03/03/2013
Il celebre murales del Muro di Berlino che ritrae il bacio tra Brezhnev e Honecker (Ansa).
Berlino mette da parte la sua storia, o un pezzo di essa, in nome del profitto. Il progetto è già in corso (o almeno lo sarebbe se non fosse per i 300 manifestanti che hanno bloccato l'avvio dei lavori): una parte di ciò che resta del Muro di Berlino sarà demolita per lasciare il posto alla costruzione di un condominio residenziale di lusso affacciato sul fiume Sprea. La porzione di muro interessata fa parte della East side gallery, il tracciato di muro più lungo - complessivamente 1,3 chilometri - rimasto intatto nella sua posizione originale, così come era stato eretto nel 1961.
Questo tratto di muro, restaurato di recente per un costo di più di 2 milioni di euro per l'amministrazione comunale, è diventato una delle principali attrazioni turistiche di Berlino. Dopo l'abbattimento della barriera tra Berlino est e ovest, nel 1989, questa sezione rimasta intatta è stata ridisegnata dall'estro di 120 artisti che l'hanno ricoperta di graffiti e murales trasformandola in una galleria a cielo aperto. Tra i murales più celebri, quello dell'artista russo Vrubel che ritrae il bacio fra il leader sovietico Brezhnev e il leader della Germania est Honecker.
In pratica, il progetto dell'amministrazione è di staccare una parte del muro e ricollocarla in qualche altro sito per far passare al suo posto una strada di accesso al nuovo condominio. "La cultura non ha più alcun valore?", recitavano i cartelli innalzati dai manifestanti che hanno cercato di fermare i lavori. Ciò che rimane intatto del Muro di Berlino è il simbolo forte, visibile, tangibile dell'assurda, dolorosa frattura fra due città, due Germanie, due visioni politiche, due mondi che ha segnato quarant'anni della nostra storia. Il Muro è un monumento. Tedesco certo, ma anche europeo e mondiale. Possibile che i berlinesi, e i tedeschi, accettino di rimuovere un pezzo della loro sofferta memoria per lasciare spazio a un grattacielo di lusso?
D'altra parte, il braccio di ferro tra speculazione edilizia e difesa del patrimonio storico-culturale è cosa nota e diffusa un po' dappertutto. In Libano, ad esempio, ormai da qualche anno un folto gruppo di attivisti sotto il nome di Association for the protection of the Lebanese heritage si batte contro l'edilizia selvaggia che distrugge edifici di rilevanza storica e culturale a Beirut - un tempo la "Parigi del Medio Oriente" - uccidendo la memoria del Paese, calpestando il suo passato. Ma per guardare a casa nostra, un paio di casi per tutti: a Milano vari comitati cittadini lottano per difendere dalla speculazione edilizia l'identità storica del quartiere dei Navigli con le sue botteghe storiche e gli studi degli artisti. A Roma un comitato cittadino si batte per preservare l'ex Cinema America, antica sala da 700 posti progettata da Angelo Di Castro nel cuore di Trastevere. Questo storico cinema è minacciato da un progetto edilizio: venti miniappartamenti dovrebbe sorgere sulle sue macerie.
Giulia Cerqueti