06/09/2012
Barack Obama con le figlia quattordicenne Malia (a sinistra) e Sasha, 11 anni (Reuters).
Un racconto personale, nessuna incertezza e, soprattutto, nessun attacco diretto ai Romney. Ecco la ricetta del discorso con cui Michelle Obama ha conquistato la platea di Charlotte, in North Carolina, dove si svolge la convention dei democratici, e un posto nelle fantasie di qualche stratega politico. Chiamata a dare manforte al marito in virtù della sua straordinaria popolarità (l'apprezza il 66 percento degli americani, ventitré punti in più del marito presidente), la first lady ci ha lavorato di suo pugno per quasi un mese, mescolando il politico e il personale, per convincere l'America che Barack Obama incarna ancora la promessa di quattro anni fa.
"Diventare presidente non cambia chi sei, ma rivela chi sei", ha detto Michelle. Tradotto: vi assicuro che Barack è lo stesso di quattro anni fa, quando non avete avuto dubbi ad leggerlo. E' ancora il presidente umano per cui "non ci sono problemi politici ma personali", l'uomo che agisce per coscienza e non per calcolo, per esempio assumendosi il rischio politico di una riforma spesso osteggiata come era quella sanitaria. Sul piano personale però, il racconto che offre agli americani come specchio in cui riconoscersi è soprattutto il suo, quello di un Michelle ragazzina che riesce di andare al college grazie ai sacrifici del padre malato di sclerosi multipla (come la moglie di Romney, Ann) e che adesso ha come prima preoccupazione le figlie: "L'America ha bisogno di Barack: non ve lo dico da first lady ma da mom-in chief", da comandante mamma.
A giornali e televisioni, ça va sans dire, non è sfuggito nemmeno l'abito, -Femminile, spontaneo e di colore politicamente neutro" - ha scritto il Washington Post. Contravvenendo alla regola non scritta del tailleur nei colori de partito (rosso per i repubblicani, blu per i democatrici), Michelle ha ribadito la sua vicinanza alle donne normali, che il tailleur non lo mettono quasi mai, e che certo non spenderebbero i duemila dollari pagati da Ann Romney per il completo sfoggiato a Tampa. Ecco, i repubblicani. Con un tatticismo da consumata politica, Michelle ha ribattuto punto per punto senza mai nominare Mitt Romney. Ai repubblicani che sostengono che Barack sia invidioso del successo e della ricchezza risponde con candore: "lui crede nel sogno americano perché lo ha vissuto, e cerca di realizzarlo nonostante le difficoltà".
Agli aneddoti di Ann Romney sul padre splendido che è stato il candidato repubblicano Michelle non risponde nemmeno, ma mentre è in diretta la Casa Bianca pubblica su Internet una foto del presidente che insieme alle figlie guarda la convention dal divano. Nemmeno i kennedy sarebbero stati capaci di tanta disinvolta eleganza, commenta qualcuno su Twitter. E il fascino della coppia, in effetti, ricorda sia JFK che Jackie: un presidente carismatico con accanto una moglie altrettanto presente. E per quanto Michelle ribadisca come la famiglia sia la sua priorità, gli applausi non si erano ancora spenti che i commentatori già ipotizzavano una sua candidatura nel 2016. Fantasie? Si vedrà. Finora l'unica first lady a entrare in politica è stata Hillary Clinton, ma anche Eleanor Roosevelt (che reinventò in chiave moderna il ruolo della first lady, e fu anche la prima a parlare ad una convention, nel 1940) fu molto corteggiata, dopo la morte la marito, dai maggiorenti dei democratici.
A molti non dispiacerebbe nemmeno accostarle come vice Julian Castro, il sindaco di San Antonio. Davvero può bastare un discorso? Chissà. In fondo anche Barack Obama salì alle luci della ribalta proprio grazie al discorso di apertura alla convention democratica del 2004. Lo storico settimanale New Yorker gli dedicò un profilo con un titolo poi rivelatosi profetico: "The candidate". Il dominio www.michelleobama2016.org, intanto, è già stato comprato.
Claudia Andreozzi