10/07/2012
A luglio sono ripresi gli sbarchi a Lampedusa.
Era aggrappato a una tanica di benzina galleggiante nel mare scuro, nel buio
assoluto della notte. La Guardia costiera tunisina lo ha trovato in queste condizioni disperate, mentre le
sue ultime forze si stavano consumando. Era l’unico superstite dell’ennesimo
naufragio. Un gommone sgonfio salpato dalle coste libiche, in balia delle
maree, che vagava da quindici giorni. I suoi compagni di viaggio sono tutti
morti. La notizia è stata data dall’Alto Commissariato delle Nazioni
Unite (UNHCR). 55 persone, per metà di nazionalità eritrea come il sopravvissuto, si sarebbero imbarcate
dalla Libia e tutti i passeggeri, tranne uno, sarebbero morti di disidratazione.
Sono stati alcuni pescatori ad aver avvistato l’uomo della
notte e ad aver allertato la Guardia costiera.
L'uomo è stato immediatamente portato all'ospedale di Zarzis dove è
ricoverato per assideramento e disidratazione. Operatori dell'UNHCR lo hanno
incontrato in ospedale. Il superstite a dichiarato di esser partito da
Tripoli a fine giugno. Dopo un giorno di navigazione l’imbarcazione sarebbe
giunta in prossimità della costa italiana ma i forti venti l'avrebbero spinta
indietro. Nel giro di pochi giorni il gommone ha iniziato a sgonfiarsi. Ed è iniziato il calvario. Sono morti tutti disidratati dopo aver bevuto acqua marina
per disperazione.
“Mi appello ai comandanti delle imbarcazioni nel
Mediterraneo affinché prestino la massima attenzione a possibili casi di
migranti e rifugiati in difficoltà che necessitano di essere soccorsi” ha detto
il vicecommissario UNHCR Alexander Aleinkioff. “Il Mediterraneo è uno dei tratti di mare
più trafficati del mondo ed è fondamentale che l'antica tradizione del
salvataggio in mare continui ad essere rispettata”. Il Mare Nostrum è sempre
più un cimitero a cielo aperto. E sembra che nessuno abbia la forza di mettere fine a questa ecatombe. Solo quest'anno il tratto di mare tra le coste libiche e la Sicilia ha fatto 170 vittime.
redazionefc