21/09/2011
Il procuratore capo di Napoli Giandomenico Lepore.
“La nostra non è un’impugnazione, ma un’istanza di revoca che è prevista per tutti i tipi di ordinanza”. Chiarisce, così, il procuratore Capo di Napoli Gioavandomenico Lepore, l’iniziativa della procura da lui guidata di chiedere l’annullamento dell’ordinanza con cui il gip Amelia Primavera ha dichiarato l’incompetenza territoriale dell’autorità giudiziaria napoletana in relazione alla vicenda del presunto ricatto al premier da parte di Tarantini. Il Gip, nell’ordinanza, ha disposto il trasferimento degli atti a Roma, la cui procura è ritenuta competente perché è lì che l’eventuale reato si sarebbe consumato.
Perché avete richiesto la revoca?
“Abbiamo chiesto la revoca - spiega Lepore - perché il gip non era al corrente di ulteriori elementi…”
Che tipo di elementi?
“Elementi nuovi che fanno parte dell’indagine e che il giudice non aveva potuto tenere in considerazione perché non avevamo potuto fornire a luglio…”
Si tratta di fatti accaduti tra luglio ed oggi?
“Posso solo dirle che si tratta di elementi che ci lasciano supporre che la competenza possa essere lasciata alla Procura di Napoli” .
Dunque, per ora nessun trasferimento degli atti a Roma?
“No, tutt’altro. In attesa della pronuncia sulla nostra richiesta di revoca, vale la decisione del’ordinanza e ribadisco che siamo pronti a trasferire le carte a Roma” Quando?
“Questo non glielo so dire con esattezza. Inviare degli atti ad un’altra procura non è semplice: ci vogliono i tempi tecnici necessari” .
Quindi l’interrogatorio di Berlusconi…
“A meno che non ci sia la revoca non è più nelle nostre possibilità”.
Intanto Tarantini torna a casa: i p.m. napoletani, infatti, hanno espresso parere favorevole alla sua scarcerazione. Per lui basteranno i domiciliari, dal momento che, sempre secondo la procura napoletana avrebbe confermato la tesi accusatoria nel corso degli interrogatori.
Giovanni Nicois