11/12/2012
'Il ritorno della mummia': questo il titolo a tutta prima pagina del quotidiano francese Liberation in edicola il 10 dicembre 2012 (Ansa).
Almeno risparmiateci la parola: “responsabilità”.
Se n’è vista davvero poca, in
questi giorni. La “casta” balla sul Titanic,
mentre le famiglie si avviano a un Natale
austero. Senza un soldo da spendere.
E i sacrifici
di un anno buttati al vento da una classe
politica servile, che antepone i propri interessi
a quelli del Paese. E pone fine a
un’agenda di impegni e riforme, nonostante
gli accordi di quella strana maggioranza che,
fin qui, comunque, aveva retto.
Poi, all’improvviso, il fulmine a ciel sereno.
Anche se, da tempo, il fuoco covava sotto
le ceneri. Nel “regno dei coniglietti” è riapparso
il dinosauro. Ma il cilindro è logoro e
vecchio. Come un film, più volte, visto. Un ritorno
che sancisce l’inettitudine della classe
politica a rinnovarsi. Incapace, nell’arco
di un anno, durante la parentesi Monti, di
modificare la legge elettorale.
Il famigerato
“porcellum”, che ha scippato i cittadini del diritto
di eleggersi i propri rappresentanti. Ancora
una volta il danno e la beffa. Costretti a
votare i “nominati” dai segretari di partito:
fedelissimi e “maggiordomi”. Nani e ballerine.
E quanti cercano riparo dalla giustizia
nelle aule parlamentari.
Una copertina del settimanale "Time" dedicata a Silvio Berlusconi. Il titolo dice: "L'uomo dietro la più pericolosa economia al mondo" (Ansa).
Una classe politica irresponsabile gioca allo
sfascio, sulla giostra del potere. Tanto peggio,
tanto meglio. Poi, qualcuno recupererà i
cocci. Il ritorno di Berlusconi sulla scena pubblica
getta il Paese nel caos. Eppure, pensavamo
di aver girato pagina. Verso una Terza Repubblica.
Con una politica più “seria”. Ma ci
eravamo illusi.
Tutto come prima. Anzi, peggio.
Chi annaspa per non affogare è capace di
tutto. Così, torna a spirare il “vento gelido”
dell’antipolitica, mitigato dalle recenti primarie.
Sotto l’albero di Natale ci aspetta il carbone
dello spread in rialzo. E un futuro incerto.
Speriamo, senza instabilità sociali.
L’“incubo natalizio”, come sempre, peserà
sulle spalle degli italiani. Ancora una volta,
spaccherà il Paese. Verranno ignorati i
problemi di famiglie, lavoratori e giovani. Sarà
un referendum sul “padre-padrone” di un
partito. Dopo la conta di fedelissimi e traditori.
Da punire o premiare.
E nel bel mezzo il
processo Ruby-gate, una condanna in primo
grado per frode fiscale. E la propaganda mediatica,
già avviata. Un populismo a piene
mani. Il pifferaio magico torna a incantare,
con promesse allettanti. Una lucida “follia”
che vanifica i sacrifici delle famiglie. E blocca
il cammino virtuoso di riforme. Anche se
impopolari. Per evitare il “rischio Grecia”.
Dopo il rigore patito, sfuma la speranza
dell’equità e della crescita. Assieme al prestigio
internazionale. Dopo avvilenti esibizioni
passate, in Europa e nel mondo.
«Ciò che lascia sbigottiti», ha detto il presidente
Cei, cardinale Bagnasco, «è l’irresponsabilità
di quanti pensano a sistemarsi mentre
la casa sta ancora bruciando. E si conferma
la radice di una crisi che non è solo economica
e sociale, ma culturale e morale».