Poche storie, la vera casta siamo noi

I consigli regionali e il Parlamento sono pieni di professionisti usciti dalla cosiddetta "società civile". E' l'idea, tipicamente italiana, che la "cosa di tutti" è "cosa di nessuno".

01/10/2012
Uno dei manifesti dell'ex governatrice del Lazio Polverini (foto Ansa).
Uno dei manifesti dell'ex governatrice del Lazio Polverini (foto Ansa).

I casi delle ultime settimane, dallo straordinario magna magna della Regione Lazio (straordinario non per le dimensioni, invero piuttosto "normali", ma per l'eccezionale volgarità) alle piccole e grandi porcherie che saltan fuori in ogni ente pubblico al minimo controllo, confermano, a dispetto delle apparenze, che il famoso discorso sulla "casta" è un ottimo spunto per le indagini giornalistiche ma non ha molto fondamento sociologico e nemmeno politico. E non ci avvicina di un metro alla risoluzione del problema.

Anzi: giusto per coerenza, verrebbe da dire che la casta, in realtà, non esiste. Quando si parla di casta, infatti, il pensiero si organizza automaticamente intorno all'idea del politico di professione, di colui che campa a spese del denaro pubblico. Selezionato dai partiti e con l'unico merito della militanza fedele. O qualcuno di simile. Bene.

I consiglieri regionali in Italia sono 1.111. Se avessimo tempo e modo di fare un censimento, scopriremmo che i "politici politici" sono tutt'altro che maggioranza. D'altra parte, senza troppi sforzi, pensiamo ai protagonisti più rinomati e alle vicende più recenti: citando un po' a caso, un'igienista dentale in Lombardia, una sindacalista alla Regione Lazio, un attivista di movimento religioso di nuovo in Lombardia. E che dire del famoso Trota, preclaro esempio di incapacità totale a mostrare una qualunque attitudine professionale, proprio uno dei famosi giovani che "non studiano e non lavorano", in Italia ormai prossimi al 30% del totale?

Altro che casta: questo è un perfetto ritratto dell'Italia. Questa è la famosa "società civile" che dal 1994 della famosa "discesa in campo" berlusconiana avrebbe dovuto disperdere le cattive abitudini della politica politicata, ormai lontana dai cittadini e indifferente alle loro sorti. D'altra parte anche Berlusconi, l'imprenditore per eccellenza, era a sua volta parte della società civile. O no? Nel frattempo, sarà un caso, le Regioni sono riuscite a incrementare le loro spese del 74% in dieci anni, mentre nello stesso periodo l'inflazione aumentava del 24%.

Vogliamo parlare del Parlamento? Abbiamo 630 deputati e 315 senatori. Ben 133 sono tra loro gli avvocati, liberi professionisti per eccellenza. Poi ci sono 23 commercialisti, 13 architetti, 20 ingegneri, 53 medici, 4 notati e 4 farmacisti. Siamo già così a 250 (più di un quarto del totale dei parlamentari) esponenti della società civile, gente che non ha certo potuto fare la scalata interna ai partiti, visto che ha dovuto studiare e avviare importanti attività professionali.

A questi andrebbero aggiunti tutti coloro che arrivano alla politica da attività meno "illustri". Che so, commercianti, impiegati (29), insegnanti (21), giornalisti (51), magistrati (7), imprenditori, sindacalisti, dirigenti. O da diversi mestieri mal esercitati come il mitico Umberto Bossi, anche lui frammento tipico della nostra società.

Quindi parlare di casta non ha senso. Bisognerebbe fare un discorso più antipatico e complesso. E cioè che è diffusa nel popolo italiano tutto la convinzione che la cosa di tutti sia cosa di nessuno. E che appena arrivati nel luogo ove la cosa di tutti viene amministrata, sia occasione imperdibile quella di ritagliarsene una fetta. E pazienza per  tutti gli altri. La casta siamo noi una volta arrivati nel posto dove si può rubare (quasi) impunemente, ecco tutto. 

Fulvio Scaglione
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

Postato da LucianoT il 02/10/2012 11:58

Articolo condivisibile - purtroppo! - al 100%.

Postato da luciocroce il 01/10/2012 20:38

E' proprio così! Ma perchè siamo tanto corrotti? Eppure questo è un Paese in cui la Chiesa - almeno fin'ora - è stata per secoli di gran lunga la principale agenzia educativa; se noi italiani siamo venuti così male (non dimentichiamo la diffusa malavita organizzata e il generale disprezzo delle regole che ci contraddistingue) , come cattolici non dovremmo, forse, fare un serio esame di coscienza?

Postato da DOR1955 il 01/10/2012 15:38

Condivido pienamente quanto scritto dal dott. Scaglione, anche se un po più di "coraggio" nel denunciare "fatti e misfatti" non sarebbe mai inopportuno. Quello che deve far riflettere, a mio modesto parere, è il fatto, come è vero, che se le caste non sono una, ma 10-100-1000-10.000 e hanno "permeato" la società italiana a qualunque livello, forse molti appartenenti a queste "caste" sono tanti, troppi, sedicenti cattolici che ipocritamente dicono una cosa e nella realtà ne fanno un'altra. Come già avuto modo di esprimermi in un altro articolo di questa testata Web, non è mio potere giudicare il comportamento "morale" di una persona, ma penso sia mio diritto accettare o meno, come mio "fratello in Cristo", un qualsiasi ipocrita e ladro che, spesso usando anche il nome di Dio e la buona fede altrui, persegue l'interesse personale al bene comune. Per me, ma probabilmente sbaglio, chi si comporta così non è degno di definirsi cattolico, e ancor meno Cristiano, e pertanto personalmente non avrà mai ne il perdono ne la comprensione. Discorso poco Cristiano? Vero, verissimo, ma non ipocrita!

Postato da lettore02 il 01/10/2012 15:16

NOI CASTA; bene egregio Fulvio Scaglione, l'approccio mi convince. Se posso sintetizzare si può dire che cadute le ideologie dietro cui ognuno si lavava la coscienza abbiamo mostrato il peggio di noi con le idee, quelle chiare del tipo questo è mio guai a chi me lo tocca (vedi la TAV) oppure questo è nostro ma io sono arrivato prima oppure, il mio amico è più grosso del tuo ecc. così la politica è diventata un campo di battaglia dove il vincitore deve fagocitare il più possibile nel minor temo che può perchè poi toccherà al prossimo inevitabile vincitore che si dirà disgustato dello scempio perpetrato salvo interrogarsi su come fare meglio e prima. Quello che ti chiedo è di portare in avanti il tuo discorso; perchè siamo arrivati a questo? Chi doveva vigilare? (chi possiede autorità morale? intellettuale? sociale? finanziaria? politica?) Perchè non lo ha fatto? Per ogni gruppo sopracitato c'è una risposta e vi è anche una graduatoria: la finanza certamente è quella che maggiormente ne ha tratto benefici e a mio avviso quella che ha corrotto tutte le altre "autorità" . Rimane tuttavia la responsabilità oggettiva di ognuno. Ho aperto la mia riflessione dicendo che "mi convince" in realtà per essere convincente dovresti dirmi perchè la tua casta (intellettuali) non ha " vigilato" (al punto in cui siamo o avete chiuso gli occhi o eravate altrove o eravate conniventi, oppure inesistenti, comunque colpevoli). Dopo le ideologie doveva essere l'ora degli ideali, be dove sono? La chiesa ha proposto quelli irrinunciabili; BELLI ma la gente quei signori se li vede seduti alla tavola imbandita e allora!! Vuoi essere convincente? Pianta forte il tuo piccone in quella tavola e poi non ti fermare ce ne sono altre

Postato da martinporres il 01/10/2012 14:32

Concordo, non ho mai creduto che ad una società politica "sporca" si contrappone una società civile virtuosa. Invece ho sempre pensato che la società Italiana si divide grosso modo in due categorie: I furbi e i coglioni. I furbi sono quelli che non pagano le tasse e i 1.111consiglieri regionali, più i componenti dei Cda delle partecipate, più i componenti degli organi di rappresentanza delle provincie, dei comuni ecc......I coglioni chi come il sottoscritto timbra il cartellino tutti i giorni per poco di mille euro... Mi sono sempre recato a votare, ma adesso mi chiedo: per votare chi? Gente che si è fatta i soldi alle mie spalle, "mangiandomi addosso"?

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati