E le famiglie pagano

I dati di Confartigianato dipingono un quadro drammatico: i tassi dei mutui si sono impennati, le tasse ci toglieranno 2.333 euro in più rispetto al 2011 e l'inflazione decollerà.

18/08/2012
Inflazione e tasse costeranno 2.333 euro in più a famiglia (foto Ansa).
Inflazione e tasse costeranno 2.333 euro in più a famiglia (foto Ansa).

Una nuova stangata si è abbattuta sulle famiglie italiane, e altre, purtroppo, se ne intravvedono all'orizzonte. Dai dati Confartigianato giungono solo cattive notizie: a maggio il tasso dei mutui per acquistare una casa sono saliti del 4,9 per cento. Il che significa che quasi il 31 per cento del reddito è impegnato solo per saldare la rata mensile del mutuo. L'intero settore edilizio versa in condizioni di estrema sofferenza, con un drastico calo delle compravendite e la perdita di quasi 100 mila posti di lavoro.

A "rincarare la dose" giungono i dati delle associazioni dei consumatori, Adusbef e Federconsumatori, secondo le quali i nuclei familiari tra Imu, aumento delle addizionali Irpef e aumenti vari (ad esempio quello dei libri scolastici) dovranno sborsare quest'anno 2.333 euro in più rispetto al 2011. E l'inflazione non abbassa la testa, anzi: "Se togliamo dal calcolo le voci (corrispondenti a tassazioni varie) che non sono calcolate per l'indice Istat - afferma Federconsumatori - l'inflazione si attesterà ad un 5,5-6,0 per cento". Qualche esempio: gli aumenti degli alimentari si attesteranno intorno al 7 per cento, quelli dei carburanti comporteranno una spesa ulteriore di 276 euro, quelle per il gas di 133..

"Aumenti insostenibili che determineranno pesantissime ricadute sulle condizioni di vita delle famiglie e sull'intera economia, che dovrà continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi", denunciano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

Di fronte a questo stillicidio di cattive notizie e di cifre, che vanno a colpire tante famiglie già duramente provate dalla crisi, non si vedono aprire "ombrelli" di alcun tipo. Impegnato nel difficile compito di risanamanto dell'economia, il Governo Monti non ha finora saputo elaborare una politica familiare organica e incisiva. Non sono state ancora studiate e proposte, ad esempio, adeguate misure di sostegno ai figli. E' il momento che la politica batta un colpo: che cosa è prioritario e urgente, se non un segnale forte e inequivocabile alle famiglie in difficoltà? Non è più possibile procedere con tagli indiscriminati: la famiglia si fa carico di enormi responsabilità sociali e quindi ha il diritto di essere aiuatata.

Per il momento, paga...

Paolo Perazzolo
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Postato da martinporres il 20/08/2012 08:01

Le famiglie pagano e i contribuenti onesti pagano per mantenere: "una casta permalosa e rissosa.... come è scritto nell'ultimo PrimoPiano di Famiglia Cristiana. Non è il caso di studiare forme collettive di disubbidienza civile?

Postato da DOR1955 il 19/08/2012 16:59

Ad oggi sull'argomento dell'articolo penso essermi già espresso, su questa testata, almeno un decina di volte. Condivido in toto l'articolo e personalmente sono oramai stanco di ripetere all'infinito le stesse identiche cose; ammetto che sto progressivamente perdendo fiducia sulla necessità di continuare a sostenere dati inconfutabili come quelli sopra citati che, almeno ad oggi, non trovano riscontro alcuno nella classe politica di questo Paese. Ma quello che fa "specie", sia di questo che del governo precedente (e anche altri precedenti) è che a gestire, direttamente o indirettamente le politiche famigliari siano e siano stati (Giovanardi tanto per non fare nomi) personaggi che si definiscono cattolici. Ma un cattolico, che nel profondo prima di tutto deve essere Cristiano, ha presente cosa è scritto nel Vangelo e cosa indica la Dottrina Sociale della Chiesa a riguardo della famiglia? Posso permettermi di dire che, in relazione all'articolo, i politici, TUTTI, mi fanno "dare di stomaco"? E qualcuno ancora gli giustifica. Assurdo!

Postato da Alex Orter il 19/08/2012 07:54

La situazione che si sta vivendo in Italia è allucinante a causa di governanti mafiosi, che hanno creato ricchezza per loro e per i loro protetti sulla pelle dello Stato (dei cittadini che inconsapevolmente, per senso di dovere o per ignoranza li hanno "dovuti" eleggere). L'Italia fa parte del G8 quando il 70% dei propri cittadini ha un reddito mensile che non supera i 1000 euro o delle pensioni di 600 euro. E' una vergogna. Vivere in uno stato che proclama la "solidarietà" con i soldi degli altri, mentre con i propri, quelli derivanti dalle imposte e tasse dei cittadini, che oltre tutto sono le più elevate tra quelle degli Stati "civili" i governanti li usano o li sprecano per loro sporchi comodi. Mi auguro che al più presto succeda qualcosa o qualcuno trovi la forza di fare un passo indietro, almeno al 1992, per ricominciare una vita Democratica e di Libertà in Italia. Alessandro Orter

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