03/03/2011
Lele Mora, 55 anni, titolare di un'agenzia di management di artisti, aspira a essere eletto nelle liste del Pdl.
«Ho idea di entrare in politica, candidarmi alle prossime elezioni». Chi è che promette questo servizio alla comunità nazionale: Marchionne, Montezemolo, un Premio Nobel, un rettore di università, magari una star dello sport? No, è Lele Mora in una intervista a La7. E candidarsi in quale partito? Beh, di destra, diciamo il Pdl. «Se mi accettano...».
Fossimo una normale democrazia, Lele Mora avrebbe prospettato l’incognita in un modo diverso: non “se mi accettano” bensì “se mi votano”. Ma ha ragione lui. Sono i capi dei partiti a bloccare le liste, prendere o lasciare. I candidati non hanno nessun bisogno di convincere gli elettori. Basta che acquistino meriti presso i capi. Per questo c’è chi fa battaglie nazionali, chi si impegna in città e paesini, chi ha un nome di richiamo, che è ancora ignoto ma promette bene, chi è solo fedele. E c’è chi procura donne.
In fatto di donne, escort e avviate alla carriera, Lele Mora ne procurava a convogli. Avesse voluto risparmiare, poteva prendere a nolo un torpedone. Ma da uomo generoso, che non bada a spese, largheggiava in limousines. Una, o due, o tre in fila, nessun problema ai cancelli di Arcore o di altre ville patrizie. Se c’erano carabinieri di sentinella, guardavano altrove. Insomma Lele Mora era la rotella che faceva funzionare un perfetto ingranaggio. Nessun dubbio che meriti la gratitudine del capo, quello appunto che dice l’ultima parola sulle liste elettorali.
Circa però la sua richiesta, un paio di obiezioni. E’ vero che Berlusconi voleva far eleggere in questa o quella regione delle belle figliole, già comparse in tv e quindi destinate a fulgide carriere. A maggior ragione Lele Mora, che nel settore è l’impresario, trova naturale un analogo trattamento. Senonché, fra quelle gentili candidature e quella avanzata adesso da Lele Mora, è trascorso qualche mese. Nel frattempo hanno fatto irruzione Ruby e altre miss da copertina, non solo noiose per il gran capo ma pericolose. Farsi avanti nel modo un po’ grossier scelto dal loro gestore significa infastidire maggiormente Berlusconi. Ci sono nel dizionario brutti termini, assai peggiori di escort: per esempio mezzano, ruffiano, prosseneta. Mettere un procacciatore in lista sarebbe, diciamo così, imprudente. Fortuna che le elezioni non siano alle porte, ci mancava solo una nuova gara di salto in basso.
L’altra riserva riguarda una frase dello stesso Lele Mora, nell’occasione pervaso da candore. “Se sei inquisito – ha detto – non puoi fare questo genere di lavoro”. Il lavoro politico, non la gerenza di limousines. Parole lodevoli. Ma a lume di naso è difficile che, oggi come oggi, Berlusconi le condivida.
Marin Faliero