07/10/2012
Robert Doisneau in un autoritratto del 1947 (copyright © atelier Robert Doisneau)
Le foto di Robert
Doisneau hanno fatto amare Parigi a tanta gente. Anche a chi non ci è
mai stato. Celebre, su tutte, la foto di due innamorati che si
baciano in strada. Quella immagine e tante altre (in totale 200
scatti originali) si possono ammirare al Palazzo delle Esposizioni di
Roma nella mostra “Robert Doisneau – Paris en liberté”. Ideata
da Atelier Doisneau e la Fondazione Fratelli Alinari in coproduzione
con Civita, la mostra resterà aperta fino al 3 febbraio 2013.
Dal 19
febbraio al 1 maggio 2013 la mostra si sposterà allo Spazio Oberdan
di Milano.
Immagine dopo immagine il
visitatore compie una passeggiata nelle strade di Parigi, dal centro
alla periferia, lungo la Senna, nei giardini,nei bistrot e negli
atelier di moda. I soggetti prediletti delle fotografie di Doisneau
sono le donne, gli uomini, i bambini, gli innamorati. “Ho molto
camminato per Parigi”, ha detto Doisneau, “prima sul pavé e poi
sull'asfalto, solcando in lungo e in largo per mezzo secolo la città.
Un esercizio che non richiede doti fisiche eccezionali. Se Dio vuole,
Parigi non è Los Angeles e qui la condizione di pedone non è un
indizio di miseria. Le poche immagini che, nella corsa del tempo,
continuano a restare a galla ammucchiandosi come tappi di sughero nel
mulinello di un fiume, sono state scattate durante le ore rubate ai
miei vari datori di lavoro”.
Pont d'Iéna nel 1945 (atelier Robert Doisneau)
La mostra è anche una
occasione per celebrare il centenario della nascita di Robert
Doisenau, nato a Gentilly nel 1912 e morto a Parigi nel 1994. Dopo
essersi diplomato alla Ecole Estienne, Doisneau cominciò a lavorare
in uno studio di pubblicità, in seguito divenne fotografo per le
officine Renault (ma fu licenziato per assenteismo) e dal 1939 si
dedicò alla attività di fotografo free-lance. Nel 1946 entrò a
lavorare alla agenzia Rapho. La prima mostra delle sue opere fu
realizzata nel 1974 a Tolosa, da allora Doisneau è divenuto celebre
in tutto il mondo.
Roberto Zichittella