28/01/2011
La conferenza stampa in Procura a Napoli.
Due battute - amare - circolano tra la gente di Napoli ogni volta che le strade tornano a riempirsi di rifiuti: “Ma perché non li buttano nel Vesuvio?”, oppure: “gettiamoli a mare!!”. È il sarcastico modo dei napoletani di mortificare, inneggiando all’assurdo, amministratori e politici per le loro croniche incapacità e palesi nefandezze. Mai nessuno, però, avrebbe potuto neanche immaginare che l’impossibile potesse trovare conferma nella carte dei magistrati di Napoli: “sversavano in mare il percolato prodotto nelle discariche”.
È questa la sconcertante accusa mossa dalla Procura di Napoli che ha portato all’arresto di Marta Di Gennaro, ex vice di Guido Bertolaso alla Protezione Civile e del prefetto Corrado Catenacci, ex commissario straordinario per i rifiuti in Campania; ad entrambi sono stati concessi gli arresti domiciliari. Associazione per delinquere, truffa e reati ambientali, sono le ipotesi di reato. Secondo la ricostruzione dei magistrati napoletani, esisteva un accordo illecito tra funzionari pubblici e gestori degli impianti di depurazione della Campania: di fatto, per anni, il percolato proveniente dalle discariche regionali sarebbe stato sversato direttamente in mare, inquinando la costa dal salernitano fino al casertano.
Arresti domiciliari anche per Gianfranco Mascazzini, ex direttore generale del Ministero dell’Ambiente, mentre sono invece finiti in carcere, fra gli altri, Lionello Serva, ex sub-commissario per i rifiuti della Regione Campania, Claudio Di Biasio, tecnico degli impianti del Commissariato, Generoso Schiavone, responsabile della Gestione acque per i depuratori della Regione Campania e Mario Lupacchini, dirigente del settore Ecologia della Regione: 14 in tutto le persone oggetto di misure cautelari. Ma l’inchiesta, condotta dai carabinieri del NOE (Nucleo Operativo Ecologico) e dagli uomini della Guardia di Finanza di Napoli, è molto più ampia: gli indagati in tutto sono 38 e tra questi c’è anche l’ex presidente della Regione Antonio Bassolino, l’ex assessore regionale Luigi Nocera e l’ex capo della segreteria politica dello stesso Bassolino, Gianfranco Nappi.
Insomma, quel che emerge, è che tutti sapevano e tutti lasciavano fare. Quel che rimane è l’ennesima ferita, fisica e morale, ad un territorio già tanto martoriato, dove gli amministratori sono capaci di trasformare in realtà anche i più inimmaginabili “incubi” dei napoletani.
Giovanni Nicois