Insegnanti, i nuovi proletari

Con la legge di stabilità ai docenti si chiede un "contributo di generosità": più ore di lavoro per lo stesso stipendio. Radiografia di una professione sempre più povera.

11/10/2012
Gli insegnanti hanno perso negli ultimi anni 6 mila euro in potere d'acquisto.
Gli insegnanti hanno perso negli ultimi anni 6 mila euro in potere d'acquisto.

Sempre più tagli per la scuola e gli insegnanti, ai quali viene ora chiesto di lavorare di più, ma senza guadagnarci un euro. La soddisfazione di vedere che le proprie parole non sono andate al vento ma hanno aiutato qualche bambino o ragazzo a diventare adulto. Riuscire a far appassionare anche quello dell’ultimo banco a una poesia o a incuriosirlo per un teorema matematico. È questo che rimane dello stipendio degli insegnanti italiani, la moneta con cui non pagheranno il mutuo ma che, si spera, li spingerà a continuare a dedicarsi alla scuola. Perché se già non si sceglie di fare il maestro o il professore per avere un posto sicuro o per il peso della busta paga, con la nuova Legge di stabilità le cose possono persino peggiorare.


A lavorare "gratis". Nell’ultima manovra ci sarebbero importanti interventi sugli orari degli insegnanti che porterebbero a un taglio degli organici. Per tutti più ore di lavoro, ma senza guadagnare di più. Tutti gli insegnanti delle scuole medie e superiori che attualmente sono impegnati per 18 ore, compresi quelli di sostegno, passeranno a 22/24 ore: un aumento di 4 o 6 ore in più di lavoro per lo stesso stipendio. In cambio avranno due settimane di ferie estive in più. Insomma, una sorta di volontariato a favore delle nuove generazioni. Il ministro Profumo lo ha definito un “contributo di generosità”. Un provvedimento che va a gettare benzina sul fuoco di una categoria già tartassata negli ultimi anni: stipendi bloccati da 5 anni, un ulteriore blocco dei contratti e degli scatti di anzianità fino al 2017, un potere d’acquisto che si è contratto per circa 6mila euro. E il rischio di perdere posti di lavoro. Secondo i sindacati le conseguenze sono facili da immaginare: maggiori carichi di lavoro per i docenti e riduzione delle supplenze, con meno posti per circa 6400 precari, secondo una prima stima. 

In piazza. Dalle cattedre e dai banchi domani 12 ottobre docenti, dirigenti e personale Ata scendono in piazza per uno sciopero che coinvolge anche le scuole non statali. Sotto accusa un concorso ritenuto inutile, la spending review che taglia di altri 200milioni di euro, ma anche il blocco degli stipendi, già tra i più bassi di Europa, e l’aumento delle ore di lavoro “gratuite” che secondo il Governo porterà a un risparmio di 180 milioni di euro. Di questo gruzzolo però non si sa quanto sarà reinvestito nella scuola. Ma si sa, l'insegnamento è una vocazione.

Eleonora Della Ratta
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Postato da giogo il 12/10/2012 18:13

Martinporres hai hai...te lo ripeto prima di scrivere vatti a leggere tutti i commenti presenti sotto l'articolo che evidentemente hai letto(l'articolo della giornalista), così ti risparmi delle pessime figure. L'insegnante fa 18 ore di "lezione in classe"...per il resto vatti a leggere quel che scrive chiaramente Kalliopes. Saluti

Postato da giogo il 12/10/2012 17:36

Non sono un in segnante,però esprimo "solidarietà" alla categoria,la scuola va migliorata perchè è in pessime condizioni (edifici e attrezzature comprese) a mio avviso vanno sostanziosamente aumentati gli stipendi...con poi una "seria valutazione" delle capacità di insegnamento del singolo docente,(perchè amettiamolo vi sono alcuni insegnanti scusate che bisognerebbe veramente mandarli a fare altre cose)...il solito vecchio discorso ti do una paga da fame e arrangiati ad insegnare come puoi...bene o male tutto va bene...a scapito degli studenti del loro avvenire e del futuro del Paese. Saluti

Postato da martinporres il 12/10/2012 16:57

La categoria, nel suo complesso, ha grossi problemi, ma non si può continuare a pagare della gente che lavora 18 ore la settimana, è giusto che faccano più ore.

Postato da Lupi Antonio il 12/10/2012 16:25

Contributo di generosità? Tutto bene? Sembra che dopo il salva-Italia, il cresci-Italia sia ora la volta dell'affonda-Docenti. Cui prodest?

Postato da Kalliopes il 12/10/2012 06:30

Poi, lo si sa, il punto è un altro e in questo è _ben_ focalizzato, l'articolo: si tratta di tagli sulle disponibilità di ore frontali per poter pagare meno gente, e non soltanto evitare "nuovi assunti". Moltissime cattedre salterebbero, quindi più soprannumerari, avviati a mobilità intercompartimentale nella "migliore" delle ipotesi, e in generale a declassamento e a licenziamento. --------------------------- - Mi scuso per aver scritto 'a gocce'

Postato da Kalliopes il 11/10/2012 21:43

oops.. quanto al mio primo commento: come ho potuto dimenticare le Programmazioni! ^^

Postato da Kalliopes il 11/10/2012 20:27

Per non parlare dell'ulteriore ricaduta: più ore in classe significa _tagli_ di cattedre, e quindi più soprannumerari, più mobilità intercompartimentale, più declassamenti, più licenziamenti. Ma, si sa, la scuola è inutile, è giusto che sia tagliata e svilita - e così fa questo governo, prosecuzione del famigerato precedente, così fece quello di sinistra..

Postato da l.santiamantini il 11/10/2012 17:46

Un altro bell'esempio di come il governo non sia in grado di fare investimenti produttivi a lunga scadenza: ancora tagli alla scuola. Esprimo solidarietà agli ex colleghi (sono in pensione) e biasimo nei confronti del governo. Parlare di contributo di solidarietà mi sembra offensivo e iniquo, oltre che risibile. Sono altre le voci di spesa da tagliare (io insisto con le spese militari, ma non sono le sole) ed altre le categorie a cui dovrebbe essere imposto di contribuire alla salvezza economica dell'Italia, non per solidarietà ma per un elementare senso di giustizia.

Postato da Kalliopes il 11/10/2012 16:28

Ringrazio per l'articolo e per la solidarietà. Puntualizzo però che scrivere che i docenti sono impegnati per 18 ore [a settimana] significa partecipare della campagna di disinformazione sul lavoro dell'insegnante. Che lavora ben più di 18 ore settimanali. Per 18 ore casomai "fa lezione in classe". Poi ci sono le ore dedicate a: -preparazione delle lezioni con relativa ricerca di a) strategie didattiche adeguate b) approfondimento delle conoscenze c) approfondimento della critica - specie per lettere, lingue, storia, filosofia.. - - programmazione delle verifiche (orali e soprattutto scritte, che portano via parecchio tempo anche solo per la compilazione dei testi delle prove, notoriamente in più pagine) - correzione dei compiti (ognuno - considero per materie letterarie - prende da dieci a venti minuti se non talora di più) - ricevimento e rapporti con i genitori - discussioni informali con i colleghi su andamento didattico e risposta della classe, e casi particolarmente spinosi (frequentissimi) - consigli di classe - con redazione dei relativi verbali - collegi dei docenti - non solo chi li fa, ma poi chi li deve attuare: lavoro sui progetti (oggi così "indispensabili"!) - aggiornamento ...... Devo andare avanti? Comunque, non è che le ore semplicemente si raddoppino. Anzi, si ricorre a ben altri multipli. Grazie comunque.

Postato da micheleverona il 11/10/2012 12:47

Mia moglie è insegnante statale di scuola media. In due anni un solo giorno di malattia. Impegnata, preparata e molto stimata, soprattutto dai genitori. Io le suggerisco sempre, anche se inutilmente, che, considerato come il corpo docente viene costantemente bistrattato, appena prende un raffreddore dovrebbe darsi per malata. Sarebbe legittima difesa.

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