02/05/2011
Un americano festeggia l'uccisione di Osama Bin Laden.
«Di fronte alla morte di un uomo, un cristiano non si rallegra mai, ma riflette sulle gravi responsabilità di ognuno davanti a Dio e agli uomini e spera e si impegna perchè ogni evento non sia occasione di una crescita ulteriore dell’odio, ma della pace».
Ancora una volta la Santa Sede prova a far brillare una fiammella di luce di fronte alla morte di un terrorista criminale considerato il mandante dell’11 settembre.
Negli Stati Uniti, alla notizia che Osama Bin Laden e i suoi accoliti erano stati uccisi dalle forze speciali della Cia, ci sono stati caroselli di giubilo, come se avessero vinto il superbowl. Ma la morte, anche di un criminale, non si festeggia. Mai. Lo ha dichiarato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana. Non si festeggia, ha aggiunto, nemmeno per per chi, come «Osama Bin Laden, come tutti sappiamo, ha avuto la gravissima responsabilità di diffondere divisione e odio fra i popoli, causando la morte di innumerevoli persone, e di strumentalizzare le religioni a questo fine».
Il vice-responsabile dei rapporti tra Chiesa e società del sinodo ortodosso, padre Georgy Roshchin h aaffermato: "La Chiesa russa non si associa al giubilo che sta conquistando diversi Paesi" precisando che il giudizio su vita e morte, anche nel caso si tratti del peggior terrorista del mondo, "Può venire solo da Dio".
Padre Roshchin esorta dunque il popolo russo a lavorare in modo che "Fenomeni come quello associato al nome di Bin Laden non facciano più parte della vita federale. "Tra le cause del terrorismo vi sono soprattutto conflitti interetnici e contrapposizioni economiche e politiche", e "La morte di un terrorista, sia pure del livello di Bin Laden, non cancella i problemi". Occorre "Prendere giuste decisioni e affrontare alla radice le cause del terrorismo e non gioire per la liquidazione di uno tra i molti membri di un gruppo terroristico".