Sinistra, la guerra continua

Dopo la tregua con Renzi firmata dal segretario Bersani ora attacca Vendola, che vorrebbe rottamare il rottamatore.

07/10/2012
Le sagome di Matteo Renzi e Pierluigi Bersani a un congresso del Pd.
Le sagome di Matteo Renzi e Pierluigi Bersani a un congresso del Pd.

Non è durata nemmeno 24 ore la pace dentro la sinistra. E al centro di tutto c’è sempre il “fattore Renzi”, il trentasettenne sindaco di Firenze che gira per l’Italia in camper per promuovere la sua candidatura a premier. Dopo la saggia tregua firmata ieri dal segretario del Pd Pierluigi Bersani sulle regole delle primarie (“un capolavoro della democrazia”, ha commentato Bersani), ecco scendere in campo il leader di Sinistra ecologia e libertà Nichi Vendola: “In Renzi c'é una marcata adesione a modelli culturali che io penso debbano essere rottamati”, ha detto il governatore della Puglia in un’intervista. Secondo Vendola bisogna “rottamare la subalternità culturale di certa sinistra al modello liberista che sta scorticando l'Europa”.


Gli attacchi al sindaco di Firenze non avvengono solo fuori dal Pd. Contro il fiorentino Renzi anche la senese Rosi Bindi: “Inviterei Renzi a fidarsi non solo di Bersani ma di tutto il partito. La sua assenza da molti è stata giustamente notata come atteggiamento di poca attenzione per chi ha lavorato anche e soprattutto per lui. Era stato invitato, avrebbe potuto riservare questa attenzione nei confronti del massimo organo di rappresentanza del partito”.

La verità è che Renzi continua a innervosire il Pd. I sondaggi lo danno in costante aumento. Berlusconi lo utilizza come arma a doppio taglio e dichiara che le sue idee e quelle del giovane candidato sono le stesse. “Ma è ovvio che il bacio di Berlusconi a Renzi è come un bacio della morte”, commenta l’ex manager del Biscione Giorgio Gori, divenuto uno degli spin doctors più ascoltati del sindaco di Firenze. 

Francesco Anfossi
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Postato da Rodolfo Vialba il 08/10/2012 07:36

Ammesso e non concesso che il problema delle regole con le quali svolgere le primarie nella coalizione che fa capo al PD sia risolto, resta da vedere chi vincerà e per quale politica di Governo. Visto che la discriminante tra i tre candidati forti alle primarie del PD è la così detta Agenda Monti con Bersani che la condivide ma dice che va aggiustata, Vendola che afferma deve essere riscritta e Renzi che la condivide al punto di essere parte integrante e vincolante del suo programma, cosa succederebbe, ad esempio in tema di alleanze elettorali, se davvero vincesse Renzi? Reggerebbe ancora quella tra il PD e SEL, oppure tra scomposizioni, politicamente motivate da inconciliabilità delle proposte politiche e dei programmi, e aggregazioni, motivate da affinità politiche e programmatiche, nascerebbe qualcosa di realmente nuovo? Non perdo la speranza di tempi nuovi e diversi da quelli che stiamo vivendo. Certo è che se la proposta politica di Vendola è fondata, come lo è, sulla discriminante del referendum sull'art. 18, vuol dire che la sua alleanza politica ed elettorale raccoglierà al massimo il 20% dei voti, e comunque molto lontano dal 50%+1 necessario per governare. Diffido da coloro che per ragioni e visioni ideologiche ((quali ad esempio Vendola, Bertinotti, Cremaschi) ci hanno regalato 10 anni di governi Berlusconi e di politiche liberticide perché, essendo in ritardo sulla storia, potrebbero farci ancora lo stesso regalo per gli anni a venire. Non è che condivida tutto di Monti ma è certamente meglio del massimalismo della sinistra di Vendola e company.

Postato da martinporres il 08/10/2012 05:22

La buffonata delle primarie, è l'ennesimo trucco che la casta partitica usa per soppravvivere.

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