Stampa, i colpi di coda della casta

Anticipiamo il Primo Piano di Famiglia Cristiana n.45, in edicola e in parrocchia da giovedì 1 novembre.

27/10/2012
Alessandro Sallusti, direttore del Giornale (Ansa).
Alessandro Sallusti, direttore del Giornale (Ansa).

Siamo con il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, quando afferma, a proposito del caso Sallusti, che «nessun giornalista deve andare in carcere per ciò che scrive». Ma siamo altrettanto convinti che la libertà di informazione non è libertà di diffamare. E chi diffama non è vittima, tantomeno martire. È la pena a essere spropositata, davvero assurda. Ma il reato esiste. E va ricordato. Se ancora ci sta a cuore un’informazione veritiera e onesta.

I fatti sono noti. Riguardano la pubblicazione di un articolo che, partendo da una notizia falsa, ha attribuito colpe e responsabilità gravi a persone del tutto estranee. Chi è diffamato ingiustamente ha diritto a essere risarcito. E a vedersi pubblicata, il più in fretta possibile, la smentita. Così si garantisce l’onorabilità della persona. Ma il carcere per reati a mezzo stampa non esiste in nessuna democrazia matura. Ricorda i Paesi dittatoriali che puniscono il dissenso.

Dice De Bortoli: «Mi auguro che si risparmi al Paese una pagina amara e un’infamia come questa». Detto ciò, la legge “salva Sallusti” pone più problemi che rimedi. Getta via il bambino con l’acqua sporca. Con la nobile scusa di salvare l’attuale direttore del Giornale, colpevole di omesso controllo per l’articolo diffamatorio, a firma anonima, si mette in piedi una legge bavaglio per la stampa. Che impone risarcimenti spropositati, in grado di mettere in ginocchio qualunque editore. Una legge vendicativa e intimidatoria. Per bloccare sul nascere qualunque inchiesta seria.

Non avremmo, così, mai saputo i retroscena del caso Ruby. O degli scandali alla Regione Lombardia sul voto di scambio mafioso. Sarebbero state stroncate sul nascere le inchieste coraggiose della cronista scomoda di l’Altomilanese, colpevole solo di fare troppe domande a un sindaco finito poi in un’inchiesta di ’ndrangheta. Anche i tagli pesanti ai contributi all’editoria (quella vera, non i giornali finti alla Lavitola) rischiano di tarpare le ali all’informazione. Già appesantite dalla crisi.

Non si vuole riconoscere alla stampa il ruolo fondamentale per la vita democratica del Paese. Quello di “cane da guardia” al potere (straripante) della politica. Furti e appropriazioni indebite di soldi pubblici avvengono solo con un’opinione pubblica tenuta all’oscuro. Senza informazioni. Ma ancor più grave è che una legge bavaglio per la stampa sia promossa da una classe politica zeppa di inquisiti e condannati. Una legge fatta di corsa, a fine legislatura, in un Parlamento che si è trasformato in una curva dello stadio. Sa di regolamento di conti. Ha il sapore della vendetta contro chi “mette a nudo il re”.

Tanta foga avremmo voluta vederla nel cancellare la “porcata” della legge elettorale. Eppure, ci lavorano da un anno. Ma non si vede ancora un barlume di luce. Così si giocano anche l’ultima briciola di credibilità.

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Postato da DOR1955 il 29/10/2012 16:26

Non entro nel merito specifico; concordo in sostanza con il concetto che chi diffama deve in qualche modo pagare. Ma il punto su cui voglio focalizzare l'attenzione è un'altro: cosa pretendiamo in un Paese dove sono ancora in vigore leggi "dell'era fascista" e ci sono oltre 150.000 leggi? Giustizia? Illusione!

Postato da Profe il 29/10/2012 16:19

Tutto nasce dal "bisogno" di fare velocemente leggi ad personam o sull'onda della onnipresente "emergenza"(vera, presunta, psicologica, emotiva ecc.). E' tempo davvero di cambiare mentalità e persone al potere!

Postato da galeno il 27/10/2012 19:54

Impossibile non essere assolutamente d'accordo

Postato da lettore02 il 27/10/2012 18:46

Concordo in pieno quanto scritto, manca una chiosa: perchè avviene questo? Perchè il parlamento non è più in mano alla politica e le lobbi fanno il bello e il brutto a loro piacere il governo fa da da foglia di fico, non ha una base elettorale a cui rispondere, se vuole fare qualunque cosa deve scendere a patti con le varie caste. Per evitare tutto questo Monti si doveva dimettere a ferragosto, da qui ad aprile sai che sfracelo fanno questi

Postato da giogo il 27/10/2012 17:04

Scusate tanto però.... ecco siccome un sogno rivelatore,o no un diavoletto che mi turba? non so come dire la cosa...un pensiero assillante...bè la dico...mi piacerebbe tanto vedere il sultano nelle gioiose Patrie galere confortato nella stessa cella da tanto glorioso servile-giornalismo...hops scusate giornalista. Saluti

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