05/09/2011
L'interno della sinagoga di Casale Monferrato.
«Allora, vogliamo conoscerci?». Si concludeva così la lettera che l'Unione delle comunità ebraiche aveva inviato idealmente a tutti i cittadini italiani per la Giornata europea della cultura ebraica in programma ieri, domenica 4 settembre. Un invito che è stato raccolta da decine di migliaia di persone, tre mila solo a Siena, capofila di questa edizione. «Da tempo non si manifestava un interesse così spiccato a conoscere la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra religione», ha commentato Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche. Un segnale molto positivo, perché - ammettiamolo - di questa cultura antica, di questi vicini di casa, di questi «fratelli maggiori», come li definì in un memorabile discorso Giovanni Paolo II, sappiamo ben poco. Anzi, spesso la conoscenza è minata da pregiudizi e stereotipi. Accogliamo allora l'invito e cerchiamo di conoscerci.
Domenica le occasioni non sono mancate: sono state 62 le località italiane che hanno aderito all'iniziativa. Sinagoghe, musei, quartieri ebraici, concerti, mostre e spettacoli teatrali hanno aperto le porte, con l'intento di rispondere, in un'atmosfera lieve e festosa, alle curiosità sull'ebraismo.
Intanto vale la pena sottolineare il titolo che è stato dato a questa dodicesima edizione: "Ebr@ismo 2.0: dal Talmud a Internet". Vi è dichiarata la voglia di aprirsi al futuro (infatti facing the future, affrontando il futuro, è il fil rouge che lega gli eventi non solo in Italia, ma anche in Europa). Una cultura profondamente radicata nel passato, ricca di storia, si proietta in avanti, affinché la memoria diventi attualità. Per questo è da salutare con gioia l'adesione dei giovani della Coreis (la Comunità religiosa islamica) alla Giornata, che si è tradotta nel progetto comune "I giovani e il futuro", ovvero quattro eventi improntati al dialogo interreligioso a Genova, Torino, Milano e Piacenza. In attesa del Festival internazionale di lettura ebraica (Roma, dal 17 al 21 settembre, www.festivaletteraturaebraica.it), gli appassionati hanno potuto godere godere di qualche succosa anticipazione. A Firenze, ad esempio, Stefano Levi ha parlato del Talmud e del suo libro Il forno di Akhnai (La Giuntina). Grande successo per il theater talk "Ridere per ridere: racconti, barzellette e umorismo ebraico da Abramo al web. La risata corre nella rete", con la partecipazione di Moni Ovadia e un rabbino a sorpresa...
Il quartiere ebraico di Fondi.
Intanto vale la pena soffermarsi sul titolo dato a questa dodicesima
edizione: "Ebr@ismo 2.0: dal Talmud a Internet". Vi è dichiarata la
voglia di aprirsi al futuro (infatti facing the future,
affrontando il futuro, è il fil rouge che lega gli eventi non
solo in Italia, ma anche in Europa). Una cultura profondamente radicata
nel passato, ricca di storia, si proietta in avanti, affinché la memoria
diventi attualità. Per questo è da salutare con gioia l'adesione dei
giovani della Coreis (la Comunità religiosa islamica) alla Giornata, che
si tradurrà nel progetto comune "I giovani e il futuro", ovvero
quattro eventi improntati al dialogo interreligioso a Genova, Torino,
Milano e Piacenza.
In attesa del Festival internazionale di letteratura
ebraica (Roma, dal 17 al 21 settembre, www.festivaletteraturaebraica.it),
gli appassionati potranno godere di qualche succosa anticipazione. A
Firenze, ad esempio, Stefano Levi parlerà del Talmud e del suo libro Il
forno di Akhnai (La Giuntina). Imperdibile, per gli estimatori
dell'umorismo ebraico, l'appuntamento a Siena con il theater talk
"Ridere per ridere: racconti, barzellette e umorismo ebraico da Abramo
al web. La risata corre nella rete", con la partecipazione di Moni
Ovadia e un rabbino a sorpresa... (a proposito, che peccato le polemiche
di alcuni esponenti ebraici per l'invito ad Ovadia, reo di aver assunto
a volte posizioni critiche vero l'attuale Governo israeliano). Dunque, via i pregiudizi, e conosciamoci.
Paolo Perazzolo