23/07/2011
Anders Behring Breivik, sospettato di essere l'autore della strage di Oslo.
Ora che la "pista islamica", su cui siamo stati tutti fin troppo pronti a puntare, si è dissolta, l'orribile strage di Oslo (almeno 90 morti, e una ventina di feriti in ounto di morte) verrà con ogni probabilità derubricata al rango del gesto imprevedibile di un folle, tale Anders Behring Breivik, 32 anni, definito "cristiano fondamentalista" in mancanza di meglio, qualunque cosa ciò voglia dire.
E' innegabile che un uomo giovane che raduna decine di ragazzi impegnati in un convegno e poi spara loro addosso, a freddo e senza pietà, sia affetto da follia. Ma altrettanto innegabile è che questa strage affonda almeno in parte le radici nella rinascita di ideologie di destra, quasi sempre razziste quando non fasciste o addirittura filo-naziste, che tocca l'Europa intera e quindi anche la Norvegia.
Nell'autunno del 2009 le elezioni politiche, a Oslo e dintorni, sono state dominate dal dibattito sulla cosiddetta "immigrazione islamica". La percentuale di musulmani sulla popolazione totale è assai ridotta (tra il 2,5 e il 3%), i musulmani sono in gran parte concentrati nella capitale Oslo e provengono quasi tutti da soli tre Paesi, Pakistan, Iraq e Somalia, quindi sono in alta percentuale dei rifugiati o dei richiedenti asilo.
Nonostante questo, il tema è stato al centro del dibattito politico e il Progress Party di Siv Jensen,
proprio sfruttando la tensione anti-immigrati, ha conquistato 3 seggi
in più in Parlamento. I laburisti di Jens Stoltenberg, poi riconfermato primo ministro, hanno reagito con una campagna all'insegan della tradizionale tolleranza e apertura della società norvegese, ma il loro vantaggio in Parlamento si è drasticamente ridotto.
Un recente sondaggio Gallup, inoltre, ha mostrato
che quasi il 54% dei norvegesi gradirebbe il blocco dell'immigrazione
(era meno del 49% nel 2005) e che il 48,7% considera l'integrazione
degli immigrati musulmani "molto scarsa" (nel 2005 la pensava così il
36%). Mentre molti leader della comunità islamica lamentano una diffusa xenofobia e più o meno aperte discriminazioni.
Si vedrà se la follia di Breivik si è accanita contro un raduno di giovani laburisti per caso o per un delirante ma preciso scopo "politico". Resta il fatto che l'assassino era stato per otto anni (1997-2004) membro tesserato del movimento giovanile del Progress Party e per altri tre anni (2004-2006) del partito vero e proprio. Non fu espulso ma semplicemente smise di pagare le quote di iscrizione.
Breivik, inoltre, era un intenso frequentatore del sito norvegese di destra www.document.no e le autorità hanno ripescato diversi suoi post di carattere apertamente xenofobo. Follia, certo, ma nutrita di una precisa ideologia. Se il responsabile della strage di Oslo fosse stato un musulmano, avremmo cercato ispiratori e organizzatori nell'estremismo islamico e nella comunità islamica locale. Se l'assassino è un folle di destra e un fanatico dell'anti-islamismo, dove dovremmo cercare i suoi ispiratori?
Fulvio Scaglione