03/11/2010
L’attore americano James Cromwell, 70 anni, nei panni di Pio XII nella fiction "Sotto il cielo di Roma".
«Una patacca propagandistica». Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, non ha avuto la minima esitazione – e nemmeno un po’ di riflessione – nel giudicare la fiction che Raiuno ha dedicato nei giorni scorsi a Pio XII. Il senso della sua affermazione è chiaro fin dai tempi di Rolf Hochhut, il drammaturgo tedesco che mezzo secolo fa accusò quel grande papa di colpevole passività verso i nazisti, se non addirittura di complicità. Poco importa che Golda Meir e gli influentissimi ebrei americani abbiano detto, nel tempo, cose del tutto diverse. Il preconcetto resiste, in ambienti israeliani e, come di nuovo vediamo, anche a Roma.
Il rabbino Di Segni è uomo di larga esperienza e cultura, giustamente stimato. Il suo popolo ha resistito nei secoli ad ogni sofferenza. Ovvio che vada rispettata pure la sofferenza dei palestinesi, ma certo non a scapito della Nazione ebraica. Queste – e trante altre – sono le premesse d’obbligo quando si affrontano argomenti come l’Olocausto, ciò che si sarebbe potuto fare, ciò che è stato fatto oppure omesso, ciò che è impossibile dimenticare. Potremmo scrivere pagine e pagine su simili temi, dalle polemiche del passato alle vertenze dell’oggi. Ma limitiamoci all’essenziale.
Dunque Pio XII, invece di far banalmente accogliere nei conventi folle di ebrei e di antifascisti, avrebbe dovuto denunciare con documenti pubblici la ferocia nazista. Bene, poniamo che l’avesse fatto. C’era già un piano tedesco per arrestarlo e deportarlo, ma questo è il meno. Una volta che si fosse creata una rottura ufficiale fra la Santa Sede e la Germania, il generale Wolff non avrebbe più avuto le remore politiche e di opportunità che, al contrario, la diplomazia vaticana stava irrobustendo. Senza contare poi i futuri alibi per il nazista “buono”, che in effetti servirono a Wolff per evitare il capestro. In una situazione diversa, quel generale delle SS avrebbe fatto sfondare le porte dei conventi e nessuno, ebrei e antifascisti, si sarebbe salvato.
In simile ipotesi, quali argomenti addurrebbero oggi gli accusatori di Pio XII? Lo diciamo noi. Quel pontefice imprudente aveva mandato a morte tanti innocenti. Sapeva che la guerra stava finendo e la Germania avrebbe perso. Di sicuro i nazisti non l’avrebbero ucciso, serbandolo semmai come carta diplomatica. Insomma avrebbe guadagnato una facile gloria, ma a spese degli innocenti. Anzi, sulla loro pelle.
Questo si potrebbe dire oggi, se Pio XII e mons. Montini non avessero fatto tutto quello che allora era umanamente possibile. Invece, proprio grazie al papa, molti ebrei romani si sono potuti salvare, e con loro dirigenti e militanti antifascisti. Fra i quali persone che possono tuttora testimoniare, e che il rabbino Di Segni sicuramente conosce.
Giorgio Vecchiato