Pagnoncelli: evocare paure non paga

Intervista con il presidente di Ipsos: «Una campagna elettorale con toni aggressivi, del tutto fuori luogo. E in mancanza di risposte, il trend antigovernativo continuerà».

31/05/2011
Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos.
Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos.

Giuliano Pisapia sindaco di Milano, il magistrato De Magistris sindaco di Napoli. Al centrosinistra anche Cagliari, Trieste, Grosseto, Novara. Al centrodestra Varese e Cosenza. Chiediamo un commento a caldo a Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos, società nota per i sondaggi d’opinione.

L’Italia volta la faccia al Cavaliere?
E’ presto per dirlo e forse non del tutto esatto. Nelle nostre ricerche da tempo rileviamo segnali di disaffezione dalla politica. E non solo legati alla contrapposizione destra – sinistra. E’ fortemente percepita dai cittadini la difficoltà della politica a dare risposte a problemi concreti emersi in modo anche drammatico con la crisi economica. Primo fra tutti l’occupazione. Tra chi ha perso o rischia di perdere il lavoro, ma anche, per esempio, tra le donne. Oppure tra i giovani che non studiano e non lavorano, che secondo l’Istat sono oltre un milione, e quelli che paiono condannati al precariato.

Una politica lontana dalle persone...
In questo contesto generale anche una politica che gioca una campagna elettorale con toni aggressivi del tutto fuori luogo. E su temi lontani dalla gente, come la giustizia. L’evocazione delle paure – Milano come zingaropoli, come Stalingrado, come città musulmana – non è una risposta ai bisogni dei cittadini.

Male per la Lega, infatti...
La Lega esce male ma non malissimo. Perde rispetto a quanto aveva fatto nelle regionali e guadagna rispetto alle precedenti comunali. Paga il fatto di appartenere a un governo verso cui cresce l’insoddisfazione per la mancanza di risposte concrete ai temi dell’occupazione, l’abbiamo detto, ma anche dell’economia e dello sviluppo. Temi molto sentiti dalla piccola impresa del Nord che storicamente l’ha sempre sostenuta.

Una vittoria del PD, quindi...
La vittoria è forse più delle primarie che del PD: voglio dire della maggiore prossimità ai cittadini, che vengono ascoltati anche attraverso la cosiddette elezioni primarie che, ad esempio a Milano, hanno fatto emergere un candidato diverso da quello indicato dal partito. Il ruolo defilato del PD, che ha messo in primo piano la figura del candidato e il futuro della città, è stato premiante. Inoltre è stata riconosciuta al PD la capacità di costruire alleanze a alternative.

Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?
Verosimilmente il trend antigovernativo continuerà in mancanza di risposte credibili ai problemi più sentiti dai cittadini, primi fra tutti quelli economici.

E anche toni più cauti?
Passi che Berlusconi, notoriamente attentissimo agli umori della gente, non abbia colto il non gradimento dell’elettorato ai toni gridati al primo turno. Che li abbia reiterati, dando addirittura del “senza cervello” agli avversari, mi stupisce molto.

Mauro Broggi
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

Postato da nicolag il 01/06/2011 16:36

Se non si corre ai ripari, con una maggioranza più estesa, un nuovo Capo dell'Esecutivo ampiamente condiviso per un Governo non solo di transizione,ma di opportuna riflessione per ambedue le forze bipolari,possibilmente con un ridimensionamento, magari solo su base solo consultiva e assolutamente non decisionale, del Leader storico della Lega, le cose peggioreranno in maniera irreparabile e molto dannosa per un Paese,la cui parte più giovane non ne può più.

Postato da Celso Vassalini il 31/05/2011 11:54

Il 25 aprile e il 2 giugno festeggiamo la Liberazione dell’Italia e la proclamazione della Repubblica, festeggiamo in sostanza la Costituzione repubblicana. Ma la Costituzione non bisogna solo regalarla agli studenti, bisogna leggerla, conoscerla e chiedersi se la stiamo applicando e se ci stiamo impegnando a farla funzionare e soprattutto a farla crescere nell’ancor lungo percorso di applicazione nei suoi fondamenti e nell’impegno alle riforme, vera crescita del Paese della sua unità di varie culture. Soprattutto nelle nostre piccole Città europee. Nel ricordare la lettera apostolica in forma di mutuo proprio per la proclamazione di San Tommaso Moro “patrono dei governanti e dei politici”. Il Beato Giovanni PP. II a perpetua memoria dalla vita e dal martirio di san Tommaso Moro scaturisce un messaggio che attraversa i secoli e parla agli uomini di tutti i tempi della dignità inalienabile della coscienza, nella quale, come ricorda il Concilio Vaticano II, risiede "il nucleo più segreto e il sacrario dell'uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nella sua intimità" (Gaudium et spes, 16). San Tommaso Moro è venerato quale esempio imperituro di coerenza morale. E anche al di fuori della Chiesa, specie fra coloro che sono chiamati a guidare le sorti dei popoli, la sua figura viene riconosciuta quale fonte di ispirazione per una politica che si ponga come fine supremo il servizio alla persona umana. La sua sensibilità religiosa lo portò alla ricerca della virtù attraverso un’assidua pratica ascetica. Sentendosi chiamato al matrimonio, alla vita familiare e all'impegno laicale, egli sposò nel 1505 Giovanna Colt dalla quale ebbe quattro figli. Nel 1504, sotto il re Enrico VII, venne eletto per la prima volta al parlamento. Enrico VIII gli rinnovò il mandato nel 1510, e lo costituì pure rappresentante della Corona nella capitale, aprendogli una carriera di spicco nell'amministrazione pubblica. Nel decennio successivo, il re lo inviò a varie riprese in missioni diplomatiche e commerciali nelle Fiandre e nel territorio dell'odierna Francia. Fatto membro del Consiglio della Corona, giudice presidente di un tribunale importante, vice-tesoriere e cavaliere, divenne nel 1523 portavoce, cioè presidente, della Camera dei Comuni. Universalmente stimato per l'indefettibile integrità morale, l'acutezza dell'ingegno, il carattere aperto e scherzoso, la straordinaria erudizione, nel 1529, in un momento di crisi politica ed economica del Paese, fu nominato dal re Cancelliere del regno. Primo laico a ricoprire questa carica, Tommaso affrontò un periodo estremamente difficile, sforzandosi di servire il re e il Paese. Fedele ai suoi principi si impegnò a promuovere la giustizia e ad arginare l'influsso deleterio di chi perseguiva i propri interessi a spese dei deboli. Molte sono le ragioni a favore della proclamazione di san Tommaso Moro a Patrono dei Governanti e dei Politici. Tra queste, il bisogno che il mondo politico e amministrativo avverte di modelli credibili, che mostrino la via della verità in un momento storico in cui si moltiplicano ardue sfide e gravi responsabilità. Oggi, infatti, fenomeni economici fortemente innovativi stanno modificando le strutture sociali della nostra piccola Città europea e del Paese; d’altra parte, le conquiste scientifiche nel settore delle biotecnologie acuiscono l’esigenza di difendere la vita umana in tutte le sue espressioni, mentre le promesse di una nuova società, proposte con successo ad un’opinione pubblica frastornata, richiedono con urgenza scelte politiche chiare a favore della famiglia, dei giovani, degli anziani e degli emarginati e attenti ai nuovi venuti dalla fame e dalle continue insignificanti guerre e con la massima attenzione sia nello sfamarli, ma, anche nel massimo rispetto della loro cultura da integrare cautamente. In questo contesto, giova riandare all'esempio di san Tommaso Moro, il quale si distinse per la costante fedeltà all’autorità e alle istituzioni legittime proprio perché, in esse, intendeva servire non il potere, ma l'ideale supremo della giustizia. La sua vita ci insegna che il governo è anzitutto esercizio di virtù. Forte di tale rigoroso impianto morale, lo Statista inglese pose la propria attività pubblica al servizio della persona, specialmente se debole o povera; gestì le controversie sociali con squisito senso d'equità; tutelò la famiglia e la difese con strenuo impegno; promosse l'educazione integrale della gioventù. Il profondo distacco dagli onori e dalle ricchezze, l'umiltà serena e gioviale, l'equilibrata conoscenza della natura umana e della vanità del successo, la sicurezza di giudizio radicata nella fede, gli dettero quella fiduciosa fortezza interiore che lo sostenne nelle avversità e di fronte alla morte. La sua santità rifulse nel martirio, ma fu preparata da un'intera vita di lavoro nella dedizione a Dio e al prossimo. L'unità della vita dei fedeli laici è di grandissima importanza: essi, infatti, devono santificarsi nell'ordinaria vita professionale e sociale. Perché possano rispondere alla loro vocazione, dunque, i fedeli laici debbono guardare alle attività della vita quotidiana come occasione di unione con Dio e di compimento della sua volontà, e anche di servizio agli altri uomini". La vicenda di san Tommaso Moro illustra con chiarezza una verità fondamentale dell'etica politica. Infatti la difesa della libertà della Chiesa da indebite ingerenze dello Stato è allo stesso tempo difesa, in nome del primato della coscienza, della libertà della persona nei confronti del potere politico. In ciò sta il principio basilare di ogni ordine civile conforme alla natura dell'uomo. Confido, pertanto, che l'elevazione dell'esimia figura di san Tommaso Moro a Patrono dei Governanti e dei Politici giovi al bene della società. L'eloquente testimonianza da lui resa è quanto mai attuale in un momento storico che presenta sfide cruciali per la coscienza di chi ha responsabilità dirette nella gestione della cosa pubblica. Come statista, egli si pose sempre al servizio della persona, specialmente se debole e povera; gli onori e le ricchezze non ebbero presa su di lui, guidato com'era da uno spiccato senso dell'equità. Soprattutto, egli non scese mai a compromessi con la propria coscienza, giungendo fino al sacrificio supremo pur di non disattenderne la voce. Il Beato Giovanni PP. II disse: invocatelo, seguitelo, imitatelo! La sua intercessione non mancherà di ottenervi, anche nelle situazioni più ardue, fortezza, buon umore, pazienza e perseveranza Che ci immette nel terzo millennio cristiano. Un mio umile e sincero grazie a mia Madre la chiesa e a mio Padre ancora immaturo lo Stato. La nonna Europa come sta..? Celso Vassalini

Postato da genepi il 30/05/2011 20:24

Questa tornata di "amministrative" mi ha confermato che ha vinto la politica sull'antipolitica, infatti: - scelta del/i candidato/i attraverso elezioni primarie rispetto a quelli "calati dall'alto". - parlare con la gente e "ascoltare", non attraverso la tv o far parlare solo "il capo" (v. L'arroganza a reti unificate). - parlare dei problemi per l'amministrazione comunale tagliando fuori "questioni" di politiche nazionali. (Le amministrazioni comunali NON possono legiferare!!!!! lo può fare solo il parlamento). - spiegare e discutere i programmi con la gente nelle sedi opportune: circoli, sezioni, scuole, mercati.... "La libertà non è star sopra un albero.......libertà è PARTECIPAZIONE (cantava G.Gaber) e per come ho vissuto questa tornata amministrativa, la "partecipazione" ha pagato e ha vinto la Politica (con la P maiuscola)

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati