Le bugie di Repubblica

La Società San Paolo, contrariamente a quanto affermato dal quotidiano, paga regolarmente l'Ici. E quindi procederà nelle sedi competenti...

24/12/2011

In merito all'articolo apparso quest'oggi sul quotidiano Repubblica del 23 dicembre 2011 a pag. 15, intitolato "E Alemanno apre il contenzioso 'Pagate, svolgete attività commerciali'", in cui si scrive testualmente: "Si tratta di decine di alberghi, case di cura, persino l'editrice San Paolo, che non versano un solo euro pur fatturando importi milionari", la Società San Paolo precisa che quanto affermato in detto articolo è falso e non corrispondente a verità poiché la  Società San Paolo paga regolarmente l'Ici su tutti gli immobili destinati ad attività commerciali, a norma di legge.

     Pertanto ogni affermazione contraria è ritenuta dalla Società San Paolo diffamatoria e lesiva della propria reputazione. La Società San Paolo procederà nelle competenti sedi  per ristabilire la verità e tutelare la propria immagine.

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Postato da Franco Salis il 28/12/2011 17:37

Mantenendo l’impegno annunciato,caro Rodolfo Vialba, ho letto “la vera questua di Folena”. In verità l’avevo già letta, ma “a rate” e non raccolta in un unico documento. Il capitolo “ indebita ingerenza, diritto d’espressione” è troppo generico, la ingerenza avviene in modo più subdolo. Perché siamo in Italia. All’estero non avviene. I cittadini cattolici europei sono più maturi e non permettono nessuna ingerenza, neppure “sotto forma di lectio magistralis”.Perché rifiutano il primato di chiunque: se vuoi che io ascolti la tua lectio magistralis, devi ascoltare la mia. Questo chiamo correttezza di rapporti fra pari. Il Papa, il Cardinale Bagnasco, il Cardinale Bertone non hanno nulla da insegnare se non si apprestano ad imparare dagli altri. Il documento dell’educazione del prossimo decennio ha fatto proprio questo principio. Da qui, o non ci credono per ragioni di formazione antiquata culturale, o si sono limitati a far proprio una riflessione altrui. Attento una cosa è la capacità intellettuale, altra è quella culturale. Le affermazioni di Repubblica, così come riportate da Folena, sono di una banalità, come riproporre l’attrito nell’immediata unità esplosa con la presa di porta Pia oltre ad altre evidenti falsità che sono comunque un ritornello, che forse non meritavano neppure risposta. Va quindi riconosciuto a Folena l’umiltà di aver comunque risposto. Più volte ho sostenuto che la Chiesa, ad occhio, è creditrice nei confronti dello stato. Ho sostenuto che non si può parlare di “nostre e vostre scuole”, ma solo di nostre scuole statali e non statali e riprendere il discorso sul sistema scolastico integrato. Per quanto riguarda l’ICI ho trovato solo ho trovato, contrapposizioni e la banalizzazione del “parliamone”. Si può parlare e aggiustare ove occorra sulle disposizioni di legge. Ma io cittadino devo poter sapere in maniera dettagliata quali sono i beni della “chiesa” con tanto di Comune, foglio mappale e sub mappale. Se no, è la “chiesa” che fa “chiacchiericcio”.Ma non come è avvenuto sin'ora su questo bene,ma di tutti i beni. L’assurdità giuridica che non posso mettere becco su fatti di uno stato straniero sovrano, è una corbelleria: se il bene ricade nella giurisdizione dello stato italiano, posso e come mettere becco, pena il sequestro e conseguente esproprio del bene. Nella revisione del Concordato, che nessuno ha ricordato essere stato firmato per conto dello stato italiano da Bettino Craxi, morto all’estero contumace , questi argomenti non sono materia di revisione concordataria. Verso la fine si è fatto veloce riferimento a gravissimi delitti(fra l’altro il caso Varzè, ma tanti altri in un recente passato) da parte di uomini di “chiesa” e poco o nulla importa se vi sono responsabilità della(santa)Sede o del Vaticano o della CEI. L’immaginario comune non bada a queste sottigliezze che invece potrebbero interessare la magistratura. Questa però non può “invadere” i 40 ettari del territorio dello stato della città del Vaticano, né le numerose residenze che usufruiscono dello status di extraterritorialità.

Postato da Franco Salis il 28/12/2011 08:55

@ martinporres il 27/12/2011 08.34,eh,ma non è giusto,a tutti dai piena solidarietà,e a me invece no. Il mondo è bello perché vario:c’è chi da il cervello all’ammasso e c’è chi pretende di usarlo e distinguere , non il vero dal falso,ma semplicemente opinioni che necessariamente non siano condivisibili da tutti. Non credo che i redattori fatichino tanto per me,avrei potuto essere più breve e conciso,questo si. Ma| ti auguro una buona giornata,una buona fine d’anno e tutto meraviglioso il nuovo,senza alcun rancore. Ciao.

Postato da martinporres il 27/12/2011 08:34

Quanto scrive Franco Salis, piena e convinta solidarietà ai redattori di F.C. che devono leggere i suoi scritti.

Postato da Franco Salis il 26/12/2011 16:46

@Rodolfo Vialba il 26/12/2011 08.21, consentimi innanzitutto di esprimere l’apprezzamento della tua risposta e per la pacatezza espositiva. Io ho confessato più volte che sono ruvido, la eleganza non è il mio forte, ma la ricerca della verità, convinto di non averla mai, si. Io ho l’immagine di Cristo con la tunica di iuta. Vedere il suo “vicario” addobbato come un albero di natale, mi dà fastidio perché è il simbolo della decadenza spirituale e religiosa dei nostri tempi: l’apparire. Non parliamo della mitra, perché…mi pare al maschile. Debbo però riconoscere, perché osservatore attento, che si va verso sia di un ridimensionamento dell’ “Addobbo”, sia delle occasione di utilizzo. Ritornando all’ICI ,c’è solo un mezzo per dimostrare l’adempimento ed è quello di pubblicare tutte le proprietà. Che un parroco dica “io ho ricevuto in donazione un appartamento e pago l’ICI, Bologna paga tot di ICI, Firenze idem, non dicono assolutamente nulla! Vuoi che il cardinale Bagnasco non lo sappia? Da qui la mia convinzione che “faccia il furbo”. Bisogna fare i conti: sono convinto che la Chiesa sarà creditrice, ma deve rinunciare all’arroganza, che ne mina la credibilità nell’opinione pubblica, che non sa tutto quello che fa la Chiesa . Se nel “far di conto” salta fuori qualcosa di non dichiarato, volutamente o per difficile interpretazione, io non mi scandalizzo.(beh, non proprio su tutto, la malversazione per il caso di De Pedis, dubito, anche se forse sapendo bene le cose, ci ripenserò) Il cardinale Bagnasco deve questa trasparenza, non è che la può fare o no, cioè che è a sua discrezione,no, la deve. Io devo insistere nel richiederla, perché io e il cardinale apparteniamo alla stessa Chiesa. Sono convinto che il tuo e io mio scritto(assieme a quelli di tanti altri) abbiano pari dignità di cittadinanza nella Chiesa ,perché finalizzata alla sua crescita. Accetto l’invito di leggere Folena, anzi grazie della segnalazione. Ciao

Postato da Rodolfo Vialba il 26/12/2011 08:21

@Franco Salis il 24/12/2011 11.47. Certo che mi guardo intorno e avanti come suggerisci tu e vedo molta strumentalità in tutto ciò che si dice e si scrive sulla Chiesa e della Chiesa, e non solo dell’ICI, che in fondo è un problema marginale. Premetto che di norma leggo tre/quattro giornali ogni giorno, tra i quali anche Repubblica, che considero un buon esempio di come si dovrebbe fare giornalismo ma non certo il giornale della verità. In merito al tema dell’ICI sugli immobili della Chiesa, che non è nuovo sulle pagine di Repubblica stante che da settembre a dicembre 2007 ha pubblicato un’inchiesta in sette puntate di Curzio Maltese dal titolo “I soldi del Vescovo” a cui Avvenire aveva puntualmente replicato, Repubblica ne ripropone oggi la stessa lettura senza tenere in alcun conto quanto chiarito e precisato da Avvenire nel 2007. Tutto ciò mi fa ritenere che su questo argomento molta sia la strumentalità che muove Repubblica e che forse sarebbe opportuna una attenzione maggiore a ciò che si pubblica al fine di evitare l’accusa e i rischi della parzialità. Consiglio la lettura del libro di Umberto Folena “La vera questua” scaricabile dal sito on line di Avvenire. Non sono in grado di giudicare quanto sia “furbo Bagnasco” che “lascia sempre una porta aperta”, ma credo che il confronto e il dialogo, impliciti nel “siamo disposti a rivedere eventuali anomalie” sono la regola fondamentale che consente di affrontare e risolvere tutti i problemi che si pongono, anche quelli che appaiono strumentali.

Postato da nicolag il 25/12/2011 16:40

E’ opportuno che errori presenti nella ipotizzata lista di immobili che non pagano la dovuta ICI vengano segnalati e corretti con la stessa evidenza data alla notizia. Il problema però rimane. Fino a che la Chiesa riceverà dal potere politico agevolazioni,privilegi e contributi sarà pur sempre soggetta a ricatti. Non potrà mai censurare efficacemente e liberamente il malgoverno. E’ questo il tema centrale da affrontare. Si potrà anche dire che questi sono ragionamenti che non stanno né in cielo,né in terra. Però va considerato che i nuovi fermenti, che sono così evidenti nella stessa Chiesa Cattolica (pur marginali o emarginabili), andrebbero incoraggiati e non soffocati. Se no dovremmo solo parlare di materialità e del suo imperituro predominio sulla spiritualità,divenuta solo pretesto e strumento fruttuoso di essa materialità. Ogni tanto viene da pensare al fascino del denaro e del potere,così bene simboleggiati dalla vicenda evangelica che coinvolse Gesù,Giuda e i Sacerdoti del Tempio.

Postato da Franco Salis il 24/12/2011 11:47

@ Rodolfo Vialba il 24/12/2011 08.58, Chi è colui che può mettere a Repubblica quelle due domande? Ascolta, non stare a guardare la luna o il dito guardati intorno e avanti. Se la Chiesa intesa come gerarchia, o il capo della cristianità che è anche sovrano assoluto dello Stato della Città del Vaticano, dovesse porre quelle due domande, ne esce con le costole rotte che neppure un reparto di ortopedia di eccellenza riuscirebbe a curare in un anno. Ma non ti rendi conto quanto sia “furbo Bagnasco”? ma la furbizia non è una virtù, LUI LASCIA SEMPRE UNA PORTA APERTA: “siamo disposti a rivedere eventuali anomalie”. Ma se il cardinale ha poca stima dei lettori, se no non avrebbe fatto quelle dichiarazioni , ne ha molta di La Repubblica. Per quanto riguarda l’atteggiamento nei confronti del precedente governo, la Repubblica ha adempiuto ad un preciso dovere civico. Del resto con finalità diverse, ha fatto anche L’Avvenire e Famiglia Cristiana. La Repubblica potrebbe porre non due ma duemila domande e il cardinale potrebbe fare una brutta fine nonostante la sua furbizia. I lettori di Repubblica sono anche la migliore espressione dei fedeli di oggi, ed è solo per questo che non parte all’attacco e travolge la gerarchia. Un christifidelis lettore di Repubblica si troverebbe in forte imbarazzo. Ed è per questo che ci sono solo fuochi d’artificio, che essendo innocui, possono anche essere gradevoli, prendendoli per il verso giusto. Lasciamo perdere dunque queste difese d’ufficio acritiche e vediamo invece di fare una attenta lettura della Chiesa di oggi ,come per esempio, viene proposto da luciocroce il 23/12/2011 21.53 nella rubrica Famiglia | Don Sciortino risponde del 21.12.2011 dal titolo :Troppi don Abbondio nella Chiesa. Condivido al 100% il contenuto e lo considero addirittura una traccia di riflessione. Paghe a tottu (pace a tutti) Buon Natale.

Postato da aldo abenavoli il 24/12/2011 11:00

Sono chiare ora le ragioni per le quali le Encicliche Conciliari esortano la Chiesa a rinunciare a certi benefici tutte le volte che possa sorgere il sospetto, anche totalmente infondato, che gli stessi possano costituire indebiti privilegi? A proposito di privilegi veri o presunti quelli di cui beneficia Don Verzè sono il frutto di una campagna laicista ovvero una tragica verità sulla quale si preferisce sorvolare?

Postato da Rodolfo Vialba il 24/12/2011 08:58

Non c'è nulla di nuovo nelle ragioni per le quali Repubblica non perde occasione per mettere in cattiva luce la Chiesa e le sue organizzazioni. E lo fa sulla base dell'assunto che il popolo ha sempre bisogno di nemico contro cui lottare e, dunque, se il nemico non c'è più (per Repubblica nel recente passato erano, certo a ragione, la maggioranza di centrodestra e il governo Berlusconi) bisogna crearlo e additarlo al popolo come il responsabile di gran parte dei problemi e la soluzione degli stessi. Non c'è dubbio che tutto questo “faccia notizia” e vendere qualche copia di giornale in più, così come non c’è dubbio che tra le proprietà della Chiesa e delle sue organizzazioni possa esserci qualche situazione anomala. In questo caso, dice il Card. Bagnasco è giusto che se vi sono dei casi concreti nei quali un tributo dovuto non è stato pagato, che l’abuso sia accertato e abbia fine. Piuttosto che polemizzare inutilmente Repubblica si ponga e risponda a due domande: 1) perchè tanto accanimento contro la Chiesa e poco o nulla contro quell’insieme di singolarità che rendono “anomalo” il nostro Paese nel novero dei Paesi civili, moderni e democratici? Mi riferisco a queste singolarità: 120 miliardi di euro di evasione fiscale all’anno, 60 miliardi di euro di corruzione all’anno, 154 miliardi di euro come ricchezza prodotta dal lavoro sommerso con tre milioni di lavoratori in nero, da cui si evadono tasse per 11 miliardi e si sottraggono alla tassazione fiscale 53 miliardi di euro all’anno, e a tutte quelle elencate in “Soldi rubati” Ed. Ponte alle Grazie. 2) a chi spetta il controllo del territorio in cui non vi sono solo le proprietà della Chiesa ma anche quelle dei partiti, delle loro Fondazioni e dei Centri Culturali che in quanto ONLUS sono esentate da pagamento ICI, delle Organizzazioni Sindacali, dell’abusivismo edilizio, ecc., ecc., ecc.? Tutto questo solo per dire che è sciocco colui (Repubblica) che invece di guardare la luna, guarda il dito che la indica.

Postato da Franco Salis il 24/12/2011 08:12

Caro Libero Leo il 23/12/2011 17.34,fuori il nome del servizio cui ti riferisci, diversamente come faccio a verificare? Io un sospetto ce l’ho, ma non ne posso essere certo. Se il fatto è quello a cui mi riferisco non è affatto certo, ma potrebbe essere addirittura una reiterazione di un reato. I commenti di questo servizio non sono di mio gradimento (e chi non se ne frega, direte voi),perché non vi è la ricerca della verità dei fatti, ma un abbandono a difesa del presunto "capro espiatorio". L’AVVENIRE non ha già sbagliato mostrando ricevute che si riferivano ad altro immobile? Cosa c’è di strano: immobile stessa via e stesso numero civico stesso foglio e credo stessa particella, cambiava solo il sub. Il patrimonio della Chiesa è immenso, non “infinito” come ha detto qualcuno, non esageriamo. Questo, mi dispiace per i redattori di Avvenire e di F.C. (gli altri giornali non mi interessano, io guardo le cose di casa mia) NON E’ COMPORTAMENTO da cristiani. Gesù ci ha comandato di aiutarci a vicenda per portare il suo messaggio, quindi TRASPARENZA. L’Avvenire è il giornale dei vescovi. Ma non abbiamo detto che i giornalisti sono professionisti e non impiegati? Quindi possono anzi debbono anche disubbidire al loro capo (cardinale Bagnasco)?

Postato da METAFISICO il 24/12/2011 02:38

Era ora! Finalmente Famiglia Cristiana si accorge che "La Repubblica" pubblica menzogne! Quante bugie! Oggi e ...ieri. Stiamo attenti anche alle bugie di domani.

Postato da martinporres il 23/12/2011 21:36

Molti laicisti vogliono fare credere che il debito pubblico italiano sia colpa sei preti che non pagano l' ici, ipotesi che fa veramente sorridere. Tanto per rimanere nella ricerca di un "capro espiatorio".

Postato da Franco Salis il 23/12/2011 18:06

@martinporres il 23/12/2011 16.24,perfettamente d'accordo con te, però prima ACCERTIAMO LA VERITA'. "Certa altra gente" si rifiuta di fornire l'elenco completo degli immobili intestati e a quale titolo. Certo è anche vergognoso che il sindaco non disponga di un “suo” catasto e di una “sua” conservatoria. La solidarietà va sempre data alle vittime e non eventualmente agli evasori.

Postato da vdiste1939 il 23/12/2011 17:57

nessuna meraviglia, repubblica, come del resto i radicali pensano di far ben insultando e calunniando

Postato da Libero Leo il 23/12/2011 17:34

Purtroppo non c’è molto da stupirsi in merito al fatto che i giornali riportino falsità od omettano notizie. Ormai i veri giornalisti sono pochissimi. In genere sono politici travestiti da giornalisti, che gonfiano, sgonfiano e censurano le notizie in funzione delle loro convenienze. Oggi ho fatto un’indagine in merito ad una notizia giudiziaria. Molto tempo fa era stata indagata una persona molto famosa. I titoli dei giornali erano enormi e quasi tutti inducevano a ritenere che questa persona fosse colpevole. Recentemente è emerso un fatto certo che scagionerebbe questa persona. Il giornale che maggiormente aveva alzato l’indice accusatore ha dato la notizia sul suo sito, ma per poche ore e con un titolino (titolo n. 18); giusto per salvare la faccia. Poi si è autocensurato. Titoloni per accusare. Praticamente nulla per scagionare. Ma peggio hanno fatto altri, che in genere si accodano a questo giornalone. Nulla! Non hanno dato assolutamente la notizia. Forse non hanno fatto in tempo a vedere la notizia sul loro giornale di riferimento e sono disinformati. Purtroppo non c’è da stupirsi. Oggi più che mai è difficile ottenere la verità. Forse ci si avvicina ad essa se si leggono più giornali senza alcun preconcetto, e li si mette a confronto; e questo oggi, fortunatamente, è possibile grazie ad Internet.

Postato da martinporres il 23/12/2011 16:24

Piena solidarietà alla società San Paolo, fa bene a tutelare la propria immagine e a procedere nelle sedi più opportune. E' ora che "certa gente" la smetta di infangare

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