04/03/2012
Vladimir Putin (Ansa).
Oggi in Russia si vota per le presidenziali. E viene da pensare: Putin, ancora e sempre Putin. Vladimir Putin era primo ministro già nel 1999, presidente già nel 2000. E' ridiventato primo ministro nel 2008 e lo ridiventerà nel 2012. Ma siamo sicuri che la rigidità del sistema russo post-sovietico s’incarni esclusivamente in Putin? Consideriamo gli altri candidati di questa tornata elettorale.
Grigorij Javlinskij, del partito Jabloko: era vice-premier nel 1990 e si era candidato alla presidenza già nel 1996 e nel 2000. Gennadyj Zjuganov: nel 1993 fu tra i fondatori del Partito comunista di Russia ed è stato candidato alla presidenza dal 1996 a oggi ogni volta che si è votato. Vladimir Zhirinovskij: è da sempre il leader del partito nazionalista curiosamente denominato Partito liberal-democratico. E' candidato in ogni elezione presidenziale a partire dal 1991.
L'elemento innovativo di quest'anno sarebbe stato l'oligarca Mikhail Prokhorov: ma un miliardario che, in Russia, si butta in politica non è una novità. La figura di Putin di certo ha stancato molti e lo spirito critico sta crescendo da parte di una nuova generazione che non ha conosciuto l'Urss. Ma la costruzione di un'alternativa politica appare ancora lontana. In questi anni la questione russa non è molto cambiata.
La Russia è il primo esportatore mondiale di gas, il secondo di petrolio e il terzo di acciaio e alluminio. Vale a dire che i russi vivono soprattutto delle vendita delle loro risorse naturali e sono quindi esposti agli alti e bassi dei Paesi clienti. Ci vorrebbe quindi un'economia meno dipendente dal petrolio. Putin, che doveva rimettere in sesto gli equilibri sociali, ha badato soprattutto a mettere in sicurezza la cassaforte delle risorse. Ma altri non hanno un piano migliore. Di certo non ce l'hanno Javlinskij, Zjuganov o Zhirinovskij.
Marco Rossi