Caro ministro, la cultura è ricchezza

Ogni euro investito ne produce 2,49. Lo dimostra uno studio presentato a Firenze che smentisce le parole di Giulio Tremonti, secondo il quale "Con la cultura non si mangia".

22/11/2010
Una copia in vetroresina del David è stata collocata sul Duomo di Firenze in occasione di Florens 2010.
Una copia in vetroresina del David è stata collocata sul Duomo di Firenze in occasione di Florens 2010.

Varando la nuova Finanziaria, il ministro Tremonti ha detto che la cultura non dà da mangiare. Non è chiaro se le esatte parole che ha pronunciato siano «Con la cultura non si mangia», «La gente non mangia cultura» o «La cultura non dà da mangiare». In ogni caso, il senso è lo stesso: la cultura, nella visione del ministro, non produce benefici materiali, ma rappresenta un costo.

A questa affermazione si potrebbe rispondere che anche i benefici immateriali, non quantificabili economicamente, hanno la loro importanza nella vita dell’uomo. Ma una risposta è possibile anche restando nell’ambito del ministro, l’economia, citando numeri nudi e crudi. A questo proposito, sarebbe stato opportuno che Tremonti avesse fatto visita a Florens 2010, la prima Biennale dei beni culturali e ambientali che si è appena conclusa a Firenze (www.florens2010.org).

In questa sede è stato presentato uno studio della European House – Ambrosetti che, incrociando una serie molto ampia di dati, e sfruttando un nuovo indice chiamato Florens index, ha dimostrato in maniera scientifica che – con buona pace del ministro – la cultura dà da mangiare (o che la gente mangia cultura, o che con la cultura si mangia). Facciamo parlare i dati della ricerca. Per ogni di euro investito nel settore culturale, l’impatto (diretto, indiretto e indotto) sul sistema economico è di 2,49 euro. Scomponendo nel dettaglio il dato, di questi 2,49 euro 1,15 sono trattenuti all’interno del settore culturale, 0,62 vengono generati nell’industria manifatturiera, 0,16 nei trasporti, 0,12 nel commercio, 0,09 nell’industria non manifatturiera, 0,04 nelle costruzioni, 0,02 nel settore ricettivo (alberghi e ristoranti), 0,01 nell’agricoltura. E non è finita. Lo studio calcola gli effetti dell’investimento culturale anche sull’occupazione. Risultato: per ogni incremento di una unità di lavoro nel settore culturale, l’incremento totale sulle unità di lavoro del sistema economico è di 1,65. Di cui 1,10 trattenute all’interno del settore culturale, 0,13 generati nell’industria manifatturiera, 0,07 nei trasporti e nel commercio, 0,04 nell’agricoltura, 0,03 nelle costruzioni e 0,02 nell’industria non manifatturiera e nel settore degli alberghi e della ristorazione.

Non stupisce che gli autori dello studio, così come i tanti relatori di Florens 2010, parlino di golden economy: altro che fame e miseria, la cultura è una gallina dalle uova d’oro che produce effetti positivi sull’economia e sull’occupazione. Qualche esempio, giusto per evitare la tentazione di tacciare di idealismo la ricerca European House – Ambrosetti che, al contrario, è fondata su basi scientifiche rigorose. E’ stato stimato che il Festival di economia di Trento ha un ritorno quattro volte superiore alla spesa; tre volte le mostre di Brescia e di Como; ben sette volte il Festival della letteratura di Mantova.

Giovanni Gentile, ideatore di Florens 2010, presidente di Confindustria Firenze,editore, evita ogni polemica, anzi sottolinea la positiva presenza del ministro Bondi all’evento, ma propone qualche riflessione interessante. «La cultura non è un costo né un lusso, è una risorsa. Lo è in generale, ma ancor più in tempi di crisi. E’ uno dei pochi settori che possono produrre risultati rilevanti. Non dimentichiamo che parliamo di una risorsa nostra, che nessuna ci può togliere, perché l’arte, il patrimonio architettonico, l’ambiente sono l’essenza dell’Italia. E’ tempo che si capisca che nella cultura bisogna investire. Noi abbiamo proposto la defiscalizzazione degli investimenti, sia per le persone fisiche che per le imprese. Riscoprire il valore, anche economico, della cultura sarebbe il modo migliore per celebrare il 150° dell’Unità d’Italia».

Qualcuno potrebbe inviare al ministro la ricerca European House - Ambrosetti?

Paolo Perazzolo
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Postato da seodeo il 20/05/2011 19:58

Credo che le uniche risposte che meriti "IL POCO onorevole" Tremonti dai Cittadini dopo una battuta infelice come quella a cui si riferisce questo articolo, siano le seguenti: Smettila di mangiare a quattro ganasce grazie proprio alla tua cultura e pensa un po di più ai Cittadini che si stanno arci stufando di vederti come membro del governo e del parlamento ad oziare. Usa meno le quattro ganasce per mangiare e chiacchierare grazie proprio alla cultura che te ne ha dato la possibilità e utilizza la cultura che hai acquisito per metterla a frutto a favore di chi ti ha votato. Inoltre vorrei vedere i tuoi figli senza cultura, ignorante che non sei altro a parlare in quel modo: ciò che ti meriti è di subire 10 volte i danni che stai facendo ai Cittadini italiani. Quindi voto per EVITARE che i tuoi figli (e solo loro) possano acculturarsi (visto che è proprio questo che vorresti fare con i miei figli). Tanto ti dovevo, Tremonti sei un ignorante: vai a studiare. Terroristi non si nasce, si diventa a causa della scarsa cultura e del fatto che lo Stato SORDO non ascolta le necessità dei Cittadini. E le necessità ora come ora sono proprio quelle di aumentare gli investimenti nella cultura nella istruzione nella scuola di almeno un ordine di grandezza. Ricordati che tu, FIN TROPPO CARO Tremonti, (si sei troppo caro visto quello che prendi di stipendio proprio grazie alla cultura che hai acquisito e che ora stai cercando di spazzare via) sei un SERVO dello Stato e dei CITTADINI che ti hanno votato. E fintanto che saremmo in democrazia dovrai erogare ai Cittadini i servizi di cui hanno bisogno, compresi quelli culturali. E che siano di qualità Se poi a te sembra che con la cultura non si mangi vorrei sapere perché non ritorni ad essere tu stesso un asinello (ma forse già lo sei, visto che lo hai dimostrato con quella frase infelice). Saluti, Firmato Un Cittadino che ha bisogno di un Ministro con una cultura diversa rispetto a quella di Tremonti, visto che lui la sua cultura la utilizza per far danni. P.S.: A SCANSO DI EQUIVOCI: NON SONO COMUNISTA: Ero del PDL ma da tempo avete tradito il senso del voto che io avevo espresso in vostro favore a suo tempo. ANDATEVENE A CASA TUTTI PDL=ignoranti

Postato da Andrea Annibale il 23/11/2010 00:19

Condivido ciò che dice il dott. Perazzolo, anche perché cita cifre non equivoche e non equivocabili. Il ritorno dell’investimento esiste sia che l’investimento in cultura sia privato sia che l’investimento sia pubblico. Secondo me bisognerebbe cercare di andare incontro ad un sistema misto, come già in parte avviene, ove l’ente pubblico si accolla solo una parte dei costi. Infatti, il costo pubblico dell’investimento in cultura si ripartisce su tutti i contribuenti, mentre i benefici riguardano una minoranza di fruitori dell’evento culturale e i beneficiari dell’indotto. Se il ritorno è a favore di una minoranza di privati perché deve pagare interamente lo Stato? Veramente povero poi mi sembra l’investimento in cultura della RAI che procrastina la vecchia politica romana del panem et circenses. Perché non fare di RAI3 un canale totalmente dedicato alla cultura, oltre che all’informazione locale. Non solo documentari scientifici. Dobbiamo continuare a pagare il canone per vedere le tette delle soubrette ed il calcio? Io sto facendo uno sciopero salutare della televisione: molta musica sia classica sia moderna e poca, pochissima televisione, tranne qualche documentario scientifico e i telegiornali … Ciao

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