25/06/2012
Gli assessori finora nominati dal sindaco Pizzarotti, al centro della foto (Ansa).
Chi l’avrebbe detto che la nuova giunta di Parma del grillino Federico Pizzarotti, 39 anni, avrebbe richiesto una stagionatura simile a quella del parmigiano reggiano? Forse un giorno, quando sarà pronta, la gusteremo a scaglie. Nel frattempo il sindaco simbolo del trionfo del Movimento a Cinque Stelle ha già accumulato un paio di grane mica da ridere. Roberto Bruni, cui era stata affidata la delega all’Urbanistica, si è dimesso dopo la notizia del fallimento della sua azienda edile nel 2011. Poi c’è stato il caso del direttore generale Valentino Tavolzza, sgradito al fondatore del movimento Beppe Grillo. Quanto a Pizzarotti, già nel dichiarare di affidarsi per la scelta degli assessori ai curricola, è stato quanto meno originale.
Il problema è che solo per il ruolo di direttore generale ne sono arrrivati 500 e non è facile scegliere. E così, come ha scritto Aldo Grasso, Pizzarotti ha inventato la slow politics, come se le delibere fossero prosciutti crudi, in una città complessa e pressata da un debito di 846 milioni di euro tra quello del Comune e quello delle società partecipate. Ma Pizzarotti non si scompone. Si va avanti piano, pianissimo, sarà un cambiamento lento. Al momento sono stati scelti il vicesindaco, Nicoletta Paci, l’assessore all’ambiente Gabriele Folli, quello alle attività produttive Cristiano Casa, quello al Bilancio Gino Capelli e allo sport Giovanni Marani. In attesa di vedere, come da programma del candidato sindaco, bilancio partecipativo, punti wi-fi, cablatura delle scuole, car sharing, mobility manager, asili nidi per non parlare della manutenzione, della chiusura dell’inceneritore. Lui rassicura. Il caso Bruni? Un inciampo? Grillo? Mi ha detto di andare avanti. Il nuovo assessore? Arriva oggi. E l’inceneritore? Il capogruppo in Comune dei Cinque Stelle, che hanno una maggioranza schiacciante, vogliono aprire un concorso di idee per riconvertire il cantiere e puntare sulla raccolta alternativa. Sì, ma senza fretta, mi raccomando.
Francesco Anfossi