13/11/2011
Mario Monti e signora questa mattina a Messa nella chiesa romana di Sant' Ivo. Per i frati di Assisi "è un bel segnale".
C’è un invio di lettere a stretto giro di posta dietro il programma del Governo di emergenza nazionale guidato da Mario Monti, che ha ricevuto formalmente l’incarico dal capo dello Stato Napolitano. "L'Italia si riscatti", ha detto il presidente del Consiglio incaricato. "Mi accingo a questo compito con profondo rispetto nei confronti del Parlamento e nei confronti delle forze politiche. Opererò per valorizzarne l'impegno comune per uscire presto da una situazione che presenta aspetti di emergenza ma che l'Italia può superare con lo sforzo comune". L'unico riferimento programmatico è stato quando ha spiegato di voler impegnarsi "a risanare la situazione finanziaria, a riprendere il cammino della crescita in un quadro di accresciuta attenzione all'equità sociale". Perché, ha aggiunto, "lo dobbiamo ai nostri figli, dobbiamo dare loro un futuro concreto di dignità e di speranza".
Per capire quale sarà il programma di Monti e del suo governo oltre queste dichiarazioni, almeno nelle sue linee guida, bisogna appunto tenere conto della lettera della Bce inviata al Governo Berlusconi, di quella del Cavaliere indirizzata all’Unione europea e le osservazioni sulla missiva italiana del commissario europeo Olli Rehn, che chiedeva spiegazioni e dettagli in 39 punti. Sulla base di queste lettere vi sarà innanzitutto un decreto di emergenza per mettere in sicurezza i conti pubblici, minacciati dalla speculazione internazionale, con misure in grado di rassicurare i mercati (i quali hanno già abbassato i fucili, venerdì scorso, dopo l'annuncio della staffetta a Palazzo Chigi, come dimostra la discesa dello spread sotto i cinquecento punti).
Non si esclude una nuova manovra per garantire il pareggi di bilancio nel 2013. E’ molto probabile che Monti cancellerà o ridurrà gradualmente le pensioni di anzianità, reintrodurrà un’imposta sulla prima casa, istituirà una patrimoniale per i ceti più abbienti e attuerà un vasto programma di liberalizzazioni, privatizzazioni e dismissioni. Viste le sue prime dichiarazioni non è difficile ipotizzare che potrebbero essere tagliati anche molti costi della politica, a cominciare da molti privilegi dei parlamentari. Si parla di “spending review”, ovvero di rivisitazione dei costi e di sburocratizzazione della pubblica amministrazione. Il secondo punto della strategia Monti è quella di attuare una serie di interventi per far crescere il Paese e liberarlo dalla palude in cui si trova, avviandolo alla ripresa. E’ per questo che i primi interlocutori di Monti, dopo Napolitano, sono stati Mario Draghi, il governatore della Bce e Ignazio Visco, al timone di Bankitalia da poche settimane.
C'è grande attesa su come si muoverà Monti sul fronte del mercato del lavoro e dell’articolo 18. C’è chi sostiene che proporrà un “contratto unico” sul modello presentato dal giuslavorista Pietro Ichino. Ma c’è anche chi prevede sgravi fiscali e contributivi per il mercato del lavoro giovanile, in modo da uscire dalla situazione drammatica in cui ci troviamo.
Francesco Anfossi