Francia, intanto la destra di Marine...

Marine Le Pen, leader del Fronte Nazionale, ha rifatto il trucco al partito. E ora, dopo la strage di Tolosa, potrebbe avvantaggiarsi dalla minaccia terrorista di matrice islamica.

21/03/2012
I sostenitori della leader del Fronte Nazionale francese Marine Le Pen (Reuters).
I sostenitori della leader del Fronte Nazionale francese Marine Le Pen (Reuters).

Dopo il dramma di Tolosa che ha visto un killer esprimere la sua follia uccidendo a sangue freddo tre bambini e un adulto all'interno di una scuola ebraica, la Francia ha assistito a tre momenti di silenzio: quello della popolazione ammutolita dallo choc per un tale atto barbaro; quello della classe politica che ha deposto le armi dello scontro per le presidenziali optando per una tregua in rispetto alle vittime; e infine il silenzio prudente di Marine Le Pen, candidata del Front National e figlia del leader carismatico di estrema destra Jean Marie Le Pen.

A differenza di Sarkozy e del rivale Hollande, Marine Le Pen, pur condannando pubblicamente il crimine, non si è recata a Tolosa, sul luogo della strage, ma é rimasta nel suo quartier generale parigino. Da qui segue con discrezione l'evolversi della situazione e i risultati di quell'"allarme scarlatto" decretato dal Ministero degli Interni, sinonimo di massima allerta e volto a mettere in opera tutti i protocolli di vigilanza per giungere al più presto alla cattura dello sniper. Asserragliata fra i fedelissimi, la candidata di estrema destra ha temuto "l'effetto Carpentras", ricordando l'ondata di impopolarità che investí il Front National nel '90, quando un gruppo di naziskins inneggianti al suo partito, profanò un cimitero ebraico. Ma là erano lapidi, mentre qui, a terra, giacciono bambini.

Se il movente della barbarie fosse risultato essere l'ideologia nazifascista e l'assassino si fosse rivelato un mostro razzista alla Andrei Breivik, come avevano sospettato i criminologi dall'inizio, Marine Le Pen rischierebbe di veder defluire quella manna di promesse di voto che l'hanno portata a sfiorare il 20% nelle preferenze dei Francesi per le presidenziali. Lo spettro della politica xenofoba che la giovane Le Pen ha voluto allontanare rifacendo il maquillage al partito, potrebbe liquefarsi. Se invece, come pare profilarsi nelle ultime ore, il colpevole fosse legato ad Al Qaeda, la Le Pen potrebbe tuonare contro i governi europei responsabili di aver sottovalutato la minaccia terrorista di matrice islamica.

In molti contesti storici caratterizzati da fasi di débacle economica, la crisi ha dato profitto ai movimenti politici estremi. La "sinistra a sinistra" di Jean Luc Mélenchon, domenica 18 marzo ha riunito sull'emblematica piazza della Bastiglia la bellezza di centoventimila persone e al polo opposto, l'estrema destra fa sentire il fiato sul collo all'UMP di Sarkozy. Ma come mai Marine Le Pen si é rivelata una tale calamita di consensi? Che cosa ha sedotto i Francesi di questa figura bionda e solida che parla di patria, di orgoglio nazionale, di "minaccia immigrazione" riempiendo il palco dei meeting con le sue vigorose falcate e l'onnipresente sguardo ammirativo del padre Jean Marie?

Le risposte sono molteplici. "The right moment and the right place" verrebbe da dire, anche se a Marine le espressioni straniere piacciono poco. Al pari di certi politici nostrani che hanno remato sul Po in cerca di ampolle sacre e di improbabili antenati druidi per dare vigore e significato storico al proprio movimento, Marine Le Pen ha avuto l'astuzia di fare propri i momenti in cui la Francia ha espresso con più forza il sentimento di orgoglio nazionale. Tutti ricordano, ad esempio, il discorso tenuto sotto la statua dorata di Giovanna D'Arco, eroina dei Francesi, in rue de Rivoli. Già allora Marine Le Pen metteva in scena i suoi cavalli di battaglia. In prima linea c'era il dovere di difendersi da persone e cose venute da oltrefrontiera, gli "invasori" come ai tempi della pulzella d'Orleans.

Marine Le pen, candidata alle Presidenziali francesi con il Fronte Nazionale, durante la campagna elettorale a Strasburgo (Reuters).
Marine Le pen, candidata alle Presidenziali francesi con il Fronte Nazionale, durante la campagna elettorale a Strasburgo (Reuters).


Giù, quindi, anatemi contro gli immigrati, responsabili sia di fagocitare abusivamente le risorse dello stato sociale, sia di saturare il già moribondo mercato del lavoro. E giù rimostranze contro l'importazione di merci straniere a basso costo. In una popolazione più che mai sensibile a questi temi, tetanizzata dalla paura di perdere il lavoro e angosciata dalla progressiva perdita di potere d'acquisto, i discorsi del Front National hanno aderito come mastice a presa rapida. Nell'urgenza di risposte politiche efficaci, i programmi di Sarkozy e del socialista Hollande, infarciti di percentuali incomprensibili e di scadenze vaghe, hanno deluso molti.

Da una parte, parecchi fra coloro che vedono nei miliardari e nei banchieri i fautori della crisi hanno abbracciato il Front de Gauche di Mélenchon. Dall'altra, numerosi fra quelli che per lo stesso male, vedono come responsabili gli immigrati, gli assistiti sociali e i container cinesi, hanno chiesto asilo alle sottane di Madame Le Pen. La grottesca conclusione é che i grandi partiti centrali, UMP e PS, sebbene sempre maggioritari nei sondaggi, invece di muoversi con un chiaro programma da leader, tendono l'orecchio verso ciò che accade agli estremi, scimmiottandone - in particolare l'UMP verso il Front National - i comportamenti e attingendo al loro frasario più carsimatico. Un noto programma comico in onda su Canal Plus, "Les Guignols", fa dire a una marionetta con le sembianze di Marine Le Pen bambina: "Papa, Sarkozy mi ha ancora rubato i giocattoli".

E' stato il caso quando il Ministro degli Interni Claude Guéant ha rubato la vedette a FN affermando che "tutte le civiltà non si valgono e ve ne sono di più arretrate", o ancora quando, nelle utime settimane, si é acceso il dibattito sulla carne halal, la carne macellata secondo i precetti religiosi islamici. Il dibattito sull'opportunità di etichettare le carni a seconda se provengano da macellerie halal o "tradizionali", é stato lanciato da Marine Le Pen e subito acciuffato e fatto proprio dai ministri sarkozisti. La candidata di estrema destra ha segnato cosí nuovi punti. C'è da dire che il suo carisma ha funzionato fin dal suo ingresso sulla scena politica.

Marine incute meno "timore" del padre Jean Marie su cui pesano troppi propositi razzisti e l'ombra lugubre del "torturatore di Algeri". Marine é una donna, non ha un passato militare (il padre combatté nelle guerre di Indocina e di Algeria), ha abilmente emarginato dal partito - o quantomeno allontanato dai riflettori - i naziskin e gli adepti del saluto romano, ha ammesso la gravità dell'Olocausto (le camere a gas vennero definite dal padre "un dettaglio storico") e se ce l'ha con gli stranieri, si esprime in maniera più contenuta rispetto al vulcanico genitore. Marine Le Pen appare come un ossimoro della politica volendo quasi definirsi come una "moderata dell'estrema destra".

Nata nell'elegante sobborgo parigino di Neuilly sur Seine, fin da piccola é stata la pupilla del padre. Fu lei a stargli vicino quando lui divorziò da Pierrette Lalanne, madre di Marine. La moglie di Jean Marie entrò con fragore nel ciclone mediatico sfidando il marito e posando nuda per il magazine Playboy. Le tre figlie, Marine in testa, si schierarono con il padre per difenderne l'immagine pubblica. Era il 1984 e fu probabilmente la prima volta che Marine fece intendere la sua voce. Da quando nel 2011Jean Marie Le Pen ha ceduto alla figlia la leadership del partito, sono stati in molti, intellighentsia compresa, a tesserne le lodi. Se gli intellettuali transalpini sono stati sempre allergici alle esternazioni ruvide di Le Pen, Bernard Henry Levy riferendosi a Marine parlò di "un' estrema destra dal volto umano".

Ma gli ossimori sono fragili. E il "volto umano" si é contratto più volte in una smorfia lugubre, ad esempio quando paragonò le preghiere dei fedeli islamici in strada all'"occupazione del territorio, pari a quella dei nazisti durante la guerra". Nata nell'agiatezza, nell'oasi dorata di Villa Poirier, Marine Le Pen ha affermato più volte di aver sofferto per il suo cognome troppo pesante. Dopo la laurea in giurisprudenza, durante la fase di praticantato le é capitato di dover difendere i diritti di immigrati clandestini. Più aperta e moderna del padre, una volta che Marine ne ha ripercorso le orme lo ha fatto con furbizia, cercando di mettere a frutto le esperienze giovanili per ammorbidire la sua immagine ed evitare gli errori tattici che fecero del padre "l'orco della politica" oltralpe. Ora l'orco ha l'aspetto di una fata. Ma il rapporto col padre é più che mai solido e i principi propugnati gli stessi. Ma, pare, molto più facili da accettare per molti Francesi.

Eva Morletto
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