17/04/2012
Da sinistra: il segreatrio del Pdl Angiolino Alfano, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e il segretario dell'Udc Pier Ferdinando Casini (Ansa).
Nel Paese, cittadini e classe politica marciano
in direzioni opposte. Sempre
più distanti. Se la maggior parte degli
italiani “tira la cinghia” o versa “lacrime e
sangue”, chiamata a sacrifici sempre più drastici,
il Parlamento dà prova di inadeguatezza.
Oltre a cattivi esempi. Dopo aver fatto un
passo indietro, per scongiurare il rischio di
una bancarotta, ora rialza la testa. Pare, però,
non aver compreso la gravità del momento
e le tensioni del Paese. La “vecchia politica”
rispolvera bizantinismi e litigiosità, a difesa
di interessi di parte. O dei privilegi di
“casta”. Non un solo gesto li rende compartecipi
delle sofferenze comuni. Per dirla con le
parole di Gesù ai farisei: «Caricano gli altri di
pesi insopportabili, che loro non toccano
nemmeno con un dito» (Luca 11,46).
Intanto, la pressione fiscale e le bollette
salgono alle stelle, il potere d’acquisto è ridotto
all’osso, i suicidi di imprenditori e disoccupati
crescono ogni giorno. C’è nel Paese
una rabbia diffusa. A scongiurarla, non basta
ribattere che si tratta di “populismo” e
“demagogia”. Purtroppo, oggi, la vera antipolitica
è l’insensibilità dei partiti. E la loro resistenza
a un profondo rinnovamento. Hanno
sperperato un capitale di consensi.
Né giova, a risollevarne le sorti, lo scandalo
dei rimborsi elettorali. Un fiume incontrollato
di soldi pubblici per usi impropri: personali
e familiari. Dal 1994, i partiti hanno bruciato
2,3 miliardi di euro. Una piccola Finanziaria.
A questo immenso bancomat hanno
attinto senza pudore. Alcune Procure hanno
appena scoperchiato il vaso di Pandora
sull’appropriazione indebita di denaro pubblico.
Dagli esponenti della Lega al tesoriere
della Margherita. Episodi nauseanti di allegra
gestione. In assenza di controlli.
Casi che dimostrano, una volta di più, l’urgenza
di una nuova legge sul finanziamento
pubblico dei partiti. E norme che non siano
“all’acqua di rose”, come quelle prospettate.
Un elenco di buoni propositi. Un’altra
“legge truffa”. Dopo quella del referendum
del 1993. Dalla politica ci si attendono tagli
consistenti alle spese. Immediati, non a partire
dalla prossima legislatura!
Finora, abbiamo assistito alla commedia
dell’inconcludenza. Vuote promesse di austerità.
Un vero bluff. Insopportabile e indecente.
La “casta” continua a traccheggiare. Ma la
questione è cruciale. Ha scritto Carlo Cardia
su Avvenire: «Non è in discussione soltanto
l’onestà di alcuni politici, ma la fiducia stessa
che la politica possa essere onesta».
La cartina di tornasole sarà a luglio prossimo,
quando i partiti riceveranno un’altra
consistente tranche di rimborsi elettorali. Potrebbero
rinunciarvi a favore del volontariato,
come chiede don Ciotti. O del servizio civile,
come auspica Andrea Olivero delle Acli.
Sarebbe una “boccata d’ossigeno” per ventisettemila
giovani. Ma anche per la credibilità
della classe politica!