18/03/2011
L’ultimo sbarco pochi minuti fa: in 58 su una bagnarola che stava affondando nel Canale di Sicilia. Ancora sbarchi, ancora emergenza per l'accoglienza dei migranti a Lampedusa. Solo in un giorno ci sono stati dieci sbarchi, quelli che i lampedusani vedono solitamente in una stagione. L’isola scoppia. E la rabbia dei residenti monta. Hanno protestato sul molo, di fronte alla Madonna di Porto Salvo, impedendo lo sbarco delle motovedette della Guardia di Finanza. Ogni volta che una motovedetta si avvicina i manifestanti minacciano di buttarsi in acqua.
Le navi delle Fiamme Gialle e della Guardia Costiera si prodigano per salvare quelle vite sballottate tra le onde di un Canale di Sicilia ormai divenuto un cimitero a cielo aperto (l’altra notte l’ennesimo naufragio). Ma fanno fatica ad attraccare in questa guerra che ormai possiamo definire tra poveri. Le forze dell'ordine hanno formato due cordoni di protezione nella porzione della banchina in cui attraccanno nella notte anche le altre motovedette, facendo scendere gli extracomunitari che si trovano a bordo.
Il centro di accoglienza è al collasso. Le condizioni igieniche e sanitarie disperate. Molta gente dorme per le strade, oppure sotto una tettoia improvvisata sul molo. Sull'isola al momento sono più di 2800 i clandestini stipati tra il centro d'accoglienza di contrada Imbriacola, che ne potrebbe accogliere solo 800, e la «Casa della fraternità» organizzata dalla Caritas. Per far fronte all'emergenza, sull'isola in queste ore si lavora all’allestimento di due tendopoli, non gradite dai cittadini dell’isola, con alla testa il sindaco Bernardino De Rubeis. Forse una prima soluzione è costituita dal Villaggio della solidarietà di Mineo. Molti immigrati presenti nel centro lamentano un trattamento molto duro. La Croce Rossa e altre organizzazioni stanno mettendo a punto un piano umanitario di emergenza. Ma bisogna far presto. La situazione è ormai fuori controllo.
Francesco Anfossi