15/04/2013
Nuova Quarto in allenamento (Foto Roberto Salomone).
La carovana Antimafie di Libera passa sul campo sgarrupato della Nuova Quarto per la Legalità lunedì 15 aprile e non è un passaggio come gli altri. Perché la Nuova Quarto non è una squadra come le altre. E' una squadra di calcio, sì. Ma è più di tutto un simbolo. Lo è diventata da quando, sequestrata a un clan nell'ambito dell'operazione "Polvere" nel 2011 e affidata a un'amministrazione giudiziaria, ha continuato a vivere e a vincere accettando di far sì che il suo gioco diventasse anche altro, un messaggio, a rischio che ciò avvenisse in territorio ostile. E' accaduto: tante volte da quando la società sportiva è rinata con il nome di nuova Quarto per la Legalità, è stata oggetto di atti vandalici. L'ultimo la settimana scorsa.
La carovana che passa proprio di lì è a sua volta un messaggio: chi combatte per rispettare le regole va sostenuto, non isolato. E di questo forse bisognerebbe riflettere anche ai piani alti, non solo dal basso di un campionato minore, delle iniziative di Libera, dell'impegno di Luigi Cuomo, rappresentante di Sos impresa oggi amministratore unico della Nuova Quarto.
Fa specie apprendere che nella relazione conclusiva dei "saggi" che sono stati chiamati da Napolitano a immaginare l'agenda dell'Italia che verrà si legga, in tema di giustizia, della necessità di combattere mafia e corruzione (sono legate, spesso si autoalimentano, attraverso fondi neri che migrano), invitando però a ridurre le intercettazioni (anche se attorno a certi reati - comprensibilmente - i testimoni non fanno la fila). Né si comprende con quali strumenti si immagini di combattere certi fenomeni che stanno alla base della crisi non solo della legalità ma pure dell'economia.
Anche perché non si parla, nella relazione dei "saggi", di falso in bilancio, (spesso distrarre fondi neri serve a praticare operazioni non trasparenti, ad evadere, a corrompere, a pagare mazzette), non si parla di includere nel reato di voto di scambio, oggi limitato alla moneta sonante le cosiddette "altre utilità" (eppure la criminalità organizzata vive soprattutto di scambio di favori, promesse, posti di lavoro, appalti...), non si parla di autoriciclaggio (per come stanno al momento le cose, se io riciclo denaro proveniente dall'attività illecita di altri sono punibile, ma se riciclo denaro guadagnato con un'attività illecita mia no). Senza questi strumenti, lo dicono tutti ma proprio tutti gli esperti di contrasto alla criminalità, si rischia di rimanere fermi alle parole e alle buone intenzioni. Delle quali sono lastricate se non proprio le vie dell'inferno, come dicono i maligni, troppe delle nostre strade lasciate a metà.
Elisa Chiari