Quelli che torniamo alla lira

Beppe Grillo, Silvio Berlusconi, la Lega e tanti altri. Tutti pronti a salire sul carro della vecchia moneta

19/06/2012
Beppe Grillo. Ha nostalgia della lira.
Beppe Grillo. Ha nostalgia della lira.

 “Rivoglio la lira, costi quel che costi. Lo so, magari sono un sognatore, ma voglio la lira. Rivoglio il sabato sera con in tasca 10 mila, per birra, pizza e caffè. Rivoglio il mezzo pieno alla mia vecchia Renault con 20 mila di gasolio. Rivoglio il caffè a mille lire”. Ragazzi è una cosa pazzesca. Sapete chi spara una tavanata del genere? Beppe Grillo. Sì proprio lui, lo spauracchio dei partiti, il Gran Modernizzatore,  il messia delle autostrade digitali, l’uomo che alle prossime elezioni politiche, dopo aver trionfato alla Camera, eviterà di trasformare quell’aula sorda e grigia in un bivacco di Monopoli e andrà da Napolitano, al Quirinale, per dirgli, come ha preconizzato in un'intervista a Travaglio: "l’hai sentito ora il boom?".


Facile di questi tempi aver nostalgia della lira, nel momento più difficile della costruzione europea, quando tutti, da Soros alla Lagarde, dalla Merkel a Monti, ci dicono che vivremo giorni cruciali e difficili. E noi fratelli d’Italia che facciamo? Scendiamo in piazza per l'Europa? Ma siamo matti? Come al solito, ci prepariamo ad andare in soccorso del vincitore. Per “stringerci a coorte” bastano i goal di Fantantonio e Supermario. Siamo tutti ct, ma possiamo diventare tutti economisti. Come nei governi della Prima Repubblica, se c’è un problema di export basterà indebolire la nostra liretta. Che ci vuole? Svalutate, svalutate, qualche cosa resterà. Incuranti del fatto che se non esportiamo abbastanza è per altre cause. Che prima o poi vengono a galla: costo del lavoro, pressione fiscale alle stelle, carenza di infrastrutture, burocrazia eccessiva. Ma non c’è solo Grillo nel club della liretta. Il professor Paolo Savona, che in campo accademico è un’autorità, ha un curriculum sterminato ed è stato ministro dell’Industria con Ciampi, la sollecita da mesi: “Vogliamo davvero restare al capezzale del continente masticando allegramente hot dogs?”. Per l’economista Savona “urge un Piano B”. Dove non si capisce se B stia per Silvio Berlusconi

Anche il Cavaliere, infatti, sembra essersi riconvertito alla lira. Qualche segnale a titolo esplorativo lo aveva dato con la  sua “pazza idea” del conio in Italia dell’euro, che per la verità nessuno ha capito. Ultimamente si è spinto oltre: “A questo punto mi chiedo se per l’Italia non sia meglio tornare alla lira”. Una proposta che sa tanto di campagna elettorale, in un Paese dove tra astenuti, grillini e antipolitici arriviamo al sessanta per cento. Pare che fosse pronto a scattare già domenica scorsa, se le elezioni in Grecia avessero consegnato il Paese agli euroscettici di Alexis Tsipras. Quello che piace tanto alla sinistra radicale italiana. Del resto le memorie classiche, culla della civiltà, sono sempre fatali e paradigmatiche. Cantami o diva, “lira funesta”, che infiniti addusse lutti alle importazioni e ai capitali italiani

C’è anche la Lega, in questo club della liretta, specie ora che è tornata all’opposizione. Prima che andasse al Governo (coi bei risultati in campo economico che il povero Monti cerca di sanare) Pontida si trasformava in una succursale della lira, mentre l’euro era “una moneta da pazzi” e si inventavano le banconote da uno o due “neuri”, con visioni padane che sognavano monete celtiche, copechi, “Il Padano”, persino “L’Umberto” e il “Calderolo” (è venuto oggi il momento del “Marono” o del “Toso”?). L’allora ministro dell’Economia, Giulio Colbert Tremonti, centauro politico metà berlusconiano e metà leghista, guardava quei discoli e sorrideva. E intanto, si scopre, tra un Eurogruppo e un G-8 metteva anche lui nel cassetto un Piano B di uscita dall’euro, non si sa mai. E così che, ridendo e scherzando, siamo finiti sull’orlo del baratro e in preda alla speculazione internazionale. Ma l’Italia ha la memoria corta. Il club della lira si ingrossa giorno dopo giorno, e si ingrosserà ancor di più se l’euro cadrà ancor più in disgrazia. Quale migliore funzione catartica per riciclarsi nel demi-monde della liretta? Anche se il ritorno alla lira porterebbe a una svalutazione che per gli ottimisti sarà del 20 per cento, per i pessimisti del 70, accenderebbe un’inflazione a due cifre e forse un giorno ci farà avere in dote banconote weimeriane da un milione come quelle del signor Bonaventura. Inoltre la lira innescherebbe una fuga devastante di capitali con conseguenze sulla disoccupazione imponderabili, facendo esplodere il debito pubblico, magari portandoci all’incendio della bancarotta. Eccola la pazza idea. Ammireremo Roma in fiamme, mentre torneremo a suonare la lira, come Nerone, anzi Neurone.

Francesco Anfossi
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

Postato da giogo il 21/06/2012 16:39

Sento l'impellente bisogno di rispondere alla lunghissssima tiritera di LiberoL.(e purtroppo come sempre "se la fa e se la gode") ma lo sa o vien dalla luna che il ns. Paese è in maggioranza manifatturiero e perciò le materie prime dove le acquistiamo...su Marte? le acquistiamo con la liretta svalutata? a cosa pagheremo la benzina al litro 10/15 mila lirette?? Perchè il Leo NON DICE che al momento dell'entrata in vigore dell'€ governava il suo beneamato B?? e quel governo lasciò "impunemente a banchettare" TUTTE le categorie che potevano esercitare un aumento dei prezzi....ingiustificato(o giustificato perchè SUO bacino elettorale)e anche di questo oggi ne paghiamo le conseguenze. Voglio ricordare poi che alcuni decenni fa con bot e cct si sfioravano interessi al 20%.ho chiesto inutilmente al Leo (mai ricevuto risposte) cosa ne pensa della vendita delle frequenze TV o di una giusta tassa sui grandi capitali e altre ricche amenità ma il silenzio è ASSORDANTE...ecco prima di fare lunghe e noiose elucubrazioni cerca di rispondere a tante sollecitazioni.Saluti

Postato da vdiste1939 il 21/06/2012 10:26

a tutti coloro che si esaltano alle sparate purtroppo deleterie di mister B, porrei una semplicissima domanda: da cosa è costituito il tuo reddito? se la risposta è stipendio o pensione, pensaci bene prima di esaltarti alle spropositate uscite dei grillo e dei berlusca, dopo difficilmente riuscirai a procurarti il minimo x campare. non vi fate abbindolare dalle chiacchiere, per me gli italiani hanno bisogno di almeno altri 5 anni di governo monti e di comportamenti corretti da media e opinion makers, senza inculcare in animme deboli fantasie perniciose

Postato da LucianoT il 21/06/2012 08:49

In tutta onestà, non so quanti di noi siano in grado di fare un'analisi innanzitutto competente e poi scevra dalla contaminazione da parte di ideologie o movimenti di opinione che si schierino pro o contro la moneta unica. Io so quello che ho sperimentato negli anni, posso parlare di ciò che ho visto con i miei occhi. Si parla molto della Grecia, in questo periodo: in tempi apparentemente non sospetti, circa due-tre anni fa, ad Atene per lavoro, in un bar normale, non di lusso, per fare una colazione con un cappuccino ed una brioche, servito al tavolino, mi furono chiesti poco più di 13€ (si, ho scritto proprio tredici); rimasi sopreso, sconcertato, perchè avevo sempre fatto colazione in quel bar nell'arco degli anni e mai mi era stato presentato un simile conto. Vogliamo parlare dell'Argentina, quando il Peso fu equiparato al dollaro statunitense ed i prezzi salirono non alle stelle ma oltre? Una bottiglia d'aqua minerale da un litro e mezzo, in quel periodo poteva costare anche 2 pesos, 2 pesos e mezzo. Peccato che questo accadesse in un Paese dove gli stipendi medi, in quel periodo, si aggiravano sui 400-500 pesos.... E poi ci si stupiva della cosiddetta "rivolta delle pentole"... Non ho le conoscenze tecniche per poter spiegare questi esempi. Per questo mi piacerebbe che qualcuno riuscisse ad illustrare (con competenza, se possibile) i rischi che l'Italia correrebbe se si sfilasse dall'Euro; questo perchè gli eventuali benefici, conseguenza di questa eventuale scelta suicida, non si é ancora capito quali sarebbero, se non aumentare il numero delle preferenze nell'urna elettorale per questo o quel politico.

Postato da luciocroce il 21/06/2012 08:29

Per quanto attiene alla ricorrente accusa secondo la quale il potere di acquisto degli italiani è diminuito per colpa dell'euro, è bene tenere presente - sull'argomento vi sono risolutive indagini della Banca d'Italia - che la "colpa" non è dell'euro; una volta passati alla nuova moneta, infatti, nell'apposito periodo di transizione, le autorità preposte avrebbero dovuto fare quello che fu fatto in tutti gli altri Paesi aderenti (Germania, Austria, Francia, Belgio, Olanda, etc.) , cioè controllare che i prezzi dei beni e dei servizi non fossero arbitrariamente aumentati con la scusa della nuova moneta. Questo - volutamente o per incapacità - non fu fatto, e fu così che, nell'arco di poche settimane, ad esempio, il prodotto che costava 1.000 lire arrivo, con veloce gradualità, a costare 1 euro. Pensiamo a come sarebbe potuto essere migliore questo decennio trascorso se la transizione fosse stata accortamente guidata. E' pure bene tenere presente che se in giorno sì e uno no viene fuori il desiderio di abbandonare l'euro, questo diventa il classico desiderio che si autoavvera: perchè i Paesi messi meglio di noi, infatti, dovrebbero darci una mano - non disinteressata, è ovvio - se, magari tra sei mesi, rinunceremo all'euro? Sarebbero soldi buttati. Noi italiani, invece, dovremmo essere convinti assertori della costruzione europea perchè possiamo sperare di diventare, prima o poi, un Paese finalmente "normale" solo rimanendo saldamente uniti all'Europa; da soli dove vogliamo andare? Saluti

Postato da Libero Leo il 20/06/2012 20:03

Mi sembra che Anfossi abbia scritto in stato di grande eccitazione, senza la serenità che, a mio giudizio, dovrebbe contraddistinguere Famiglia Cristiana, anche per essere in sintonia con quanto diceva il beato Alberione: “scrivere di tutto, ma sempre cristianamente”. Anfossi scrive a favore dell’euro; ma non ne dice vantaggi significati e ben argomentati. In un precedente pezzo li aveva elencati. In risposta avevo commentato ogni vantaggio da lui indicato, spiegando che in effetti non erano vantaggi significativi ed, anzi, potevano essere svantaggi. Riporto qui i vantaggi che egli aveva elencato ed i miei commenti 1) La "babele delle valute", "cambiare valuta ogni volta che si va nei paesi dell'Eurozona" e "dover effettuare il cambio mentalmente anche per acquistare un caffè.". E' uno dei vantaggi che citava spesso Prodi. Per la maggior parte degli italiani non esiste questo vantaggio dell'euro perché non viaggia all'estero. E per chi viaggia è un problema trascurabile. 2) "Conseguenze inflattive con gran danno per i meno abbienti (l'inflazione è la tassa dei poveri)". Non mi sembra vera questa affermazione perché l''inflazione colpisce i consumi e, quindi, colpisce chi consuma di più. Normalmente consuma di più un ricco. Quindi per chi vuole colpire i ricchi l'inflazione è un effetto positivo. 3) "Non sapremo più cosa abbiamo in tasca, se cento, duecento mila o mille lire". Grandissimo effetto negativo che non merita alcuna considerazione!!! 4) "Ottenere un fido o un mutuo sarà difficilissimo". Perché ora è semplice? Era molto più semplice con la lira. 5) "La svalutazione della lira rispetto al cambio di 1936,27 lire, si calcola, oscillerebbe dal 50 al 70 per cento". Questa è teoria. Comunque all'inizio la svalutazione sarebbe elevata perché da molti anni non possiamo più svalutare. Il motore economico italiano viaggia ad una velocità inferiore a quello tedesco. Per renderlo competitivo, purtroppo, all'inizio è necessaria una grande svalutazione. Se non ci fosse stato l'euro ed il cambio fosse stato libero, avremmo avuto una graduale inflazione, quasi non ce ne saremmo accordi e saremmo rimasti competitivi con la Germania. La grande inflazione sarebbe conseguenza dell'euro che ci ha impedito per molti anni di svalutare la nostra moneta e riacquistare competitività. 6) “I capitali fuggiranno all'estero più di quanto lo stiano facendo”. Ed adesso che fanno? Una volta stabilizzato il cambio della lira non avranno più motivo di fuggire. 7) “Metter su un'impresa in Italia non converrà più per via dell'incertezza monetaria”. Ed adesso conviene? Non c’è incertezza? Ogni giorno si viene a conoscenza di imprenditori che chiudono e vanno all’estero. Con la lira svalutata e fluttuante ciò si verificherà in minor misura. 8) “E non serve illudersi che la moneta debole favorirà le esportazioni, perchè questo avverrà anche con i Paesi dell’ex Eurozona, con un micidiale effetto competitivo”. Non tutte le monete dell’eurozona si svaluteranno in egual misura. In particolare il marco non si svaluterà; perciò le esportazioni verso la Germania (il maggior mercato europeo) saranno favorite. 9) “All’instabilità monetaria è probabile che corrisponderà quella politica e torneremo all’epoca dei Governicchi.”. Ed ora come sono i governi? I “governicchi” non dipendono molto dall’euro, ma dalla costituzione italiana e dai conservatori che si oppongono ad una sua sostanziale revisione, più che necessaria dopo tanti anni e dopo aver constatato che ha prodotto tanti “governicchi”. 10) “Abbondonare il paracadute dell'euro significa tornare negli anni '70. Anni non belli, come sa chi li ha vissuti: lo shock petrolifero, l'inflazione, le agitazioni sindacali, la disoccupazione, gli scontri sociali”. A questi fatti aggiungerei anche la madre di tutti gli scandali socio-economici: le pensioni baby. Più che un paracadute l’euro è stato una prigione che ci ha impedito di svalutare gradualmente la moneta, rimanere competitivi ed evitare la grave disoccupazione che sta aumentando considerevolmente negli ultimi mesi; e non si vendono motivi per i quali debba diminuire. Stiamo percorrendo la stessa strada della Grecia e della Spagna. In conclusione i vantaggi indicati da Anfossi non mi sembrano affatto vantaggi. Anzi mi porterebbero a pensare che convenga il ritorno alla lira, se non avessi la speranza che qualcuno mi indichi vantaggi veri e molto significativi conseguenti alla permanenza nell’euro.

Postato da martinporres il 20/06/2012 19:39

Uscita dall' euro? Una follia, dagli esiti devastanti.

Postato da giogo il 20/06/2012 17:58

Perfettamente d'accordo con l'autore dell'articolo e con il sempre condivisibile "luciocroce".Per Dor55 non occorre scomodarsi per una ricerca a perder tempo... un po di memoria mi è rimasta ad esempio il sultano-fuggitivo dalla sua disgraziata discesa in campo nel 1994 (per salvarsi dal carcere e dalla bancarotta-parole si Montanelli che lo conosceva bene) a novembre 2011 ha governato (si fa x dire) quasi 11 anni,....ecco uno dei maggiori colpevoli...e ora tanto lui è ricco con capitali all'estero, che fa?? sostiene chi vuol distruggere l'€...ma cosa aspettano sti giudici imbelli a rinchiuderlo finalmente, come meriterebbe, nelle patrie galere...una delle tante richieste...il pm ha chiesto per il B una condanna a 3 anni e 8 mesi per truffa ed evasione fiscale ai danni dello stato...non ridete per favore LUI ci HA governato...a me vien da piangere...che ne dici Folgore?? Saluti

Postato da DOR1955 il 20/06/2012 15:39

Egregio Dr. Anfossi, non entro nel merito se "meglio Euro o meglio Lira". Vorrei solo sottoporre alla conoscenza dei lettori la tabella , fonte Banca d'Italia, aggiornata al 31/12/2011, visualizzabile a questo link - http://www.irpef.info/testi/debito.html. Dopo averla analizzata ognuno tragga le sue conclusioni e, sopratutto, legga bene i nomi di chi sono stati i capi di governo periodo per periodo. In attesa di decidere chi votare.

Postato da luciocroce il 20/06/2012 14:39

Lasciando da parte i vantaggi politici ed economici che l'euro ci ha dato, e ci potrebbe dare in misura ancor maggiore se si riuscirà a proseguire sulla strada di una effettiva unione europea, mi limito a sottolineare che l'eventuale passaggio alla lira comporterebbe, come primo danno, una pesantissima, istantanea svalutazione, tra il 40% ed il 50%, secondo le stime più accreditate. Questo vuol dire, innanzitutto, che stipendi e pensioni potrebbero risultare anche dimezzati. Molti, conseguentemente, avrebbero ancora maggiori difficoltà, di quante già non ne abbiano, ad arrivare a fine mese e molti altri, che non hanno margini di risparmio, potrebbero perdere i beni che hanno comprato a rate e che devono ancora pagare, dall'auto alla casa. Il debito pubblico, poi, assai difficilmente potrebbe essere convertito in lire - vi immaginate la miriade di cause internazionali che esploderebbero in merito alla determinazione del cambio? - per cui gli attuali 1.900 e passa miliardi di debito resterebbero, quasi sicuramente, denominati in euro e li dovremmo restituire in lire svalutate; cioè dovremmo comprare con le lire, svalutate, gli euro, correlativamente rivalutati, e restituirli a chi ce li prestò. A meno che - in teoria anche questo è possibile - non decidiamo di rifiutare il pagamento di tutto o parte del debito che abbiamo contratto; ma, una volta presa una decisione del genere, chi mai presterà più una lira o un euro allo Stato italiano, che continuerà comunque, anche dopo la svalutazione, ad aver bisogno di prestiti? Anche i tassi di interesse schizzerebbero alle stelle; un esempio - ma questa volta sarebbe peggio - lo abbiamo già avuto nel 92, quando l'uscita dallo SME scatenò una forte speculazione contro l'Italia e fummo costretti ad emettere titoli di stato a lunghissima scadenza, ventennali e trentennali, che stiamo restituendo ancora, al tasso medio del 14-15%, tassi di gran lunga superiori a quelli che pagavano gli altri Paesi. Nè è verosimile l'ipotesi che riusciremmo ad esportare significativamente di più, dopo una iniziale, effimera fiammata positiva: pagheremmo molto di più infatti, per effetto della svalutazione, le importazioni il cui prezzo, maggiorato a seguito della svalutazione, andrebbe a confluire in quello dei beni che dovremmo poi esportare. Per non parlare dei rilevantissimi problemi organizzativi connessi al passaggio dall'euro alla lira (per passare, all'epoca, dalla lira all'euro i preparativi durarono ben oltre un anno). E poi, chi porta l'esempio della svalutazione argentina, perchè non illustra pure gli immensi costi sociali che quella svalutazione comportò per gran parte della popolazione, ad eccezione della parte più ricca? Saluti

Postato da folgore il 20/06/2012 13:47

il problema non è quello che pensa il tal politico o il tal altro, ma che l'Euro rischia di essere un flop e di fallire miseramente. Lo afferma pure Monti che da tempo una settimana per cercare di salvare questa valuta. Poi se dovesse essere cancellata questa valuta beh un'altra deve certamente essere posta. Chiamatela pure sanpaolina, ma il nome è certamente secondario rispetto ad un panorama che appare ancora confuso. Chi parla di inflazione al 15%, chi al 20% e chi al 50% o al 70%. Una vera e propria roulette russa economica....

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati