05/01/2012
Una "intoccabile" riceve il cibo direttamente nel velo (foto di Nongmaithem Robin Singh).
Indra Athwal e' una Miss molto
speciale. Mentre viene incoronata Principessa 2011, scoppia a piangere proprio
come fa ogni reginetta, alla fine di una competizione di bellezza, sui palchi di
tutto il mondo.
Ma i motivi per cui lei piange sono ben diversi da quelli delle
sue colleghe. Fino a pochi anni fa, infatti, Indra occupava il gradino più
infimo della gerarchia sociale indiana. Era ultima anche tra i cosiddetti
“intoccabili”, evitata e disprezzata da tutti. Causa di tanta infamia, il lavoro
che faceva per vivere: pulire le latrine a secco delle case del suo villaggio.
Un mestiere messo fuori legge dal 1993, così come le caste, abolite
dall'articolo 17 della Costituzione indiana, ma di fatto ancora in vigore in
tutto il Paese.
Fra i tanti primati che l'India
detiene, c'è quello dei peggiori servizi sanitari del mondo. Secondo le ultime
statistiche, 700 milioni di persone non hanno accesso ai servizi igenici, e
svolgono le loro funzioni corporee all'aria aperta. In molti villaggi, le case
dei piu' abbienti hanno locali appositi adibiti a questo uso, ma privi di
scarichi. Il compito di svuotarli e ripulirli è riservato a comunità di
intoccabili, le cui donne si tramandano, di generazione in generazione, l'odioso
mestriere.
Caricato un cesto pieno di rifiuti umani sul capo, devono percorrere
chilometri per andarlo a svuotare lontano dal villaggio. Spesso in cambio
ricevono poche rupie, che vengono loro gettate sul pavimento, per evitare
qualsiasi contatto fisico. Oppure cibo e acqua, che dovono ricevere direttamente
tra le mani, perchè nessuna famiglia permetterebbe mai che toccassero piatti o
bicchieri della propria casa.
Bindeshwar Pathak, un medico
appartenente alla casta dei bramini, la più alta della scala sociale indiana,
sta dedicando la sua vita a estirpare, una volta per tutte, questo inferno dalla
terra. Per questo, ha organizzato programmi di educazione e recupero per le
donne costrette a svolgere quel compito disumano. Alfabetizzazione, formazione
tecnica, assistenza economica e, perchè no, anche un concorso di bellezza.
“Dopo anni di disprezzo e degrado senza confronti”, ha spiegato il medico
bramino, “queste ragazze hanno anche bisogno di sentirsi belle, per recuperare
la propria dignità di donne”.
E guardandole mentre sfilavano sul palco, con
plastica andatura, avvolte nei loro sari color turchese, si poteva cogliere, dal
fondo dei loro sguardi, l'orgoglio disperato dei sopravissuti.
Marta Franceschini