"L'Italia non ragiona più"

Parla il missionario Giovanni Piumatti, che ha organizzato una colletta dal Congo per i bimbi di Adro. "Un bambino non può essere lasciato senza bere e senza mangiare".

29/04/2010
Padre Giovanni Piumatti mentre celebra la Messa a Muhanga (Repubblica democratica del Congo).
Padre Giovanni Piumatti mentre celebra la Messa a Muhanga (Repubblica democratica del Congo).

«Per la verità non ci abbiamo pensato due volte. Abbiamo saputo della donazione di quel signore per i bambini lasciati a pane e acqua. Ci è piaciuto il gesto che ha fatto e le parole con cui l'ha accompagnato. Allora ne abbiamo parlato brevemente e abbiamo deciso di mandare 700euro, la retta di un anno per la mensa di un bambino. Tutto qui. È il Vangelo della condivisione che cerchiamo di vivere». Padre Giovanni Piumatti parla sereno e pacato. Non è per nulla turbato dagli echi delle polemiche e delle reazioni stizzite che ha suscitato in Italia la donazione fatta dalla comunità parrocchiale della sua missione ai bambini di Adro, nel bresciano, lasciati senza mangiare alla mensa scolastica perché le famiglie non avevano pagato la retta.

    Padre Giovanni è missionario in Repubblica democratica del Congo (fidei donum della diocesi di Pinerolo) da 40 anni. La sua missione è a Muhanga, non lontano da Butembo, nell'estremo Est del Congo. Una delle zone più martoriate del pianeta, senza pace dal 1997. Ancora pochi mesi fa centinaia di suoi parrocchiani stavano per giorni e giorni asserragliati in chiesa per sfuggire alle scorribande e alle violenze dei gruppi armati che si scontrano nella regione, il Nord Kivu. «E purtroppo la tensione sta di nuovo aumentando», dice. Chiaro che la “guerra” che gli ha mosso in Italia la Lega e qualche suo giornale non lo preoccupa più di tanto. È abituato a ben altro.

    «Sono sorpreso delle reazioni in Italia», dice. «Mi pare davvero che tanta gente viva sempre più soffocata dal clima di paura. Non ragiona più, forse perché vittima delle manipolazioni della Lega. L'Italia dovrebbe preoccuparsi per se stessa, perché si stanno perdendo alcuni valori evangelici fondamentali, quali l'accoglienza e la condivisione.

    Ma non solo. Si sta perdendo anche il buon senso: un bambino non può essere lasciato senza mangiare, se ha fame bisogna provvedere. Mi sembra molto naturale. Qui in Africa lo facciamo di continuo».«Viviamo fra tante difficoltà», aggiunge. «Ma non abbiamo dimenticato che anche nel poco si può condividere con chi ha meno. I nostri tanti amici donatori? Sono certo che siano stati contenti della nostra scelta. Del resto non è la prima volta. Qualche anno fa abbiamo mandato in Bangladesh, dopo un'alluvione, quello che eravamo riusciti a raccogliere: 20 sacchi di fagioli. 

    Un'altra volta abbiamo inviato una donazione a don Tonino Bello a Molfetta. In quelle occasioni non c'è stato tanto scalpore. Forse la Lega non l'aveva saputo. O forsel'Italia era un po' diversa», conclude con un sorriso. Un po' amaro.

Luciano Scalettari
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