22/09/2011
Contadini dell'Uganda cacciati dalla propria terra.
I grandi
gruppi finanziari mondiali si stanno muovendo per accaparrarsi grandi
estensioni di terra nei Paesi più poveri. Un po' come, dopo aver disboscato in
casa propria, è partita la corsa alle foreste dell'Africa, ora in quel continente
Cina ed Europa fanno shopping di terreni agricoli.
Sono 227 milioni gli ettari di terra venduti, affittati o concessi in uso in
tutto il mondo dal 2001: una superficie equivalente all’Europa
nord-occidentale. Il rapporto La nuova
corsa all’oro, diffuso oggi da Oxfam, stima le dimensioni mondiali del
fenomeno detto land grabbing,
svelando la scarsa trasparenza e la segretezza che circondano tali
compravendite di terra. Su circa 1.100 accordi relativi all’acquisizione di 67
milioni di ettari, si è scoperto che il 50% delle compravendite è avvenuto in
Africa e copre un’area pari quasi alla superficie della Germania.
L’espandersi
del fenomeno, avverte Oxfam, mette in pericolo le comunità più povere, che
perdono case e mezzi di sostentamento – a volte a seguito di violenze – senza
essere consultate, risarcite e senza avere mezzi per fare ricorso. ”Il numero
senza precedenti delle compravendite e la crescente competizione per la terra
sta avvenendo sulla pelle dei più poveri del mondo. In questa nuova corsa
all’oro, gli investitori ignorano i diritti delle comunità locali le cui
economie si fondano sulla terra”, dichiara Francesco Petrelli, presidente di
Oxfam Italia. “Lo scandalo è che l’80% delle terre accaparrate rimane
inutilizzato. Questa nuova corsa all’oro si intensificherà nel futuro, a causa
della crescente domanda di cibo, dei cambiamenti climatici, della scarsità
d’acqua e dell’incremento della produzione di biocarburanti che sottrae
migliaia di ettari alla produzione di cibo”.
Tutti gli
indicatori economici fanno prevedere un’accelerazione della corsa alla terra
nei prossimi anni. Basti pensare che quasi tre miliardi di persone vivono in
regioni dove la domanda di acqua supera l’offerta. Il Corno d’Africa, ad
esempio, è colpito dalla peggiore crisi alimentare degli ultimi 60 anni. Più di
12 milioni di persone sono a rischio in Somalia, Etiopia e Kenya: le prime
vittime dei cambiamenti climatici. Oltre 1.300 persone al giorno, la maggior
parte bambini, arrivano stremate dopo settimane di cammino al campo rifugiati
di Dadaab nel Kenya orientale, vicino al confine con la Somalia. E’ il campo
rifugiati più grande del mondo e accoglie oggi circa 400mila persone, sebbene
sia stato costruito per ospitarne 90mila. Oxfam Italia ha lanciato una raccolta
fondi, alla quale si può contribuire con un sms al 45592.
L’economia
globale, inoltre, triplicherà le sue dimensioni entro il 2050 con una domanda
crescente di risorse naturali. L’olio di palma è il più consumato al mondo ed è
utilizzato in circa metà del cibo confezionato e dei prodotti per l’igiene. Si
prevede che la sua produzione raddoppi entro il 2050, incrementando le aree
coltivate di 24 milioni di ettari, sei volte la superficie dell’Olanda.
La crescente domanda sul mercato internazionale di olio di palma sta portando
alla distruzione delle torbiere e foreste pluviali indonesiane: una rapina nei
confronti del pianeta e anche di chi vive nei Paesi poveri.
Tra i casi
di land grabbing denunciati da
Oxfam in Africa, Asia ed America Latina basti citare la situazione in Uganda,
dove almeno 22.500 persone hanno perso casa e terra in seguito
all’espropriazione subita per mano della New Forest Company (Nfc), un’azienda
britannica specializzata nella produzione di legname.
Molte persone sarebbero state allontanate con la forza, rimanendo senza mezzi
di sostentamento e la possibilità di mandare i figli a scuola. Ci sono state
ordinanze del tribunale contro la Nfc e testimoni oculari hanno riferito che i
dipendenti dell'azienda hanno preso parte essi stessi ad alcuni espropri.
Tuttavia, la Nfc nega di essere coinvolta.
Gabriele Salari