06/01/2012
La polizia nigeriana sul luogo di una delle stragi.
I talebani nigeriani di Boko Haram stanno facendo di tutto per dar seguito al folle ultimatum emesso tre giorni fa: tutti i cristiani fuori dalla Nigeria entro tre giorni, pena la morte. anche se sono più del 40% della popolazione, anche se sono nigeriani proprio come gli appartenenti alla maggioranza (50% circa della popolazione) musulmana.
Così, dopo le stragi di Natale, con almeno 50 morti, sono arrivate le stragi dell'Epifania, con almeno altri 25 morti a Gombe (dove i terroristi hanno sparato sui fedeli che uscivano dalla Messa) e a Mubi, durante la cerimonia funebre per una delle vittime di Gombe.
Boko Haram, si sa, chiede l'imposizione della shar'ia in tutti i 36 Stati che formano la Nigeria, mentre ora è applicata solo in 12: in 9 a pieno titolo, in altri 3 solo nelle aree con popolazione a maggioranza islamica.
Oltre al fanatismo religioso, Boko Haram si appoggia, ora, anche su una crisi economica che ha avuto nella vicenda del prezzo della benzina il suo più evidente indicatore. Dal primo gennaio 2012 il Governo ha abolito ogni forma di sussidio al prezzo dei carburanti. Per lo Stato un risparmio pari a 8 miliardi di euro l'anno, per 180 milioni di nigeriani una vera mazzata. La benzina è passata da un giorno all'altro da circa 30 centesimi di euro al litro a 70, con l'ovvio effetto di far decollare il costo della vita, a cominciare dal prezzo del biglietto dei mezzi pubblici, usati dalla grande maggioranza della popolazione.
Il Governo ha motivato il provvedimento con il desiderio di liberare risorse per costruire infrastrutture e creare posti di lavoro. Ma ai nigeriani riesce difficile fidarsi di una burocrazia tra le più corrotte al mondo, e accettare un simile provvedimento vivendo nel primo Paese produttore di petrolio dell'Africa. Così la tensione si è fatta altissima: ogni manifestazione è vietata, qualunque assembramento represso dalla polizia, che però si mostra del tutto impotente di fronte alle incursioni dei miliziani di Boko Haram. Così come lo è il presidente Goodluck Jonathan, a sua volta un cristiano.
Fulvio Scaglione