08/03/2012
"Se per tuo fratello la musica potrà diventare una professione, per te non dovrà essere altro che un piacevole passatempo". Era stato detto cosí - era il 1820 - alla graziosa Fanny Mendelssohn, compositrice di talento e sorella del più celebre Felix. Il padre, di quella figlia che buttava giù note su uno spartito, non ne voleva sapere. Se oggi viviamo in tempi di "no country for old man" per dirla come i fratelli Cohen, a quei tempi vigeva il "no music for young women". Non sembravano esserci posti granché accoglienti per compositrici di sesso femminile.
L'Ottocento ne reca davvero pochissimi esempi, uno di questi é proprio
Fanny Mendelssohn, la cui famiglia tentò per tutta la sua vita di
dissuadere dall'idea di diventare musicista. Pare che diverse opere
attribuite al fratello, siano in realtà sue. Quest'ultima é una
rivelazione fornita da Isabel Lopez Calzada, direttrice della "Osmum",
l'orchestra sinfonica di Madrid composta esclusivamente da elementi
femminili.
Dietro al leggio di metallo cromato, la bella Isabel agita la bacchetta,
muovendo al tempo stesso la lunga chioma di boccoli neri. Le settanta
strumentiste seguono i suoi movimenti fluidi e eseguono alla perfezione.
I concerti propongono un vasto repertorio, dal classico alla musica
moderna passando attraverso il flamenco, ritmo spagnolo per eccellenza.
Tutto, in "Osmum", é eclettico e cosmopolita, dai brani proposti alla
nazionalità delle strumentiste giunte da ogni angolo del pianeta per
unirsi all'avventura dell'unica orchestra sinfonica femminile in Europa,
molto attiva nel partecipare a iniziative di solidarietà in tutto il
mondo. Come mai un'orchestra di sole donne? "Le musiciste affrontano
molte più difficoltà rispetto ai colleghi uomini, per entrare a far
parte delle filarmoniche ufficiali, la "Osmum" offre lo spazio che il loro
talento merita".
La tematica del talento femminile in ombra é cara a Isabel Lopez Calzada
e ai sostenitori dell'orchestra madrilena. Viene citato un recente
studio della Società Generale degli Autori, dove si mette in luce che
nella programmazione culturale nazionale degli ultimi cinque anni, solo
un 16% é stata rappresentata da compositori spagnoli e fra questi le
donne sono state praticamente assenti. Il talento represso delle donne é
purtroppo una costante della storia. Isabel cerca in archivi, su
internet e nelle biblioteche i pochi documenti relativi a musiciste e
compositrici rimaste pressoché sconosciute o la cui storia é relegata in
qualche volume polveroso per melomani incalliti.
Il suo intento é quello di far scoprire il loro repertorio al grande
pubblico. Fanny Mendelssohn é una di queste, ma non é la sola. C'é Clara
Schumann, a cui si adatta benisssimo il detto "dietro alle gesta di un
grande uomo c'é sempre una grande donna". Sí perché Clara, moglie del
celeberrimo Robert Schumann, trascurò le sue eccezionali doti di
compositrice per consacrarsi al ruolo di assistente e musa ispiratrice
del marito. Ma la solerte OSMUM ha ripreso in mano i suoi spartiti e li
ha rimessi in musica. La stessa cosa é stata fatta con i brani di
Mariana Martinez, contemporanea di Mozart e allieva di Haydin. Solo
sessanta delle sue duecento opere sono giunte fino a noi.
Il resto é finito miseramente nell'oblío, come é accaduto alla storia di
troppe figure femminili di valore. Il compito di Isabel é quello di
ridare luce a queste figure e di colmare queste lacune nella storia
della musica, arricchendola della creatività di talenti caduti
nell'anonimato in quanto donne.
L'avventura di questa giovane decisa, dagli occhi vivaci e dal
portamento elegante, e delle sue settanta bravissime strumentiste é
cominciata il 27 marzo del 2004, con un concerto all'Auditorio Nazionale
di Madrid. Da allora, di strada ne é stata percorsa molta, una strada
che ha attraversato tutto il mondo e che una notte di dicembre ha fatto
tappa anche a Ramallah e a Betlemme, nella piazza della Natività, per un
memorabile e commovente concerto di beneficenza.
E qui forse é necessario segnare un punto. Perché in realtà la OSMUM non
é la prima orchestra sinfonica femminile europea. Ci fu un lugubre
precedente negli anni Quaranta, ad Auschwitz. Prima l'insegnante polacca
di musica Zofia Czajkowska e poi Alma Rosé, nipote di Gustav Mahler,
furono costrette dalle SS a dirigere un'orchestra femminile, interamente
composta di prigioniere, affinché accompagnasse con brani classici il
rientro al campo degli altri deportati dopo i lavori forzati. La pena
prevista per una nota stonata era la camera a gas.
E'bello ricordare in questo otto marzo che oggi, una nuova orchestra
tutta al femminile, porta nel mondo un messaggio di fratellanza e di
pace.
Eva Morletto