17/06/2011
Il contratto, il mansionario, lo stipendio, le ferie, la mutua, la pensione, le tasse da pagare, le agevolazioni possibili. Colf e badanti straniere vanno a scuola di diritti e di doveri. Per maturare una consapevolezza nuova e non essere sfruttate. Per sviluppare una coscienza civica e rispettare le leggi. C'è di tutto un po', dall'assunzione alla dichiarazione dei redditi. L'Italia si presenta alla parte più fragile del variegato mondo dell'immigrazione. Lo fa a Torino, per iniziativa della direzione regionale dell'Agenzia delle entrate e della direzione regionale dell'Inps, che - insieme con altri soggetti pubblici e a molte associazioni di stranieri - ha messo a punto un progetto chiamato "Colf e badanti.... senza frontiere".
Un opuscolo informativo tradotto nelle principali lingue straniere spiega quanto occorre per essere buoni lavoratori e contribuenti fedeli. Un incontro con esperti approfondisce i vari temi in questione. Da qui a fine anno ne sono previsti cinque per dar modo al maggior numero possibile di collaboratrici domestiche straniere di parteciparvi. Ogni mese ce n'è in programma uno. Si svolgono tutti presso il "Centro popoli", in corso Vigevano 35, il giovedì, dalle ore 18.30 alle 20.30. L'agenda prevede appuntamenti il 7 luglio, il 15 settembre, il 13 ottobre, il 17 novembre e il 15 dicembre.
«In Italia, la realtà delle lavoratrici e dei
lavoratori domestici stranieri è diventata numericamente molto consistente», commenta il direttore regionale piemontese dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi. «Lo
conferma una recente ricerca del Censis che stima in circa 1,5 milioni i
lavoratori domestici in Italia, di cui – tuttavia - ben il 62 per cento sarebbe
in una situazione fiscale e contributiva irregolare».
«Il progetto "Colf e badanti... senza frontiere" si propone di sensibilizzare queste lavoratrici immigrate attraverso la conoscenza dell’intero complesso di diritti e doveri previsti dalla normativa italiana», prosegue Rossella Orlandi. «La consapevolezza dei diritti spettanti è propedeutica a innescare il processo di piena regolarizzazione del proprio rapporto di lavoro, condizione necessaria per una soddisfacente integrazione nel tessuto socio-economico del nostro Paese».
«Gli immigrati impegnati nei lavori domestici e nell'assistenza agli anziani sono una risorsa strategica per il nostro Paese», osserva Giuliano Quattrone, direttore regionale dell’Inps, «perché aiutano a mantenere viva la struttura portante della società: la famiglia. Per il nostro Istituto, riconosciuto come pilastro fondamentale dello stato sociale in Italia, è motivo di orgoglio contribuire a gestire l'integrazione e aiutare gli immigrati a sentirsi pienamente inseriti nella società. Iniziative di formazione come quella che presentiamo oggi, utile a spiegare i passi per rendere trasparente ed in regola con le norme in vigore in Italia la posizione lavorativa, sono importanti perché realizzano concretamente i propositi per rendere accessibili e fruibili a tutti le informazioni».
Alberto Chiara