incapaci di sentire doveri e responsabilità; come persone che hanno sempre e comunque diritto al posto di lavoro fisso per tutta la vita; come persone incapaci di impegnarsi continuamente per migliorare sè stessi ed il contesto sociale in cui operano.

Postato da lucidio il 24/03/2012 10:24

Condivido perfettamente e mi collego a quanto postato da "DOR1955",non ritengo di entrare nel merito dell'aspetto tecnico della scelta di governo nè tanto meno sull'aspetto delle scelte sindacali ,in quanto sindacalista da oltre 30 anni e per professione tratto economia .Voglio invece riportarmi a quanto detto da Mons Bregantini che porta il ragionamento finalmente alla logica ,alla sintesi ,partendo dalla certezza che è il lavoro al servizio dell'uomo e non il contrario.Temo sinceramente che Mons.Bregantini abbia dato n grido d'aiuto Il passaggio di leggi come queste al di la del profitto, intendono asservire l'uomo allo stato,distrarlo dalla propria natura e facendoci tutti preoccupare dei debiti che potremmo lasciare ai posteri malcelano un messaggio di odio, di guerra tra poveri ,di avversione tra categorie di lavoratori che stanno costruendo un Paese che si alimenta giorno dopo giorno dando sempre più spessore anche a piccoli contrasti e viviamo l'incitazione all'odio,alla violenza gratuita ,ad un bieco giustizialismo,tutti contro tutti.Diamo forza a Monsignor Bregantini ,riprendiamo in mano la vita che i nostri padri ci hanno consegnato ,con maggiore umiltà ma con pari dignità,rivendicando i valori cui nessuna convenienza economica ci farà abiurare.

Postato da Franco Salis il 24/03/2012 01:03

@DOR1955 il 23/03/2012 16.01, Io non sono un tecnico, ma lo è il presidente Monti il quale sa benissimo come funziona sia l’economia reale, sia la finanza sana e quella così detta creativa. Sa anche che l’attuale parlamento è fatto di inetti pr......te e pruringadati i collusi e condannati e si avvalgono della presunzione di innocenza fino al 3° grado, diversamente come farebbero a compiere altri delitti? Come giustifichi i tuoi giudizi, quanto meno avventati e privi di analisi dei fatti “instaurare conflitti anziani e giovani ricchi e poveri e privilegiati e svantaggiati”. Quali argomenti adduci per affermare che questo governo vuole “assumere facile e licenziare facile”. Ma se non hai capito la strategia politica di Monti come fai a dire che “leggono troppi libri di economia”? Non trovi che sia una “offesa “dire ciò ad un intellettuale che non solo legge ma scrive libri di economia. Bergantini che non è andato oltre il solito luogo comune, ha avuto la furbizia di metterlo sotto forma interrogativa, per vendere meglio la sua merce, tu invece ci vai giù sicuro, vedi che sei vittima di luoghi comuni alla Bergantini. Ciascuno di noi può dire qualunque cosa crede a condizione che adduca argomentazioni, ma se fai sparate, fai solo danno. @Giulia D'Ambrosio il 23/03/2012 16.54,Io sono un insegnante di lettere in un liceo di provinciain pensione e sono sardo, o meglio come ho detto in precedente post sardo D.O.C.G. (come i vini, denominazione di origine controllata e garantita), e più precisamente di Sassarese autentico, non accudiddu (proveniente dal circondario) in ciabi (In possesso delle chiavi della città e quindi padrone) magna caula e impicca babbu. (mangiatore di cavoli attività lavorativa prettamente articola e impicca babbo, quest’ultima è una leggenda . Sono d’accordo con te che l’uso di certe espressioni sono poco gradite, ma se le osservi con maggiore attenzione avvertirai che queste sono pronunziate perché questo governo, pur dovendo rispondere al parlamento che è quello che è, mai così in basso , è distaccato dalla logica che dominava i precedente governi con la massima espressione dell’ultimo. Mia figlia che gira le capitali d’Europa per lavoro deve diversificare il suo inglese per nascondere le origini italiane, diversamente : ah tu bunga bunga. Ora gli investitori non possono impegnare le loro finanze in una Italia retta da un fuggitivo, e quando costui ha capito che assieme alle aziende italiane sarebbero sprofondate anche le sue, le ha messe al riparo dimettendosi e consentendo una virata. Io ho detto il contrario: col nuovo governo si sta stabilendo una nuova relazione industriale sulla base di una nuova cultura che vede gli imprenditori e gli operai non più in conflitto tra loro ma solo in contrapposizione dialettica o meglio dialogo (dialettica e dialogo hanno la stessa radice, ma la prima è riferita allo scontro, la seconda alla ricerca del logos) ciascuno dalla propria parte per l’interesse dell’azienda che si traduce per il bene di tutti. Naturalmente questo cammino è pieno di ostacoli che vengono frapposti dalla mafia dai sanguisuga, dai trasferimenti all’estero, da evasione ed elusione delle tasse. Quanto al NWO =Nuovo Ordine Mondiale, non lo sapevo e me lo sono andato a cercare in rete. Ho trovato che trattasi di affermazioni demenziali del tipo le alluvioni della Sicilia e Calabria sono un segno del castigo di Dio. Questa è una bestemmia, perché essendo Dio bontà infinita non castiga nessuno, neppure i suoi ministri che lo tradiscono. Necessariamente questo governo deve accorciare la forbice del costo del lavoro, se no le nostre aziende scappano e le straniere non arrivano. Quanto a me ormai sono fuori combattimento, non tanto perché quasi vecchio ma per salute precaria, e con una aspettativa di vita non certo lunga. Per quanto riguarda la Chiesa, leggiti i miei precedenti commenti. Saruddu e triggu (salute e grano cioè prosperità)

Postato da Giulia D'Ambrosio il 23/03/2012 16:54

Intanto credo che ormai il Governo passato sembra appartenere ad un'epoca passata non suggellata né da rimpianti nè da una memoria inutile e dannosa.Tutti abbiamo accolto con favore un Governo fatto almeno di competenze e rigore ma ahimè siamo affranti dalla consapevolezza di un pericolo più grande:Il NWO ! Non voglio spiegarle cos'è e se lo sa già di certo noi non vogliamo esserne vittime.Le dichiarazioni rilasciate dal presidente della commissione giustizia lavoro e pace sono coraggiose e distanti da altri suoi componenti ,pertanto parole libere e lodevoli.La Chiesa non sempre è un luogo di santi.Caro sign. Salis non so quale sia il suo lavoro né dove lei viva (sardegna?) ma le posso assicurare che il giorno che avevo deciso di licenziare la mia unica collaboratrice ho passato una notte insonne , ho pianto ed ho deciso che entrambe saremmo uscite dalla porta del negozio quando non ce l'avremmo più fatta.Dunque chieda al "competente" governo di mettere le imprese in condizione di lavorare, di tassare il giusto, di non finanziare ma di facilitare la nostra opera .Noi piccoli ci siamo conquistati il lavoro giorno per giorno , non abbiamo chiesto sacrifici allo Stato e guarda caso vogliamo che stiano bene anche coloro che lavorano con noi perché con loro spendiamo la vita.Se davvero vuol fare cosa utile , visto che i partiti non esistono più , ponga il suo impegno civile in ogni ora della sua vita per voler bene all'Italia così .L'Europa ha bisogno di scrivere regole di pace e salvaguardia dei popoli per esistere e se non sarà possibile preferisco soffrire ed avere l'autonomia del mio Paese con la lira , senza euro , col mio grano , le mie arance , la mia terra !

Postato da DOR1955 il 23/03/2012 16:01

Potrebbe anche succedere che il governo Monti rimetta in ordine i conti dell'Italia (se a fine anno però avremo un PIL a -3% e 400.000 posti di lavoro in meno avrà, in ogni caso, miseramente fallito) ma una cosa mi interessa evidenziare, al di la dell'art. 18 di cui ho avuto modo esprime il mio parere in altri interventi su questa testata. Il governo Monti è riuscito a fare una cosa che in Italia non accadeva da oltre 30 anni; e cioè creare un clima di tensioni sociali non molto dissimili (allora ideologiche) dei famosi anni di piombo. E' riuscito a fare cose moralmente "ignobili" quali quelle di instaurare conflitti fra anziani e giovani - ricchi e poveri - privilegiati e svantaggiati - lavoratori e disoccupati e tante altre. In nome dell'Europa?. E' da tempo che sostengo, e ogni giorno che passa lo "grido" più forte, che Monti e i suoi ministri sono "ipocriti" al servizio dei veri poteri che comandano in Italia; lo continuerò a ribadire fino al momento in cui saranno in grado (anzi, gli verrà permesso) di fare manovre strutturali che possano rilanciare questo disastrato paese. E la prima cosa da fare è la creazione di posti di lavoro. Senza nuovi posti di lavoro parlare di art. 18 è pura demagogia, anzi, presa in giro delle persone oneste. Cosa serve "assume facile o licenziare facile" se a un certo momento non esistono più aziende? Si va a fare tutti i dipendenti pubblici? Questi leggono troppi trattati di economia e come spesso accaduto nella storia, i più grandi disastri economici sono stai fatti proprio dai tecnici - dagli economisti. Con l'aggravante che questo governo sta distruggendo anche il tessuto sociale del paese. Un lavoratore, una persona umana, come dice Mons. Bergantini, non è merce, non è un numero come PIL-Spread-utili-azioni e quanto riferentesi all'economia; è prima di tutto un essere umano che "ha diritto" di essere trattato come tale. Con Monti e "soci" siamo diventati tutti numeri; ma che vada a fare danni alla Bocconi, almeno quelli li pagano i ricchi. Monti, vai via. Per il bene dell'Italia. Spero solo non torni Berlusconi (questo l'ho scritto perchè qualcuno pensa che sia un mio protetto)!

Postato da Franco Salis il 23/03/2012 12:43

Beh! Visto che quasi tutti i commenti sono a favore del vescovo, una voce “stonata” ci sta bene. Guai, se il governo dovesse ascoltare la CEI e non la CGIL!. E’ sempre tardi che i vescovi singoli o associati la smettano di farsi belli con le piume del pavone! Il vescovo Giancarlo Bregantini ha dato seguito ad una sequenza di valutazioni inesatte. La CGIL si è tirata indietro essa e ha trascinato le titubanti altre confederazioni . Greganti quanti anni ha? È ancora nostalgico della vecchia D.C. che, nonostante i meriti e demeriti indiscutibili, aveva tempi molto lunghi. Chi ha seguito la “vecchia” politica non può non riconoscere che i tempi lunghi non erano dati dalla difficoltà dei problemi, MA DALL’ACCORDO DI SPARTIZIONE DELLE POLTRONE, secondo il manuale Cencelli. Ma la perla del vescovo sta nel domandarsi se il governo si è chiesto se i lavoratori sono “persone o merce” .Ti posso rassicurare, se osservi bene, il governo non solo si è posto la domanda, ma ha anche dato la giusta risposta. La sua azione infatti è rivolta ad assicurare non solo il lavoro la cui mancanza lede la dignità, ma anche un lavoro che sia una risposta a “andate e soggiogate la terra” (genesi),cioè un lavoro che renda la terra sempre più adatto all’uomo e a tutti gli uomini. Te la ricordi la “ Laborem exercens” di Ioannes Paulus PP. II del 1981.09.14 in occasione del 90° anniversario della Rerum novarum ? MONTI STA FACENDO QUESTO, prendendo tempo, là dove occorre, ma negandolo quando sono in ballo le esigenze del “proprio particulare”. Stai tranquillo le legittime esigenze dei cittadini, cristiani e no, di Campobasso-Bojano verranno soddisfatte. Voglio sperare che il “nostro” vescovo non sia nostalgico (ma no lo credo) del governo del fuggitivo, il cui comportamento è sceso talmente in basso che veramente ha privato l’Italia di ogni forma di “dignità”. In un altro commento ho auspicato che il nuovo parlamento sia costituito da giovani intellettuali di elevata formazione culturale cristiana che abbiano il coraggio e la capacità di tenere testa anche alla gerarchia, se no, le cose andranno veramente male. Quante camice hanno dovuto sudare don Sturzo e De Gasperi per tener testa all’arroganza della gerarchia! Ma erano uomini lungimiranti a fronte della grettezza della gerarchia e oggi fra il laicato impegnato abbiamo tanti don Sturzo e tanti De Gasperi. Questo è ciò che mi fa sperare . @ Giulia D'Ambrosio, certo che il governo tiene conto di quello che auspichi, non esiste più la cultura dei lavoratori-sfruttati contrapposta a quella di imprenditori-sfruttatori . Monti sta traducendo in azione politica questa cultura. Lascialo perdere quel coso parlamentare che facendo cadere il governo Prodi ha detto, “sinora abbiamo sostenuto le imprese, ora dobbiamo sostenere gli operai” quel coso appartiene ad un altro mondo! A chent’annos (beh, ormai lo sapete che cosa significa, no?)

Postato da Giulia D'Ambrosio il 22/03/2012 23:53

Noi siamo tra quei fortunati che con Mons. Bregantini in Molise si sentono sostenuti da un impegno non comune di ascolto e cultura del lavoro e della pace.Mi chiedo , da imprenditrice,perché non debba essere considerato prioritario per il Governo aiutare le imprese a resistere ed a rilanciarsi cosicché possano continuare a sostenere le imprese sane e soprattutto frenino il cattivo costume della delocalizzazione specialmente di quelle imprese che hanno goduto degli sforzi economici di un Paese che le ha finanziate e sostenute.Troppo alto il carico fiscale sulle imprese e nessuno sforzo a limitare i privilegi e le corruttele che risiedono nelle alte sfere. Non è questa l'Italia in cui avevo immaginato di vivere.Ha ragione Padre Giancarlo, recuperare l'etica a 360° è la priorità.E infine credo proprio che non si possa lasciar fuori la CGIL dalle decisioni in materia di lavoro, ignorare la sua ampia rappresentanza ,sarebbe un grave strappo alla democrazia.

Postato da anucera il 22/03/2012 20:10

Ho avuto in passato l'immenso privilegio di conoscere mons. Giancarlo Maria Bregantini e non mi aspettavo niente di meno sa lui, se non questo lucido ed equilibrato ntervento. Una perla di saggezza da porre a pietra miliare nel dibattito in corso sulla riforma del mercato del lavoro. Non so se avrò la fortuna di reincontrare, dopo ormai più di vent'anni, Mons. Giancarlo, intanto un sentito ringraziamento per questa preziosa presa di posizione da parte sua.

Postato da G.Mario28 il 22/03/2012 18:09

Se il Governo non ascolta la Cgil ascolti la CEI. Mons. Bregantini ha spiegato molto bene che un lavoratore non va trattato come una merce non più utile. E' assurdo che abbiano più potere di interdizione i taxisti che un Sindacato ed un partito. Anche il Terzo Polo ascolti la voce di Mons. Bregantini.

Postato da spark il 22/03/2012 17:48

Condivido in pieno l'analisi di Mons. Bregantini sulla riforma Fornero. Spiace che un governo, di cui sono stato sin dall'inizio ( e rimango) sostenitore, non si sia posto il problema (come dice Mons. Bregantini) se "il lavoratore e' persona o merce"! Per quelli che danno i dati per sentito dire,mi permetto di rilevare che dai rispettivi siti on line, i dati definitivi del tesseramento per il 2011 sono i seguenti: CISL, totale iscritti 4.485.383 di cui 2.300.654 pensionati. CGIL, totale iscritti 5.775.962 di cui 2.997.404 pensionati! Aggiungo che il livello di Bonanni si vede anche dalle sue giravolte: mi dispiace per il suo o la sua (mi scuso ma io sono abituato a metterci la firma e la faccia nei miei post, e quelli che usano, lecitamente solo il nickname, non riesco a distiguerne il sesso) estimatore, dalle ulimissime news on line (leggo nei vari siti dei giornali), che ha cambiato parere, e adesso afferma di essere d'accordo con Bersani (sara' anche lui diventato di scuola CISL?)!!! Saluti, Osvaldo Bardelli

Postato da luciocroce il 22/03/2012 16:20

Caro Mons. Bregantini, grazie per questo Suo equilibrato intervento che rimette al centro la persona; personalmente, mi rendo conto che Monti debba pagar dazio ad un'Europa quasi tutta governata dalla destra (in particolare i Paese più importanti), che ritiene ancora valide le politiche monetariste/liberiste; però una parola chiara va comunque detta.

Postato da antonel il 22/03/2012 16:03

Il "primo sindacato italiano" ha tre milioni di iscritti pensionati su 5 milioni di aderenti. E quei tre milioni scenderanno in piazza, come sempre, anche se la riforma non li sfiora. Mi sembra che come al solito Bonanni e la Cisl siano di un altro livello. L'altra sera all'Infedele Piere Carniti è stato di una lucidità e di una concretezza impressionante. La scuola Cisl è lucida e non ideologica. Mi piacerebbe che lo scriveste. Grazie

Postato da Andrea Annibale il 22/03/2012 12:39

C’è il rischio che, per una certa fretta, saltino alcuni meccanismi di mediazione che sono indispensabili. Soprattutto, la mediazione tra Monti e il PD. E poi il ruolo centrale del Parlamento, dove alcuni punti salienti della riforma del lavoro potranno essere rivisti. Non dobbiamo dimenticarci le ragioni per cui è sorto questo Governo: per evitare una crisi finanziaria internazionale gravissima e per rimediare a un grave disequilibrio nell’economia e nel lavoro. La discriminazione tra lavoratori pubblici e privati mi pare inaccettabile. Così pure è ingiusta la discriminazione tra precari e lavoratori a tempo indeterminato. Per non parlare della disuguaglianza tra chi si è messo “a posto” nella vecchiaia con una lauta rendita ed un cospicuo capitale ed i giovani che forse non avranno neanche una pensione accettabile. Il senso della Grande Coalizione è che ciascuno fornisca le proprie idee al Paese, le idee migliori, fedele alla propria specifica tradizione, liberale, centrista o socialdemocratica. La Chiesa ha il diritto dovere di proporre proposte che rispecchiano le Encicliche Sociali ma è il Parlamento sovrano che, con la necessaria mediazione, deve poter decidere in rappresentanza dei cittadini. Facebook: Andrea Annibale Chiodi; Twitter: @AAnnibale.

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