Nigeria, nuova strage di cristiani

Domenica di sangue, nel Nord della Nigeria. Cinque bombe contro altrettante chiese cattoliche ed evangeliche. Tragico il bilancio: 20 morti e un'ottantina di feriti.

17/06/2012
L'intervento dei soccorritori recupera il corpo di una delle vittime degli attentati alle chiese a Zaria (Foto: Ansa).
L'intervento dei soccorritori recupera il corpo di una delle vittime degli attentati alle chiese a Zaria (Foto: Ansa).

Continuano le bombe e gli attentati di kamikaze nei confronti dei cristiani. Anche oggi domenica di sangue, in Nigeria: sono state prese di mira cinque chiese nello Stato del Nord di Kaduna, una delle regioni a larga maggioranza musulmana.

     Il bilancio è tragico: una ventina di morti e un’ottantina di feriti. Fra le vittime, anche quattro bambini, che giocavano all’esterno della cattedrale cattolica di Cristo Re di Zaria, una delle città colpite.

     L’esasperazione dei cristiani scampati all’attentato ha provocato la reazione rabbiosa di fermare presunti attentatori o semplicemente islamici per rappresaglia: vi sarebbe anche una ventina di vittime di linciaggi e giustizia sommaria.

     A Zaria è stata fatta scoppiare un’altra bomba, quasi simultaneamente, davanti a una chiesa evangelica. Mentre altri tre ordigni sono stati fatti esplodere a Kaduna, capoluogo dell’omonimo Stato del Nord del Paese. In totale, quindi, si tratta di cinque attacchi terroristici contro luoghi di culto cristiani. Le ultime due bombe hanno colpito chiese di due quartieri a maggioranza cristiana nella parte Sud della città.

     Dopo le stragi di oggi, le autorità di Kaduna hanno deciso di proclamare il coprifuoco di 24 ore in tutto lo Stato.

     Questa nuova ondata di attentati segue di soli sei giorni altri due attentati, avvenuti l’11 giugno scorso a Jos, nella Nigeria centrale, che aveva provocato 4 morti e 41 feriti in una chiesa evangelica; e a Biu, nello Stato di Borno, nel Nord-est del Paese.

La chiesa distrutta a Jos l'11 giugno scorso (Foto: Ansa).
La chiesa distrutta a Jos l'11 giugno scorso (Foto: Ansa).

Tra la fine del 2011 e questi primi mesi del 2012 si sono moltiplicati gli attentati contro i cristiani. A Natale scorso un attacco suicida in una chiesa cattolica aveva ucciso 44 persone. Nei giorni di Pasqua il tragico copione si è ripetuto in diversi luoghi di culto nello stesso Stato di Kaduna – dove sono stati perpetrati anche gli attentati di oggi – con la morte di 38 persone e decine di feriti.

     L’organizzazione e la pianificazione di questa vera e propria ondata del terrore è da attribuire al gruppo fondamentalista islamico denominato Boko Haram. La formazione estremista – che ha rivendicato diversi degli attacchi terroristici – considera sacrileghi il cristianesimo e la cultura occidentale in generale. Il suo “programma politico” prevede l’instaurazione di un regime teocratico rigidamente basato sulla Sharia islamica.

     La Nigeria, il più popoloso Paese africano con oltre 160 milioni di abitanti, nella sua storia non aveva mai conosciuto fenomeni di intolleranza religiosa di questa dimensione: da sempre il Sud cristiano-animista aveva convissuto pacificamente con il Nord, a larga maggioranza musulmana. Gli scontri interreligiosi sono cominciati a cavallo del 2000, poco più di dieci anni fa. Spesso fomentati in modo strumentale dalla battaglia politica.

     L’evoluzione di questi ultimi mesi, con la comparsa di Boko Haram, sembra indicare un livello diverso di guerra pseudo religiosa, fatta di autobombe e attentati kamikaze. Episodi senza precedenti per il grande Paese africano.

Luciano Scalettari
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