21/01/2013
Qualcuno ha voluto fare lo spiritoso con un cartellone della lista Monti (Ansa). "For Sale", in inglese, significa in vendita.
Man mano che ci si avvicina alla scadenza del 24 febbraio si chiariscono gli schieramenti in campo tra i principali partiti. L' obiettivo è soprattutto il vasto fronte degli indecisi (tra i quali moltissimi cattolici). Nel Pdl cresce l’attesa sulle liste elettorali, dopo l’esclusione di Marcello dell’Utri e Marco Milanese, entrambi coinvolti in inchieste giudiziarie. Sembra chiuso il braccio di ferro su Nicola Cosentino, escluso dalla candidatura. Berlusconi, il cui nome è sulla lista del Pdl, ha annunciato che non farà il premier, compito, ha affermato, da affidare ad Angelino Alfano. Sarà vero?
Il Pdl ha messo in lista anche l’ex “direttorissimo” del Tg1 Augusto Minzolini e sta valutando la possibile candidatura di Domenico Scilipoti. Anche Alfonso Papa, autosospeso dopo il coinvolgimento nell’inchiesta sulla P4, ha rinnovato la sua disponibilità a candidarsi. Nichi Vendola, leader di Sinistra, ecologia e libertà, ha lanciato un
affondo, affermando che “a destra si sente ancora puzza di camorra”. Ieri a Bergamo Mario Monti ha presentato le candidature della sua “Scelta Civica” con una grande kermesse che si è svolta al Kilometro Zero di Alberto Bombassei, il patron della Brembo che si presenta nel collegio Lombardia-Veneto. La composizione delle liste è quanto mai eterogenea e si distingue volutamente dagli altri partiti per attingere il più possibile a "non politici": professionisti, personaggi del mondo di Confindustria, giuslavoristi come Ichino, economisti, bocconiani, medici, imprenditori ed esponenti del mondo del volontariato e del cattolicesimo popolare (come Andrea Olivero e Mario Marazziti). Variegata anche la lista del Pd di Pierluigi Bersani, dopo le “primarie” e le “parlamentarie” che però hanno lasciato una coda di polemiche per la presunta esclusione di molti “renziani” e l’inserimento in collegi “blindati” di uomini dell’entourage del segretario del Pd.
Come tutti sanno, l’esito delle prossime elezioni si giocherà sul numero dei seggi senatoriali assegnati, poiché alla Camera il sistema elettorale assegna la maggioranza al partito che arriva per primo (che dovrebbe essere con ogni probabilità, almeno stando ai sondaggi, il Centrosinistra) mentre per il Senato il meccanismo è diverso e prevede il premio di maggioranza su base regionale. Vince chi conquista più regioni (con le più popolose che contano di più). Alcune regioni sono appannaggio del Centrodestra (come il Veneto). Altre sono in bilico, come il Piemonte, la Sicilia, la Campania e la Lombardia. In particolare in quest’ultima regione (che distribuisce ben 49 seggi sui 315 complessivi) i sondaggi sono contraddittori. La Lombardia è veramente l’Ohio d’Italia.
Francesco Anfossi