L'Italia appesa a Lele Mora & C.

Tra Lele Mora e Bisignani, la P4 e i ministeri al Nord, un Paese si sfarina. Peccato che sia l'Italia in cui viviamo.

21/06/2011
Lele Mora.
Lele Mora.

Un intero Paese che si sta sfarinando, materia di alto interesse per gli studiosi di politica, economia e sociologia. Ma tema di altissimo allarme per noi che ci viviamo e, ogni giorno più sbigottiti, assistiamo a un degrado che sembra non avere fine. Dalle istituzioni che dovrebbero tutelarci agli organismi che dovrebbero pilotarci, dalle grandi questioni alla minutaglia, sembra davvero che tutto si stia sporcando. Né si vedono rimedi che non consistano nella ferrea applicazione del codice penale.     

     In un contesto appena normale si dovrebbe invocare un intervento del Governo, efficace e risanatore. Ma lasciamo perdere. Berlusconi ha i guai che conosciamo. La Lega pone come merce di scambio lo spostamento di sedi ministeriali e la sconfessione di accordi internazionali: richiesta tra il provocatorio e il farsesco la prima, argomento non infondato il secondo ma posto in modi e tempi sbagliati.

     Per i ministri in trasferta, un sindaco pur sveglio come il veronese Tosi non ha trovato di meglio che far sapere del suo omologo di Monza, pronto a concedere un palazzo. Chissà se a Varese e Gallarate ci sono altri locali sfitti. In attesa dei quali si minaccia presto o tardi una crisi, non si sa se a vantaggio di Maroni, Calderoli, il Trota od altri colonnelli in perenne agitazione. Capita quando una maggioranza parlamentare non è più una maggioranza politica.      

     Scendendo di livello, ma non di disordine, il caso Bisignani costituisce uno straordinario spaccato delle consuetudini nazionali. Sia o no materia penale, emerge un sistema in cui bisogna essere amici degli amici. Questo Bisignani, “amico di tutti”, era una specie di collo d’oca che convogliava e selezionava nomine, manovre, favori estesi dai ministeri agli enti di Stato, con tutto l’indotto che ne deriva.

     Ai tempi di Gelli si poteva parlare della P2. Oggi siamo ai numeri 3 e 4, ma con caratteristiche diverse. A Bisignani e soci non interessa per niente un diversi assetto istituzionale. Al contrario, quello attuale va più che bene. Altri sono gli obiettivi. In due parole, potere e soldi.     

     Per quanto finora se ne capisce, il sistema era questo. Non è che Bisignani dirigesse un apparato, come definirlo, “deviato”. Lobbista con una serie sterminata di lobbies, provvedeva a sovrintendere. Tramite lui il ministro favoriva l’ente, e viceversa, l’ente ne favoriva un altro, si firmavano promozioni (e licenziamenti, vedi Masi per Santoro), si assegnavano contratti, si  cambiavano leggi, in una mélange che vedeva cointeressati gli alti uffici della politica, quelli industriali, pubblici e privati, fino ai faccendieri e ai portaborse. Io ti do una cosa a te, tu mi dai una cosa a me: un ingranaggio bene oliato, appunto fra amici degli amici. Diciamo una mafia che non spara, ma pur sempre conserva i poteri di corruzione e ricatto.       

     Ci sarebbe ancora da divagare su Lele Mora, quello che procacciava le ragazze ad Arcore: e non è detto che pure lui non rientri nel quadro. E dovremo ancora prepararci alle infinite diramazioni del gossip. Si noterà, per finire, che in queste fase non si ha notizia della sinistra. Che è divisa, e da anni tiene a informarci dei suoi conflitti interni, ma stavolta ha il buonsenso di starsene zitta sulla riva del Gange. A farsi male da sola ci pensa la maggioranza.

Giorgio Vecchiato
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Postato da folgore il 24/06/2011 01:35

Che cosa ci azzeccano i ministeri al Nord con Lele Mora?

Postato da Carlissimo il 22/06/2011 13:53

Lele Mora è un caso da studiare bene. Infatti da quando la TV ed i giornali vivono più di gossip che di notizie vere, personaggi come Mora sono utilissimi. L'informazione italiana fa pena, i politici ci parlano sempre di cose diverse di quelle che gli italiani devono sentire. In Italia c'è una crisi enorme, soprattutto per i nostri giovani, ma sui giornali e telegiornali si parla di ministeri al nord, di casi di assasini difficili da interpretare, di processo breve, di gossip, di calcio. Ormai la metà delle notizie che ci vengono propinate sono del tutto inutili e servono solo a distrarci dai veri problemi. Avete notato come si arrabbiano quando la CEI ci richiama ai veri problemi della gente? Come si permettono i vescovi di interferire sulla vita degli italiani? Ci pensano i nostri saggi politici a farci diventare tutti fessi. Evviva Mora. Finito lui ne faranno un altro. Questi uomini sono utilissimi al sistema, molto più che una qualunque brava persona che ha voglia di risolvere i problemi. I problemi della gente sono lontanissimi per i nostri politici che non volgiono assolutamente occuparsene.

Postato da Mario Paloschi il 21/06/2011 19:54

Il mio personale “tormentone”, in questo primo giorno d’estate dell’anno di grazia 2011 è l’incipit di un’orazione ciceroniana studiata ai tempi del liceo: “Quousque tandem, Catilina…”. Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza? Parafrasando, si potrebbe sostituire a quello di Catilina il nome “Silvio”. Ma c’è un altro aspetto che non capisco. L’affare “Bisignani” ha tirato ancora una volta in ballo il nome di Gianni Letta. Colpevole o innocente, e di che cosa, non so. Ma una cosa mi pare evidente. Se un “uomo di stato”, incorruttibile, onesto, saggio e chi più ne ha più ne metta (ho letto in questi giorni di politici dell’opposizione pronti a mettere entrambe le mani sul fuoco riguardo al signore in questione!); se cotanto “statista” regge il gioco per una quindicina e passa di anni alla “crème de la crème” dell’affarismo piduista che si è impadronito dello Stato italiano; se l’”onorevole” Letta è complice di simile gentaglia, dicevo, o io non ho capito niente o la mistificazione al potere ha toccato vertici di sublime grandezza.

Postato da Franco Salis il 21/06/2011 19:33

Ma con una analisi di tale portata, “Per quanto finora se ne capisce, il sistema era questo. Non è che Bisignani dirigesse un apparato, come definirlo, “deviato”. Lobbista con una serie sterminata di lobbies, provvedeva a sovrintendere. Tramite lui il ministro favoriva l’ente, e viceversa, l’ente ne favoriva un altro, si firmavano promozioni (e licenziamenti, vedi Masi per Santoro), si assegnavano contratti, si cambiavano leggi, in una mélange che vedeva cointeressati gli alti uffici della politica, quelli industriali, pubblici e privati, fino ai faccendieri e ai portaborse. Io ti do una cosa a te, tu mi dai una cosa a me: un ingranaggio bene oliato, appunto fra amici degli amici. Diciamo una mafia che non spara, ma pur sempre conserva i poteri di corruzione e ricatto.”,ci si può ancora porre il problema di mettere in atto una strategia per far cadere il governo?L’analisi non è abbastanza spietata?.Sappiamo tre cose:la lega vuole la secessione e la sta ottenendo a pezzettini,il premier è disposto a tutto pur di non finire in galera,terzo ma non in ordine di importanza, la situazione è talmente messa male che basta poco a mandare a carta fascio tutto. E ciò che avverrà appena il premier si accorgerà che non c’è più nulla da salvare,come vendetta per avergli negato la fiducia. Possiamo accettare il ricatto? Io dico di no. Ni vi sta bene la proposta Pisanu Veltroni? Fatene un’altra. Però come in altre circostanze io non mi siedo sulla riva del Gange,e affermo che tutti coloro che possono fare qualcosa cono correi della situazione attuale e di quella che si verrà a determinare. E’ ormai inutile pestare e ripestare con denunce occorre passare ad atti di fatto (leciti).L’intraprendenza di atti finalizzati a risolvere la situazione-caduta del governo-e creazione di altra maggioranza,ASSOLVE da eventuali azioni di correità del passato .Chiaro?

Postato da dino avanzi il 21/06/2011 18:10

Trascrivo:" La lega pone come merce di scambio la spostamento di sedi ministeriali...."; con questa azione la lega scarica sulle istituzioni la frustrazione di avere perso prima le elezioni e poi i referendum, generando una grande confusione e mettendo in seria difficoltà il funzionamento delle istituzioni stesse. Alla fine questa decisione si rivelerà un vero boomerang per la stessa lega

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