01/05/2012
Una foto di Giovanni Spampinato, giornalista ucciso dalla mafia (foto del servizio: Ansa).
Il
ricordo dei colleghi uccisi deve essere coniugato con l’impegno per una stampa indipendente, al
servizio dei cittadini e della verità. In nome di questi principi fondamentali,
giovedì 3 maggio la città di Palermo ospita la quinta Giornata della Memoria
dei giornalisti uccisi dalla mafia e dal terrorismo, organizzata dall’Unione
dei Cronisti Italiani nella data simbolica delle manifestazioni per la Giornata mondiale sulla Libertà di Stampa, (promossa dall’Unesco per la prima
volta nel 1991).
Il
tragico elenco dei giornalisti italiani caduti nella ricerca della
verità si apre con la misteriosa uccisione di Cosimo Cristina, coraggioso
cronista del quotidiano L’Ora assassinato il 5 maggio del 1960 a Termini Imerese, in
provincia di Palermo. Un delitto caratterizzato da depistaggi e veleni,
finalizzati a nascondere l’impegno di Cristina nel denunciare le connessioni
tra mafia e potere.
Un
decennio dopo, tra Palermo e Ragusa, furono uccisi due suoi illustri colleghi
del giornale L’Ora: Mauro De Mauro e Giovanni Spampinato. Alla fine degli anni
Settanta, invece, la mafia assassinò Mario Francese, noto cronista giudiziario
del Giornale di Sicilia. Il suo sacrificio fu preceduto dall’omicidio di
Peppino Impastato (instancabile anima della mitica Radio Aut) e fu seguito
dall’assassinio di Pippo Fava (noto scrittore e fondatore del settimanale I
Siciliani).
Negli
anni successivi, la mafia uccise anche
il sociologo e giornalista Mauro Rostagno (fondatore della Comunità Saman di
Trapani) e il professore Beppe Alfano, corrispondente del quotidiano La Sicilia da Barcellona
Pozzo di Gotto.
Leone Zingales, presidente dell'Unci di Sicilia.
In Campania, invece, una fortissima emozione destò l’omicidio di Giancarlo Siani, giovane cronista del Mattino di Napoli, impegnato nella denuncia delle connivenze tra la camorra, la politica e i colletti bianchi. I giornalisti italiani vittime del terrorismo furono due e tra i più noti in Italia: Walter Tobagi (inviato speciale del Corriere della Sera, dopo un passato nel quotidiano socialista L’Avanti e nel quotidiano cattolico Avvenire) e Carlo Casalegno(vicedirettore della Stampa), entrambi uccisi dalle Brigate Rosse, a cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta.
A Roma, invece, il tipografo del Messaggero, Maurizio Di Leo, fu assassinato dai Nar, perchè era stato scambiato per il cronista che si occupava dell’eversione neofascista. In occasione della Giornata della Memoria saranno ricordati anche i numerosi giornalisti e fotoreporter italiani assassinati durante le guerre: da Ilaria Alpi a Enzo Baldoni, da Raffaele Ciriello a Maria Grazia Cutuli, da Marco Luchetta ad Antonio Russo, da Guido Puletti a Vittorio Arrigoni (senza dimenticare i tanti altri eroici inviati e operatori televisivi morti in giro per il mondo).
Come spiega Leone Zingales, presidente regionale dell’Unci e organizzatore dell’evento di Palermo, “rinnoveremo il ricordo di quei cronisti e operatori dell’informazione che hanno sacrificato la propria vita per la stampa libera e per l’informazione coraggiosa. L’Unione Cronisti ha dato il via 5 anni fa alla Giornata per le vittime cadute per mano mafiosa o terroristica, nella speranza di salvaguardare la memoria dei colleghi che hanno lasciato una traccia indelebile nel nostro Paese”.
La manifestazione palermitana del 3 maggio si apre con la visita nel Giardino della Memoria di Ciaculli, dove l’Associazione Nazionale Magistrati e l’Unione dei Cronisti hanno piantato alberi in onore delle vittime della mafia. Il dibattito, invece, si svolge a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea Regionale Siciliana. Dopo l’introduzione di Leone Zingales, interverranno alcuni familiari delle vittime e i vertici del giornalismo italiano: da Roberto Natale (presidente della Federazione Nazionale della Stampa) ad Enzo Jacopino (presidente dell’Ordine dei Giornalisti), fino a Guido Columba (presidente nazionale dell’UNCI).
Pietro Scaglione