La scomparsa della Lega

I sondaggi la vedono scivolare dall'otto al 4 per cento. L'estate è passata via senza che ci si accorgesse che esisteva. Ma a Torino, i barbari sognanti di Bossi tentano il rilancio

23/09/2012
Il segretario federale della Lega Nord Roberto Maroni a Domaso (Como).
Il segretario federale della Lega Nord Roberto Maroni a Domaso (Como).

Oltre 80 chilometri in sella a uno scooter fino a Domaso, sul Lago di Como, per rendere omaggio a Gianfranco Miglio e per tracciare il percorso prossimo venturo della Lega Nord: referendum per istituire la macroregione del Nord e corsa in solitaria alle prossime elezioni. Quello dello scorso 15 settembre è l’evento più eclatante del segretario federale del Carroccio Bobo Maroni degli ultimi mesi. L’estate, tradizionale periodo di clamore mediatico della Lega grazie alle esternazioni del fondatore Umberto Bossi (si pensi ai leggendari soggiorni in canottiera nelle dimore del Cavaliere), per i leghisti se n’è andata così, con un viaggio in motoretta nel paese dove aveva dimora l’ex ideologo del movimento, peraltro ampiamente liquidato da Bossi quando era ancora in vita con una battuta irriferibile.


 Chi scrive ebbe la ventura di fare l’ultima intervista all’ex ideologo della Lega (almeno così veniva definito, anche se il vero ideologo, come per tutto il resto, è sempre stato Umberto Bossi). Il colloquio avvenne proprio nella sua casa di Domaso, una sorta di maniero di foggia tirolese, vagamente gotico, dove tra l’altro produceva un ottimo vino (il Domasino). E’ molto probabile che Miglio, se fosse stato ancora in vita, non avrebbe nemmeno risposto al citofono al barbaro sognante Maroni. Alla domanda sulla Lega e Bossi infatti lo scienziato della politica, il presidente emerito della facoltà di scienze della politica dell’Università Cattolica, il maestro di Lorenzo Ornaghi,  aggrottò ancor di più i sopraccigli e cominciò a sparare definizioni non proprio gentili all’indirizzo del “senatur” e della sua congrega politica che gli aveva preferito al ministero delle Riforme un ex steward dell’Alitalia. La Lega Nord 2.0 di Maroni, così ribattezzata per la sua attenzione ai social network e al web, in attesa degli Stati Generali di Torino (“Prima il Nord”, il 28 e 29 settembre al Lingotto), per il momento sembra galleggiare nel nulla. Sui giornali è praticamente scomparsa. 

Anche i colonnelli leghisti sono presi, se non da mutismo, da una generale afasia. I sondaggi la danno quasi per morta, intorno a uno striminzito 4,5 per cento. La causa principale è certamente lo scandalo che ha travolto la Lega del “cerchio magico” del fondatore Bossi, ma non sembra che Maroni e il suo fido Tosi, sindaco di Verona, siano riusciti a risollevare per ora le sorti del movimento e frenare l'emorragia di voti. Il nuovo corso della Lega vuol partire dai piccoli imprenditori per dargli voce nel dibattito politico economico e per ricercare una ricetta per il rilancio del Paese. Con quali idee? Con quali visioni? Con quali azioni di tattica politica in Parlamento? Maroni, a Torino, dopo il primo giorno di tavoli di lavoro a porte chiuse, declinerà un manifesto in dieci punti. Ma il principale problema è che, a differenza del suo fondatore, il carisma politico del nuovo capo, uomo più di governo che di lotta, non è irresistibile. Si è infatti passati dalla marcia del popolo verde sul fiume Po alla gita in motoretta. In confronto la "batelada" sul Lago di Como organizzata ogni primo maggio da Rosy Mauro, nemica storica dei barbari sognanti, fa impallidire per grandiosità.

Della Lega oggi si parla poco e si assiste alla sua scomparsa. Ma ci sono stati mesi, anni, in cui il Paese sembrava essere in mano al Carroccio. Anni in cui Bossi dettava l’agenda a una classe politica acquiescente, a un Governo Berlusconi impastoiato in vicende di intercettazioni e Ruby Gate. Gli anni del pacchetto sicurezza e del reato di clandestinità. Gli anni dei respingimenti dei barconi carichi di povera gente in cerca di un approdo in Europa. Gli anni del tira e molla sull’apertura dei Centri di accoglienza. Gli anni della legge contro i matrimoni misti. Sfruttando la leadership appannata di Berlusconi, i leghisti sembravano insaziabili. Le proposte bislacche si susseguivano al ritmo di una al giorno, dai presidi e professori autoctoni al dialetto a scuola, alle gabbie salariali, ai giudici eletti dal popolo fino ai sottotitoli in dialetto delle fiction e al cambio dell’inno nazionale. Ai vigili urbani che vanno casa per casa in certi paesi del bresciano a chiedere i documenti agli extracomunitari. Al pullman di Milano con le sbarre ai finestrini che dava la caccia agli extracomunitari clandestini. Il gruppo Lega Nord del Friuli aveva chiesto alla Regione di mettere in campo del personale amministrativo negli ospedali per segnalare alle autorità competenti gli immigrati clandestini che vanno farsi curare, suscitando lo sdegno dell’ordine dei medici. 

Di tutto questo nel Paese non si parla più, (per fortuna). Qualche blando tentativo di rispolverare i vecchi specchietti per le allodole: riproporre le ronde, che peraltro non ci sono mai state a parte una o due ridicoli tentativi, mettere in campo i soldati di pattuglia. Cose così. Ma sono ormai come quei mortaretti difettosi che la mattina dopo la notte della festa di paese ogni tanto scoppiettano nell'indifferenza generale. La gente ormai ha altri problemi: la crisi, l’occupazione, i conti a fine mese. E ha capito da tempo che il federalismo portava solo altre tasse e rischiava di moltiplicare le greppie a disposizione dei politici. E così molti leghisti sono orientati al grillismo e all'astensionismo.

Nel frattempo “l’alter ego” di Maroni, ovvero Umberto Bossi, continua a viaggiare in lungo e in largo per il Nord, comportandosi un po’ pateticamente come se fosse ancora lui il segretario. Nonostante l’ordine di cancellarlo (la Padania gli ha dedicato una breve per il suo compleanno, contrariamente agli anni scorsi in cui gli dedicava pagine e pagine) lui si dibatte come un leone ferito. Il Caroccio, al momento, è quanto meno una diarchia. Quest’estate ha concesso un’intervista in cui asseriva di esser ancora il “lider maximo”, aggiungendo di non avere alcuna intenzione di fare tappezzeria. Di fedelissimi intorno a Bossi ce ne sono ancora tanti, ancora aggueriti e in attesa di ritornare alla carica. Il popolo verde è sempre stato dalla parte del "senatur". Saprà Maroni conquistare almeno quel che rimane di quest’ultimo?

Francesco Anfossi
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Postato da Franco Salis il 25/09/2012 13:49

Da corriere della Sera Brescia 24 sett.2012 .Non ho capito bene l’espressione “commessa e studentessa universitaria di economia e prima liceale dell'Arnaldo, il classico della Brescia bene”: ha frequentato solo la prima classe del liceo Arnaldo, oppure era la prima della classe all’Arnaldo? Nella prima ipotesi sarebbe interessante sapere per quale motivo ha poi frequentato altrove se ora studia all’università. Perché questa indagine? Le scuole “bene” come i gruppi “bene” sono criminogeni per loro natura nei confronti di chi non è pari creano dinamiche di esclusione. L’esclusione porta necessariamente al risentimento e chiusura quindi al blocco dello sviluppo della personalità. Ma una giovane che è arrivata comunque all’università dovrebbe avere un livello cognitivo comportamentale decisamente superiore a quello che consente la consumazione di un delitto così atroce. Un giovane trasferitosi circa vent’anni fa dalla mia città a Brescia diceva che se un giovane usciva la sera con sole cinquantamila lire (di quei tempi) veniva deriso. Forse quello della esclusione e derisione sono valori fondanti della lega di cui accenna martinporres il 24/09/2012 ( F.C. del 23.09.2012 la scomparsa della lega )?. Forse nessun episodio di cronaca vissuta come questo si presta alla spiegazione del passo del Vangelo "Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra", rispose Gesù, e allora i suoi nemici "se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani". Prima di tutto osservo che nel 99% dei casi si riporta sola la prima parte della frase e non la seconda, COL DELIBERATO SCOPO DI DIFENDERE I DELINQUENTI. La seconda parte non significa solo astenersi dal giudicare le persone e limitarsi a condannare i fatti, (tant’è che il peccato resta peccato, che sarà giudicato da Dio, ma i delitti devono essere giudicati dall’uomo).Gli anziani non sono solo quelli che avendo vissuto più a lungo hanno accumulato più peccati, ma sono coloro che con le loro scelte hanno creato e favorito le condizioni del peccato e o del delitto. In questo caso con la devastazione del corpo mediante acido. Con l’esclusione si precipita nel degrado e in questa condizione tutto è possibile. E’ questo un valore che martinporres si ripromettere di rendere di pubblica opinione? Ce lo può risparmiare i valori della lega Nord come di tutte le “leghe” sono quelle che ho tratteggiato e/o analoghe. La lega Nord è portatrice solo di disvalori ( ohi senti la “grandine” ora!).Ciao

Postato da giogo il 24/09/2012 16:04

Amico martinporres di "valori nella lega" proprio NON NE VEDO...e se ci sono rimangono oscurati da egoismo-consevatorismo (tipo padania)chiusura verso il diverso, ricatti politici quotidiani...e poi tanta somiglianza alla molto deprecata Roma ladrona".Saluti

Postato da martinporres il 24/09/2012 02:29

Non fatevi eccessive illusioni, alle prossime elezioni la lega, al nord, prende ancora un numero discreto di voti. Esiste sempre un nord profondo legato ai " valori" leghisti, che in questo momento storico/politico, per ovvie ragioni, è poco visibile, ma al momento opportuno tornerà ad essere protagonista.

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