01/12/2012
Gomme (Thinkstock).
C’è chi le mastica perché aiuta a concentrarsi, chi perché s’illude – e pare che funzioni – di domare così la fame nervosa tenendo a bada la lievitazione del girovita. Chi per non fumare. Sono le gomme da masticare, locuzione troppo lunga e poco pratica che i più traducono nell’inglese chewing gum o in più rapide varianti regionali: “cicche” i lombardi, “cicles” i piemontesi e via variando.
Quel che non varia è l’esito che, da chimico, Primo Levi aveva già intuito molti decenni fa. Scriveva in un racconto intitolato I segni sulla pietra: «La richiesta di una gomma che resista, deformandosi ma senza distruggersi, al tormento della masticazione, fatto di pressione, umidità, calore ed enzimi, ha condotto ad un materiale che resiste fin troppo bene al calpestio, alla pioggia, al gelo ed al sole d’estate».
Le gomme da masticare, osservava Levi in tempi meno sensibili all’ecologia, inquinano: vi siete mai chiesti che cosa siano quei tondini scuri che calpestate ogni giorno a decine sui marciapiedi? Gomme. Masticate, incivilmente gettate, appiattite dall’usura delle suole: praticamente indistruttibili.
Decenni dopo in Europa più d’uno dichiara loro guerra: in Irlanda del nord l’Alliance Party fa pressione perché si metta una tassa sulle gomme, che serva a finanziare i costi di pulizia. In Italia è stata da qualche giorno proposta una legge bipatizan che dichiara guerra non solo ai 23 milioni di gomme masticate ma anche alle 72 tonnellate di mozziconi di sigaretta disperse ogni anno nell’ambiente. Si discute se considerarle rifiuti speciali con differenziata ad hoc oppure no.
L’idea sarebbe di multare fino a 500 euro chi getterà cicche per terra, siano esse di sigaretta o masticate. Pare che, se la legge passerà, si dovrà scrivere sui pacchetti di sigarette non solo che inquinano i polmoni ma anche di non gettare le cicche per terra. Siamo alle solite, serve una legge dello Stato pure per insegnare la buona educazione.
Elisa Chiari