29/05/2012
Gente in strada a Modena dopo le ultime scosse. (Ansa)
L’avevamo scritto e purtroppo non ci eravamo sbagliati. La cosa più impressionante, ancora fino a ieri, girando per i paesi emiliani colpiti dal terremoto, era il clima di normalità, la scarsa mobilitazione, l’attesa dei prossimi crolli. «Sembra quasi che stiano girando un film», ci aveva confidato un volontario,senza nascondere la sua preoccupazione.
Non era un film e quando la terra ha tremato di nuovo, questa mattina alle nove, altri capannoni nella campagna padana e altre abitazioni hanno ceduto facendo altre vittime. Almeno sei morti, al momento, due a San Felice sul Panaro, due a Mirandola, una a Concordia e una a Finale, ma ci sarebbero altre persone intrappolate sotto le lamiere di due stabilimenti, uno a Mirandola e l’altro a Medolla, nel modenese. Potrebbero essere di più. Si parla di feriti anche nel mantovano.
Si potevano evitare? Quello che è certo è che stiamo assistendo a una tragedia che metterà in ginocchio l’intera economia emiliana. Si parla di una scuola crollata a Ostiglia, di altri monumenti crollati, compreso il Duomo di Mirandola. La scossa è stata di magnitudine 5,8 e ha insistito sulle zone che erano già state colpite dalle scosse precedenti, con epicentro tra San Felice e Cavezzo. Il terremoto, come hanno già detto i sismologi, non è finito e per sua definizione è imprevedibile. Gli emiliani sono stati anche troppo bravi ad arrangiarsi, oggi ognuno dovrà assumersi le sue responsabilità.
Simonetta Pagnotti