Terremoto, è una nuova faglia

Il sismologo Enzo Boschi: "Probabilmente le scosse andranno avanti per settimanae"

29/05/2012

Lo si temeva ed è successo. Potrebbe essere stata la rottura di una nuova faglia all'origine delle tremende scosse di terremoto registrate oggi nel modenese. Il sisma è avvenuto sul margine occidentale dell'arco di circa 40 chilometri attivato nel sisma del 20 maggio. Allora le scosse più forti erano avvenute nella zona orientale.  “Si temeva che con una struttura così complessa, potesse esserci spazio per altri terremoti di grande entità” ha detto il sismologo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Alessandro Amato. Le ultime scosse, anche se non sono legate direttamente a quella avvertita nei giorni scorsi in Emilia, nascono indubbiamente dalla stessa realtà dinamica della zona.

“In genere, dopo una forte scossa, si registrano solo scosse di assestamento - spiega il sismologo Enzo Boschi, già Protezione Civile, all'Adnkronos.  “In Italia è già successo però che due scosse forti, più o meno della stessa entità, si siano registrate a distanza di pochi giorni, basti ricordare il terremoto in Umbria. E in Friuli si registrarono a distanza di pochi mesi. Quindi non si può escludere neanche questa volta, in Emilia. Il sistema libera energia: può farlo in un solo colpo, in più di uno oppure in piccole fasi successive”. Difficile fare previsioni sulla durata del terremoto, anche se Boschi si sbilancia: “Penso che continueremo ancora, almeno per settimane, a osservare scosse successive, come spesso succede in questi casi. Quello che è di particolare interesse  è che anche la scossa di oggi, di magnitudo 5.8, non abbia superato quota 6, a conferma di quanto abbiamo sempre pensato con un certo margine di confidenza e che cioè in queste zone si possono generare terremoti al massimo di magnitudo 6 ma non oltre”.

Fondamentale a questo proposito il lavoro che stanno compiendo tutte le Regioni, insieme alla Protezione Civile, per la realizzazione di carte di microzonazione sismica. In pratica si tratta di carte estremamente dettagliate nelle quali si suddivide il territorio in base alla composizione del sottosuolo, si identificano le zone che possono subire oscillazioni maggiori o minori, si studiano le caratteristiche geologico-tecniche dei terreni e le loro reazioni alle onde sismiche. Informazioni via radar e condivise in rete La Protezione Civile ha immediatamente coinvolto nei giorni scorsi l’Asi (Agenzia Spaziale Italiana), il  Cnr e l’Ingv per la programmazione di nuove acquisizioni radar dai satelliti della costellazione COSMO-SkyMed al fine di disporre, in tempi molto rapidi, di informazioni circa la deformazione crostale connessa alle scosse sismiche di maggiore energia: tipo di deformazione, entità ed estensione del territorio interessato. Grazie alle informazioni satellitari è stato possibile completare il quadro della situazione dell’area colpita dal sisma. Per una parte dell’area studiata si è evidenziato che si è avuto un sollevamento il cui valore massimo è pari a circa 15 centimetri, dati che concordano con quelli sismologici.

Fortunatamente i sistemi radar  funzionano giorno e notte e in qualsiasi condizione atmosferica. Data la densa copertura nuvolosa che ha interessato la zona durante i primi giorni dell’emergenza, questo è stato di particolare importanza: mediante una tecnica denominata “interferometria differenziale” è stato possibile misurare gli spostamenti del terreno, anche dell’ordine dei centimetri, utilizzando immagini radar acquisite prima e dopo il sisma.  Per rendere più evidenti le deformazioni misurate, le frange sono state convertite in deformazione e rappresentate sulla cartografia di GoogleEarth mediante un codice di colori. Le zone azzurre sono quelle affette da deformazione trascurabile, mentre quelle in rosso hanno raggiunto il valore di massimo sollevamento. I dati satellitari verranno integrati con i rilievi che verranno effettuati in seguito alle scosse registrate oggi. Intanto, per la prima volta nel nostro Paese, è stato creato un portale web ( www.eqclearinghouse.it ) per mettere a disposizione di professionisti e istituzioni, dati utili sul sisma come foto e mappe dettagliate delle aree più colpite e aggiornamenti sui danni subiti dagli edifici secondo i rilievi più recenti effettuati sul territorio.

L’iniziativa della Fondazione Eucentre di Pavia, centro europeo di formazione e ricerca in ingegneria sismica, ha il sostegno dell’Earthquake Engineering Research Institute di Oakland in California. Questo tipo di portali  creati ad hoc in seguito al verificarsi di ogni tipo di calamità è molto diffuso all’estero. La condivisione delle informazioni in tempo reale è una delle pratiche più importanti in caso di emergenze. Anche per questo è stato diffuso l’invito a rendere accessibili a tutti le aree wifi (togliendo la password) nelle zone colpite dal terremoto, perché una comunicazione più facile può aiutare a salvare delle vite umane.

Gabriele Salari
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