Soldi pubblici, la casta come i farisei

Anticipiamo il "Primopiano" di Famiglia Cristiana N. 17, in edicola dal 18 aprile. Lo scandalo dei rimborsi elettorali per usi impropri.

17/04/2012
Da sinistra: il segreatrio del Pdl Angiolino Alfano, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e il segretario dell'Udc Pier Ferdinando Casini (Ansa).
Da sinistra: il segreatrio del Pdl Angiolino Alfano, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e il segretario dell'Udc Pier Ferdinando Casini (Ansa).

Nel Paese, cittadini e classe politica marciano in direzioni opposte. Sempre più distanti. Se la maggior parte degli italiani “tira la cinghia” o versa “lacrime e sangue”, chiamata a sacrifici sempre più drastici, il Parlamento dà prova di inadeguatezza. Oltre a cattivi esempi. Dopo aver fatto un passo indietro, per scongiurare il rischio di una bancarotta, ora rialza la testa. Pare, però, non aver compreso la gravità del momento e le tensioni del Paese. La “vecchia politica” rispolvera bizantinismi e litigiosità, a difesa di interessi di parte. O dei privilegi di “casta”. Non un solo gesto li rende compartecipi delle sofferenze comuni. Per dirla con le parole di Gesù ai farisei: «Caricano gli altri di pesi insopportabili, che loro non toccano nemmeno con un dito» (Luca 11,46).

Intanto, la pressione fiscale e le bollette salgono alle stelle, il potere d’acquisto è ridotto all’osso, i suicidi di imprenditori e disoccupati crescono ogni giorno. C’è nel Paese una rabbia diffusa. A scongiurarla, non basta ribattere che si tratta di “populismo” e “demagogia”. Purtroppo, oggi, la vera antipolitica è l’insensibilità dei partiti. E la loro resistenza a un profondo rinnovamento. Hanno sperperato un capitale di consensi.

Né giova, a risollevarne le sorti, lo scandalo dei rimborsi elettorali. Un fiume incontrollato di soldi pubblici per usi impropri: personali e familiari. Dal 1994, i partiti hanno bruciato 2,3 miliardi di euro. Una piccola Finanziaria. A questo immenso bancomat hanno attinto senza pudore. Alcune Procure hanno appena scoperchiato il vaso di Pandora sull’appropriazione indebita di denaro pubblico. Dagli esponenti della Lega al tesoriere della Margherita. Episodi nauseanti di allegra gestione. In assenza di controlli.

Casi che dimostrano, una volta di più, l’urgenza di una nuova legge sul finanziamento pubblico dei partiti. E norme che non siano “all’acqua di rose”, come quelle prospettate. Un elenco di buoni propositi. Un’altra “legge truffa”. Dopo quella del referendum del 1993. Dalla politica ci si attendono tagli consistenti alle spese. Immediati, non a partire dalla prossima legislatura!

Finora, abbiamo assistito alla commedia dell’inconcludenza. Vuote promesse di austerità. Un vero bluff. Insopportabile e indecente. La “casta” continua a traccheggiare. Ma la questione è cruciale. Ha scritto Carlo Cardia su Avvenire: «Non è in discussione soltanto l’onestà di alcuni politici, ma la fiducia stessa che la politica possa essere onesta».

La cartina di tornasole sarà a luglio prossimo, quando i partiti riceveranno un’altra consistente tranche di rimborsi elettorali. Potrebbero rinunciarvi a favore del volontariato, come chiede don Ciotti. O del servizio civile, come auspica Andrea Olivero delle Acli. Sarebbe una “boccata d’ossigeno” per ventisettemila giovani. Ma anche per la credibilità della classe politica!

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Postato da Profe il 19/04/2012 12:34

Concordo con l'indignazione e il disgusto per il comportamento sia dei singoli politici (o amministratori, come formigoni, che con la sua blasfemia non suscita alcuno scandalo però) sia dei partiti stessi. A Rodilfo Vialba risponderei che il finanziamento pubblico ai partiti, bocciato col referendum del '93, verrebbe nuovamente bocciato (come col referendum sul nucleare) dai cittadini: i partiti (come le fondazioni) sono enti PRIVATI (anche se svolgono una funzione pubblica, come la Chiesa) e come tali chi vuole li può sovvenzionare: non è giusto che coi miei soldi venga aiutata la parte politica che contrasta coi miei principi (stesso ragionamento per i giornali). Il 4 per mille da destinare ai partiti (governo Prodi-1997)è giusto se ognuno può scegliere a chi darlo; per le donazioni poi non possono essere anonime fino a 50 mila come da legge-berlusconi 2006! ma tutte (anche i 50 €) con tracciabilità e parificate alle altre. Oltre al controllo terzo, aggiungerei anche un tetto, superato il quale i soldi in più dovrebbero essere devoluti a una cassa comune, magari per le spese del Parlamento. Così si aiuta veramente la politica. Finchè circoleranno troppi soldi facili, si dedicherà alla politica solo chi vuole "sistemarsi", non chi vuole darsi da fare per la comunità. Finiamola poi di considerare antipolitica, demagogia, qualunquismo chi aderisce al movimento 5 Stelle: certo, non ci sono alle spalle le profonde ideologie del passato (comunismo, liberismo, capitalismo,sappiamo dove esse ci hanno portato...), però ci sono programmi e scelte concrete(i famosi 5 punti) che delineano un nuovo tipo di sviluppo della società. Utopia? Demagogia? Forse, vedremo i fatti; certo non antipolitica nè qualunquismo.

Postato da PieroP._01 il 19/04/2012 11:48

In Italia la Politica (camere, governo) e altri enti sono SENZA CONTROLLO, ossia non c'è nessuno che li controlli. Possono fare tutto quello che vogliono e, quel che è peggio, IN NOME DEL POPOLO CHE LI HA ELETTI. Non si dovrebbe cominciare a stabilire un ente, una persona, un qualcosa che intervenga quando commettono guai? Intanto Monti stava tentando di abbassare i compensi ai parlamentari e lo hanno bloccato i presidenti delle camere. Se un giudice trova materia sufficiente per incriminare un parlamentare, le camere al 99,99% non concedono l'autorizzazione. INSOMMA SONO SENZA CONTROLLO. Vado ancora più dietro nel tempo: i cosiddetti "padri" della Costituzione non si sono accorti di queste deficienze della costituzione? O erano della stessa pasta dei loro successori?

Postato da Rodolfo Vialba il 18/04/2012 18:30

E’indubitabile che i partiti politici, di questi tempi, non godano di grande popolarità. Prescindendo della cause che ne determinano la collocazione all’ultimo posto (4%) nella graduatoria degli enti e delle istituzioni nei quali gli italiani ripongono fiducia, va osservato che il sistema parlamentare di democrazia rappresentativa, quale delineato dalla nostra Costituzione, non può vivere senza partiti, o comunque senza strutture ed organismi di rappresentanza delle idealità, dei valori, degli interessi, delle esigenze e necessità presenti nel Paese. Avendo l’obbligo di far tesoro degli insegnamenti della storia, questa ci ricorda che in politica quando si crea un vuoto viene subito occupato da qualcuno o qualcosa. Così è stato ai tempi di Tangentopoli: il vuoto creatosi con la scomparsa di una intera classe politica è stato occupato dalla Lega di Bossi e da Forza Italia di Berlusconi e non possiamo certo dire che sia stato un bene per il Paese. Ciò detto non significa che i partiti, in particolare in una fase economicamente difficile per il Paese come quella attuale e in ragione degli scandali che emergono dalle indagini della magistratura sul Tesoriere della Margherita, Lusi, e su quello della Lega, Belsito, che coinvolge molti dirigenti della Lega stessa, possano limitarsi a qualche ritocco della loro immagine e ritenere, con ciò, che sia possibile riconquistare la fiducia dei cittadini. Se è vero che abolire il finanziamento dei partiti, oggi chiamato “rimborso spese elettorali”, apre la strada al condizionamento dei partiti da parte dei potentati economici e finanziari (quasi non fosse vero che questo già oggi avviene senza alcun controllo), altrettanto vero è che le proposte del PdL, PD, e UDC, si limitano solo a rivedere le modalità di controllo e rendicontazione delle somme elargite dallo Stato, ma lasciano inalterate le norme di legge sull’entità dei rimborsi. Non c’è dubbio che vadano definite nuove e diverse modalità di controllo e rendicontazione, ma non deve neanche esserci dubbio sulla necessità di modificare le norme di legge in vigore in merito ai rimborsi, non per abolirli ma per riportarli a livelli di coerenza con le spese realmente sostenute. Più che di rimborsi sarebbe allora opportuno discutere di finanziamento ai partiti, così come fa la legge di iniziativa popolare promossa da Pellegrino Capaldo, per la quale si stanno raccogliendo le firme di presentazione al Parlamento, che si basa su contributi personali fino a 2.000 euro, a cui lo Stato riconosce un credito di imposta del 95%, oppure come altri sostengono, la possibilità che il finanziamento avvenga attraverso un meccanismo analogo a quello dell’8 o 5 per mille previsto nella dichiarazione dei redditi per le Confessioni Religiose e per le ONLUS, la ricerca scientifica, ecc. Va infine ricordato che dopo 64 anni dalla approvazione della Costituzione i partiti anzitutto, e poi il Parlamento, non hanno ancora provveduto a dare attuazione a quanto stabilito dall’art. 49 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. L’insieme di queste misure, riguardando il contenitore (il partito), non è detto siano sufficienti a ridare credibilità e fiducia nei partiti, dipendendo questa molto più dal contenuto (la politica) che dal contenitore, ma sarebbero dei passi in avanti credibili e significativi.

Postato da martinporres il 18/04/2012 17:49

Per Torre: Cosa centrano gli "emeriti Padri"? Dobbiamo tornare allo stato pontificio?

Postato da anna69 il 18/04/2012 17:37

Come mai a denunciare tali fatti, con riferimenti appropriati, siete sempre solo voi di Famiglia Cristiana e pochi altri? La mia paura sta nel fatto che anche se qualche partito rinunciasse alla sua quota di rimborso e la devolvesse in beneficenza, chi sorveglierebbe che la donazione fosse vera o fittizia e finisse nuovamente nelle mani, una volta pomposamente elargita, sempre dei soliti noti, vale a dire i politici stessi? Il grosso problema è che, chi sta al potere non conosce e, sottolineo non conosce, la vita di tutti i giorni; prendono soldi a palate, non guadagnano mille euro al mese, ma molti di più. Come possono comprendere l'operaio, non più in tenera età, che perde il lavoro; il piccolo onesto imprenditore cui le banche non danno alcun euro di prestito; il giovane che si vuole fare una famiglia, costruire una casa,ma sta perdendo il lavoro perchè la sua fabbrica, o azienda sta chiudendo per aprirne un'altra all'estero; il padre di famiglia che non sa dove sbattere la testa perchè con un pretesto divenuto ormai facile la sua fabbrica può licenziarlo senza tanti problemi, basta dire che la produzione della merce non è di qualità, anche se non è vero. Come fa, ribadisco, la nostra classe dirigente, compresa l'attuale, a immedesimarsi in tutto questo? E' impossibile! Facciamoli scendere dal piedistallo, non scegliamoli più. Ma chi prendere al loro posto?

Postato da Torre il 18/04/2012 15:55

Come mai non avete inserito il mio commento....C'è qualcosa che non va in quello che ho scritto. Vi ricordo che sono un cristiano.

Postato da Torre il 18/04/2012 09:59

Quanto tempo occorre per l'approvazione e la pubblicazione? Saluti da Torre.

Postato da Torre il 18/04/2012 09:51

Mi domando e mi chiedo, ma la Cei in tutto questo come si dispone. Ci sembriamo abbandonati a un cupo destino. siamo sommersi di tasse per coprire un debito, non basta quello che abbiano da privati, creato da lora stessi. La gente muore e i emeriti "Padri" tacciono. Vogliamo qualcuno che gridi Giustizia. Molta gente la notte non dorme perchè non sa il suo domani, invece Monti la notte non dorme per cercare ed emettere ancora tasse per il domani. Siamo stanchi, depressi, esauriti, mentre i politici si spartiscono il malloppo.

Postato da DOR1955 il 18/04/2012 08:55

A dimostrazione che all’ipocrisia dei politici non c’è limite riporto quanto espresso dal governatore della Lombardia "formigoni" a domanda circa i suoi rapporti con tale Daccò. Risponde il "formigoni": "Anche Gesù ha sbagliato a scegliersi uno dei collaboratori, non pensiamo di essere impeccabili. Può essere che ciascuno di noi abbia nelle sue infinite conoscenze una persona che non è perfettamente limpida ma questo lo stabilirà la magistratura». Se il paragone non è improprio, è di sicuro blasfemo. E questo sarebbe un alto esponente di Comunione e Liberazione? Ma che tipo di movimento è Comunione e Liberazione? Un tempo avevamo il “fuggitivo” (termine tanto caro a Franco) che si autoproclamò “unto dal Signore”, adesso abbiamo l’alter ego di Gesù: domani chi sostituirà lo “Spirito Santo”?. Spero solo che Dio, quello vero, quello dei veri Cristiani, visto che gli umani (i politici e chi comanda in genere) non faranno mai gli interessi delle persone oneste ma solo i propri, e quasi sempre loschi, , spero, come dicevo, che provveda presto a estirpare questa “generazione malvagia”!

Postato da Rodolfo Vialba il 18/04/2012 08:15

E’indubitabile che i partiti politici, di questi tempi, non godano di grande popolarità. Prescindendo della cause che ne determinano la collocazione all’ultimo posto (4%) nella graduatoria degli enti e delle istituzioni nei quali gli italiani ripongono fiducia, va osservato che il sistema parlamentare di democrazia rappresentativa, quale delineato dalla nostra Costituzione, non può vivere senza partiti, o comunque senza strutture ed organismi di rappresentanza delle idealità, dei valori, degli interessi, delle esigenze e necessità presenti nel Paese. Avendo l’obbligo di far tesoro degli insegnamenti della storia, questa ci ricorda che in politica quando si crea un vuoto viene subito occupato da qualcuno o qualcosa. Così è stato ai tempi di Tangentopoli: il vuoto creatosi con la scomparsa di una intera classe politica è stato occupato dalla Lega di Bossi e da Forza Italia di Berlusconi e non possiamo certo dire che sia stato un bene per il Paese. Ciò detto non significa che i partiti, in particolare in una fase economicamente difficile per il Paese come quella attuale e in ragione degli scandali che emergono dalle indagini della magistratura sul Tesoriere della Margherita, Lusi, e su quello della Lega, Belsito, che coinvolge molti dirigenti della Lega stessa, possano limitarsi a qualche ritocco della loro immagine e ritenere, con ciò, che sia possibile riconquistare la fiducia dei cittadini. Se è vero che abolire il finanziamento dei partiti, oggi chiamato “rimborso spese elettorali”, apre la strada al condizionamento dei partiti da parte dei potentati economici e finanziari (quasi non fosse vero che questo già oggi avviene senza alcun controllo), altrettanto vero è che le proposte del PdL, PD, e UDC, si limitano solo a rivedere le modalità di controllo e rendicontazione delle somme elargite dallo Stato, ma lasciano inalterate le norme di legge sull’entità dei rimborsi. Non c’è dubbio che vadano definite nuove e diverse modalità di controllo e rendicontazione, ma non deve neanche esserci dubbio sulla necessità di modificare le norme di legge in vigore in merito ai rimborsi, non per abolirli ma per riportarli a livelli di coerenza con le spese realmente sostenute. Più che di rimborsi sarebbe allora opportuno discutere di finanziamento ai partiti, così come fa la legge di iniziativa popolare promossa da Pellegrino Capaldo, per la quale si stanno raccogliendo le firme di presentazione al Parlamento, che si basa su contributi personali fino a 2.000 euro, a cui lo Stato riconosce un credito di imposta del 95%, oppure come altri sostengono, la possibilità che il finanziamento avvenga attraverso un meccanismo analogo a quello dell’8 o 5 per mille previsto nella dichiarazione dei redditi per le Confessioni Religiose e per le ONLUS, la ricerca scientifica, ecc. Va infine ricordato che dopo 64 anni dalla approvazione della Costituzione i partiti anzitutto, e poi il Parlamento, non hanno ancora provveduto a dare attuazione a quanto stabilito dall’art. 49 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. L’insieme di queste misure, riguardando il contenitore (il partito), non è detto siano sufficienti a ridare credibilità e fiducia nei partiti, dipendendo questa molto più dal contenuto (la politica) che dal contenitore, ma sarebbero dei passi in avanti credibili e significativi.

Postato da folgore il 17/04/2012 20:48

E se rinunciassero in favore di una cassa ove potessero attingere quei piccoli imprenditori che rischiano ogni giorno? E se lo facessero solo per devolverli per calare il debito pubblico?

Postato da martinporres il 17/04/2012 18:48

Situazione molto difficile, con una classe dirigente non all' altezza della situazione sia da un punto di vista etico che da quello delle competenze. Puntano tutti alla difesa dei propri interessi sia singoli che corporativi. Il bene comune è un illustre sconosciuto. Personalmente sono pessimista........

Postato da viaggiatore il 17/04/2012 17:54

Vorrei fare due considerazioni. La prima riguarda il sostentamento e la libertà dei singoli partiti dalle lobby economiche. Se sono potuti sparire centinaia di migliaia di euro ( milioni , anzi! ) dalle casse dei partiti senza che questi mostrassero segni di "affanno da mancato sostentamento" , questo significa che erano tutti soldi in eccesso rispetto alle reali necessità dimostrabili esistere per garantire libertà e autonomia ai partiti stessi. Secondo punto, i farisei erano giudei osservanti, a parole, della Thorà e come i 3/4 ( più o meno) dei parlamentari e amministratori , erano devoti e assidui frequentatori del tempio. per cui che desolazione! Questi sono i cattolici in politica! non dimentichiamolo: la maggior parte sono cattolici! ma che cattolici, però. Da vergogna! cordiali saluti

Postato da Andrea Annibale il 17/04/2012 14:56

E’ una situazione scandalosa, come ben pone in luce l’articolo del direttore don Sciortino che qui commento, che non si risolve con le oche del Campidoglio che gridano al pericolo dell’antipolitica. Semmai, tale antipolitica dovrebbe fare riflettere sui mali della casta. I politici sono sempre più auto-referenti. Sempre più sordi e indifferenti ai richiami che giungono da autorevoli uomini di Chiesa ed intellettuali in genere. Per auto-referenti intendo che c’è un gravissimo conflitto di interessi tra Parlamento e cittadini che viene, mi pare, sottovalutato. Il Parlamento che, tanto più con la presente legge elettorale, è espressione dei Partiti politici (e dei loro organi dirigenti), fissa da solo quel finanziamento ai Partiti Politici dei quali è, come dicevo, espressione. C’è un gravissimo cortocircuito istituzionale e una grave menomazione dei corretti meccanismi di rappresentanza del cittadino. Forse la soluzione è che si metta tutto sotto il controllo di un organo terzo come la Corte dei Conti. Ma ci vorrebbe un sussulto di dignità e di onestà da parte della casta politica di cui al momento si vede solo una flebile traccia o fiammella. Facebook: Andrea Annibale Chiodi; Twitter: @AAnnibale.

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