Questa casa non è un albergo

Dall'affitto alla coabitazione: per molte famiglie italiane è diventata una necessità. Si ottiene denaro cash in cambio di una, piccola o grande, fetta di libertà.

14/01/2013
Valentina Lodovini in una scena del film "Generazione mille euro"
Valentina Lodovini in una scena del film "Generazione mille euro"

C'erano una volta, non molto tempo fa, gli affitti di appartamenti interi o semplicemente camere da letto: prima tappa verso l'indipendenza, non certo senza sacrifici, di studenti fuori sede costretti a convivenze talvolta forzate, senza alternative, in spazi spesso angusti, a prezzi comunque sproporzionati, per lo più senza regolare contratto. Stiamo parlando, per intendersi, degli antesignani della "Generazione mille euro" descritta nel romanzo di Antonio Incorvaia e Alessandro Rimassa poi divenuto film di successo con Valentina Lodovini e Carolina Crescentini.

Questo era il quadro, già preoccupante, prima che la crisi investisse l'Italia tutta. «L'affitto sta cambiando profondamente - spiega Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it, sito di riferimento del settore immobiliare - e se prima veniva messo in locazione l'intero appartamento, da dividere magari tra più studenti o lavoratori, oggi il 26% delle offerte di affitto è rappresentato da singole stanze all'interno dell'abitazione del proprietario»: come a dire, arrivederci e grazie alla serenità familiare.

Questo fenomeno è il risultato della situazione generale delle famiglie italiane che non ce la fanno più a tirare la fine del mese e si ingegnano per ottenere introiti "extra" di denaro, disposte a tutto, anche a rinunciare all'intimità delle mura domestiche: «Il fenomeno degli affitti parziali - prosegue Giordano - è la piena espressione di come la casa continui a rappresentare una risorsa per gli italiani. Anche quando le tasse sull'immobile aumentano e il mutuo da pagare è troppo oneroso per le proprie condizioni economiche, piuttosto che vendere casa e andare a vivere in un appartamento più piccolo, si preferisce rinunciare a un pizzico di privacy e ospitare uno sconosciuto in cambio del pagamento di un affitto». 

Una delle possibili soluzioni di "coworking"
Una delle possibili soluzioni di "coworking"

I dati di una ricerca diffusi da Immobiliare.it, d'altronde, sono chiari avendo rilevato un aumento del 14% delle famiglie che nell'ultimo periodo hanno deciso di affittare stanze delle abitazioni in cui peraltro continuano a vivere. Se si allarga l'orizzonte, negli ultimi due anni, il segno + ha toccato quota 26,5%. Ma perché ci sia davvero un mercato è necessario che a un'offerta in crescita corrisponda un domanda adeguata, ed è proprio quello che sta accadendo: nel 2012, infatti, si è registrata una crescita esponenziale con le richieste che sono raddoppiate passando dal 9% al 18%.

E i più "ambiti" sono lavoratori con settimana corta, altro dato in controtendenza rispetto al recente passato. Non è un mistero che il coworking, cioè la condivisione di uffici da parte di soggetti diversi, anche "slegati" da interessi professionali comuni, sia in aumento al punto che nel 2012 l'offerta di stanze di uffici a terzi è più che raddoppiata. Non impossibile tracciare un identikit di chi "condivide": si tratta per lo più di piccole società o singoli imprenditori che a causa della riduzione del personale (56% dei casi) ricavano spazi pronti all'uso all'interno dei loro immobili operativi.

Nella società dei "freelance per necessità" significa poter contare su un luogo arredato e dotato di tutte le tecnologie del caso, dal wireless alle stampanti, dalla receptionist al servizio di pulizie. Molto variabile la cifra che si riesce a incassare dalle condivisioni, tanto residenziali quanto uso ufficio: il range "balla" tra i 170 e gli oltre 500 euro, ma va detto che in oltre il 50% dei casi i contratti non sono registrati per avere la massima flessibilità. Roma detiene insieme con Milano lo scettro delle città in cui questo fenomeno ha registrato la crescita maggiore: i costi degli immobili, la presenza di grandi università e le numerose opportunità di affittare a lavoratori italiani e stranieri hanno portato ad un vero e proprio boom di affitti parziali.

Le cifre parlano di un +37% dell'offerta in due anni. Solo negli ultimi dodici mesi si è registrato un aumento del 24%: «Sono le metropoli - conclude Giordano -, dove gli elevati costi degli immobili e la fame di spazi abitativi di piccole dimensioni si uniscono a un intenso turn over di affittuari, studenti e lavoratori, i contesti in cui la locazione di parte di casa si è diffusa maggiormente. A Roma e Milano i casi presenti sul nostro sito sono oltre 8mila. I prezzi garantiti dai locatori, d'altronde, sono addirittura leggermente più bassi di quelli di una "semplice" stanza in appartamento condiviso».

Alberto Picci
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