24/09/2012
Don Giuseppe Puglisi, vittima della mafia nel 1993, recentemente beatificato. (Ansa)
“Lascia che i morti seppelliscano i propri morti”. Con queste parole forti, contenute nel Vangelo di Matteo, Gesù risponde ad una persona che lo vuole seguire soltanto dopo avere seppellito il padre.
Sul significato - attuale e storico - di tale espressione evangelica, si confronteranno studiosi, teologi, sacerdoti, giornalisti, magistrati, registi, scrittori e docenti universitari. L’occasione sarà offerta dall’attesissima Settimana Alfonsiana, organizzata dai Padri Redentoristi di Palermo e dalla rivista culturale Segno, in onore di Sant’Alfonso dei Liguori. L’evento, in programma dal 24 al 30 settembre, sarà ospitato dalla città di Palermo, terra ricca di martiri laici e cattolici dell’antimafia, quindi sede alquanto simbolica per un tema così impegnativo, attinente al rapporto tra vita e morte.
“La storia è piena di eventi scaturiti dalla scelta evangelica di lasciare ai morti seppellire i propri morti. Non è forse figura di questa sorprendente libertà la testimonianza del piccolo parroco di Brancaccio, don Giuseppe Puglisi, ucciso a Palermo nel 1993?”, osserva padre Nino Fasullo, instancabile animatore delle Settimane Alfonsiane e direttore della rivista Segno (da sempre impegnata contro la mafia e per il dialogo tra credenti e non credenti).
Padre Nino Fasullo.
Padre Fasullo non ha dubbi: “Il Vangelo è l’annuncio del Regno di Dio. Lasciar tutto e all’istante è il segno e lo stile della sequela evangelica. Segno e stile che possono diventare il tratto anche delle scelte semplicemente umane (incluso quelle politiche). La Parola di Gesù, infatti, appartiene all’umanità e travalica i confini delle religioni. La sua forza illumina anche gli ambiti profani e sostiene, ad esempio, il diritto del povero e dell’oppresso. Il Vangelo è un appello al cuore intelligente a lasciare subito tutto ciò che non vive più e non dà futuro, perché è finito e non produce libertà”.
Padre Fasullo non nasconde la difficoltà di comprendere e interpretare i Vangeli, “pieni di parole assolute, fulminanti, a prima vista talvolta incomprensibili o addirittura apparentemente disumane. Il Vangelo, infatti, è tutto una vertigine e le sue chiamate mettono i brividi. È lo stile di Gesù, che non può essere né ignorato né banalizzato, come nelle vetrine televisive”.
Per il carattere simbolico del tema affrontato in terra di Sicilia, un ospite d’onore come il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso introdurrà il primo dibattito, in programma nel pomeriggio di lunedì 24 settembre, nella Sala delle Capriate di Palazzo Steri, sede del Rettorato dell’Università di Palermo. Insieme al procuratore Grasso, si confronteranno padre Nino Fasullo, Marcello Sorgi (scrittore ed editorialista del quotidiano La Stampa), Davide Perdonò (superiore Provinciale dei Padri Redentoristi) e Roberto Lagalla (rettore dell’Ateneo palermitano).
Gli altri dibattiti si terranno nei pomeriggi seguenti, nella sede palermitana dei Padri Redentoristi, in Via Badia 52. Interverranno, tra gli altri, registi come Roberto Andò, sacerdoti come padre Bartolomeo Sorge, intellettuali cattolici come Raniero La Valle, scrittori come Davide Enia, Bianca Stancanelli ed Edoardo Rebulla.
Oltre ai dibattiti, i Padri Redentoristi organizzeranno anche alcuni concerti serali di musica classica, ospitati nel Teatro Nuovo Montevergini, nell’Oratorio di Santa Cita e nel Conservatorio Bellini. Infine, durante la Settimana Alfonsiana, sarà possibile visitare la mostra “Per Segno. Incisori Contemporanei”, curata da Rosalia Marchiafava Arnone, in collaborazione con l’Associazione Incisori Siciliani.
Pietro Scaglione