03/08/2011
È cominciato questa mattina il processo contro l'ex rais egiziano Hosni Mubarak, i suoi due figli Gamal e Alaa, l'ex ministro dell'Interno Habib El Adly, e sei suoi collaboratori. Mubarak si è presentato nell'aula dell'Accademia di polizia, adibita a sala di tribunale. L'ottantatreenne ex presidente egiziano è entrato nella gabbia degli imputati su una barella e dopo un primo momento di commozione è apparso più tranquillo ed ha spesso scambiato parole con in due figli che gli sono sempre rimasti accanto in piedi, indossando la tuta bianca dei detenuti in attesa di giudizio.
Mubarak e El Adly sono accusati di avere fatto sparare sui manifestanti durante la rivoluzione. Il procuratore li ha accusati di omicidio premeditato. L'ex rais ha negato ogni accusa parlando dalla gabbia degli imputati e proclamando la sua innocenza. All'esterno dell'accademia di polizia si sono susseguiti tafferugli per tutta la mattina fra oppositori e sostenitori di Mubarak.
Il processo contro l'ex dittatore egiziano Hosni Mubarak, che si è aperto al Cairo, «è altamente simbolico», ha detto lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun. «È molto importante che un dittatore come Mubarak venga giudicato, che sappia che non c'è impunità per lui. Questo processo è esemplare - ha aggiunto -, è la prima volta che nel mondo arabo un dittatore è giudicato per crimini contro l'umanità. Ma al di là dell'aspetto politico, bisogna obbligare Mubarak a restituire all'Egitto il denaro che ha rubato e che ha nascosto all'estero. Il Paese ne ha bisogno per vivere e per svilupparsi». Secondo Ben Jelloun, questo processo può essere «un avvertimento anche per gli altri dittatori. È urgente ora - dice - che le Nazioni Unite, gli Stati Uniti e l'Europa fermino Bashar al Assad ed il colonello Gheddafi e che anche loro vengano giudicati».
a cura di Pino Pignatta