16/11/2011
Dall'alto: Fabrizio Barca, Enzo M. Milanesi, Corrado Passera, Anna M. Cancellieri, Paola Severino, Giampaolo Di Paola, Piero Gnudi, Mario Monti, Mario Catania, Corrado Cini, Elsa Fornero, Piero Giarda, Andrea Riccardi, Lorenzo Ornaghi, Francesco Profumo, Renato Balduzzi, Giulio T. Sant'Agata.
Eccolo il Governo Monti, altrimenti detto Governo del presidente. Il “capolavoro del Capo dello Stato Napolitano”, come ha scritto il Nouvel Observateur. La notizia dello scioglimento della riserva e la lista dei ministri arriva dopo due ore di attesa spasmodica rispetto all’appuntamento convenuto, che era quello delle undici. Monti si presenta ai giornalisti con molta calma. Una calma serafica, professorale, a simboleggiare la tenacia di fronte alla tempesta che ci tocca affrontare sui mercati finanziari. Monti terrà l'interim del superministero Economia e Finanze di Tremonti. La lista è abbastanza sorprendente. Presenta novità rispetto alle indiscrezioni dell’ultima ora. Ci sono, come sottolinea l'ex commissario europeo, personalità femminili di grande rilievo (Giustizia, Interni e Lavoro).
Nel leggere l'elenco Monti rende anche omaggio al presidente uscente Berlusconi (“Rispetto e attenzione per l’opera compiuta”). E c’è la conferma che si tratta di una squadra tutta tecnica, senza esponenti politici. Monti sostiene che non sarà un deterrente. Nessun pericolo di instabilità. Anzi. “La blindatura del governo”, sostiene, “dipende dalla sua capacità di agire incisivamente e aprire al Parlamento il significato e la portata della sua azione. Le forze politiche hanno manifestato una chiara preferenza uscendo da una fase di dialettica molto vivace tra di esse per sostenere questo Governo senza farne parte con loro esponenti”.
Per il neopresidente del Consiglio “la non presenza di personalità politiche nel Governo agevolerà piuttosto che ostacolare un solido radicamento nel Parlamento”. Quanto al programma, linee guida comprese, il Presidente rinvia tutto all’incontro con la Camera. Ma è facile prevedere che si muoverà nell’ambito della famosa lettera della Bce inviata al Governo precedente.
Monti ostenta determinazione. “Abbiamo operato in tempi brevi e con serietà di procedura e con molta attenzione alla qualità delle scelte. Ci sentiamo sicuri di ciò che abbiamo fatto. Abbiamo anche ottenuto molti segnali di incoraggiamento dai nostri partner europei e del mondo internazionale. Tutto questo si tradurrà in un rasserenamento di quella parte della difficoltà dei mercati specificamente concernente il nostro Paese”.
Ed eccola la lista di Monti, cominciando dai ministeri senza portafogli.
Enzo Moavero Milanesi (capo di gabinetto di Monti all’epoca della sua esperienza di commissario europeo) agli Affari europei.
Piero Gnudi al Turismo e Sport,
Fabrizio Barca alla Coesione territoriale (una risposta alla Lega?).
Piero Giarda, l’economista della Cattolica già sottosegretario al Tesoro, ai Rapporti col parlamento. Lo storico
Andrea Riccardi va a ricoprire la guida di un dicastero nuovo, che sta a cuore a tutti i cattolici e al volontariato: la Cooperazione internazionale.
Per la Farnesina si è scelta la via diplomatica: l’ambasciatore
Giulio Terzi di Sant’Agata. L’ex prefetto
Anna Maria Cancellieri andrà al Viminale. Alla Giustizia e al Lavoro
Elsa Fornero. L'avvocato
Paola Severino alla Giustizia (la prima donna Guardasigilli).
L’ammiraglio
Gianpaolo Di Paola alla Difesa (che non potrà prestare giuramento a breve perché impegnato a Kabul),
Renato Balduzzi alla Salute,
Corrado Clini all’Ambiente, l’ex rettore del Politecnico di Torino
Francesco Profumo alla Pubblica istruzione, il rettore dell’Università Cattolica
Lorenzo Ornaghi ai Beni culturali,
Mario Catania all'Agricoltura.
Infine un dicastero cruciale, ma che farà discutere:
Corrado Passera, ex amministratore di Banca Intesa, allo Sviluppo economico e Infrastrutture e trasporti. Monti, quasi a prevenire le obiezioni su una vicinanza un po’ troppo stretta di questo Governo con il mondo delle banche, commenta: “Il nuovo ministro dello Sviluppo economico e per le Infrastrutture e Trasporti ha una lunga storia manageriale che include esperienze nel mondo industriale, nei servizi e nel mondo bancario. Ho considerato la sua storia come una importante premessa e promessa. Senza intralci dovuti alla sua attività passata”.
Sottosegretario alla presidenza è Antonio Catricalà. Nel pomeriggio il giuramento dei ministri. Tutto a tappe forzate. Bisogna fare in fretta, la febbre del nostro debito pubblico rimane alta. Lo spread, che nelle scorse ore ha toccato i 530 punti base, rischia di risalire. I mercati non aspettano e servono misure convincenti. “Non prendo in considerazione passaggi in corsa”, conclude Monti. “Perché di corsa si tratterà”.
Francesco Anfossi