Non è un Paese per orfani

Secondo il rapporto Coldiretti/Censis un terzo degli italiani abita con la mamma. Tra i giovani tra i 18 e i 29 anni la percentuale sale al 60,7.

19/09/2012
Per molti giovani la casa è un sogno impossibile.
Per molti giovani la casa è un sogno impossibile.

Un popolo di santi, poeti, navigatori e mammoni. Ecco cosa siamo diventati a leggere l’ultimo rapporto Coldiretti/Censis (“Crisi: vivere insieme, vivere meglio”) che analizza la rete di protezione sociale tipicamente italiana che si è sostituita al Welfare (e poco importa per chi è orfano). Un terzo degli italiani (il 31 per cento) abita con la propria mamma. Ma attenzione, se si prende in esame la fascia sociale dei giovani tra i 18 e i 29 anni la fascia sociale sale al 60,7 per cento. Inoltre oltre la metà degli italiana ha i propri parenti stretti residenti inprossimità, a un massimo di mezz’ora a piedi dalla propria abitazione.  

Naturalmente le ragioni di questa mancanza di "svezzamento" sono molteplici, di natura sociale e non solo antropologica e culturale (diciamo la verità, ai genitori italiani piace molto la figliolanza vicina, e questo non è certo un valore di per sé negativo). Ma ci sono ragioni più profonde e drammatiche. Il rapporto sancisce ufficialmente che la famiglia è il principale soggetto di Welfare italiano, a maggior raghione ora che lo Stato e gli enti locali continuano a smantellarlo. Ci saranno anche motivi affettivi, di solidarietà, di legami intergenerazionali. Ma si sta in casa soprattutto perché non si ha un lavoro e un reddito fisso per diventare indipendenti, perchè le case in affito costano, perché quelle in vendita sono impossibili. Si sta in casa, anzi si rientra in casa, dopo che si è perso il lavoro, che era troppo precario o indeterminato, come se la famiglia, come un guscio di tartaruga, intervenisse per far fronte all’emergenza sociale. In famiglia ci si aiuta di più, si razionalizzano le spese, si tagliano i costi delle bollette, si fa di necessità virtù.

“Spesso la struttura della famiglia italiana in generale, e di quelal agricola in particolare, viene cosiderata superata”, afferma il presidente di Coldiretti Sergio Marini, “mentre si è dimostrata, nei fatti, fondamentale per non far sprofondare nelel difficioltà della crisi moltissimi cittadini”.    

Post scriptum con domandina facile facile: chi è orfano o è nato in una famiglia povera, come fa?

Francesco Anfossi
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Postato da franchetta il 21/09/2012 13:26

cara F.C., quella domanda semplice semplice,me la faccio anch'io da qualche anno.Da quando i miei figli hanno superato i 18 anni e la famiglia e tutte le famiglie come la mia, si è accorta (solo allora,e penso che questo non sia un caso) che per i giovani non c'è nulla.Tranne lo studio ad oltranza(ma tutti siamo fatti per lo studio?). Seriamente:un giovane che oggi rimane orfano di entrambi i genitori(e può succedere) che cosa fa?

Postato da DOR1955 il 19/09/2012 18:25

Egregio Dr. Anfossi, penso che tante statistiche (non mi riferisco a questa) servano solo a spendere denaro pubblico e sviare l'attenzione delle persone dai veri problemi del Paese. Che in Italia in questo momento si chiama, in primis, creare LAVORO. Ma questa parola è sconosciuta a chi ci governa tanto da non essere inserita in nessun programma futuro per uscire dalla crisi. Misteri degli economisti. In ogni caso, mi sembra, che da molti anni l'Italia non sia più un Paese per giovani - disoccupati - esodati - donne - portatori di hamdicap - orfani - poveri - disagiati. In compenso proliferano i corruttori e i corrotti, gli evasori fiscali, i tesorieri di partito ladri (tutto da soli?), i privilegiati, le caste, le lobby, i poteri forti. L'UOMO come essere pensante, dotato di anima e corpo non esiste; esiste solo il patrimonio e il potere. Esattamente quello che sta scritto nel Vangelo (o è forse il contrario?). Boh.

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